2019-08-23
Zingaretti tenta il colpo più grosso. Mettere nel sacco 5 stelle e renziani
Il segretario democratico alza l'asticella delle richieste al massimo. Un azzardo, ma se gli riuscisse sarebbe di fatto un'Opa sui grillini. Saltasse il banco, con le elezioni si libererebbe delle truppe dell'ex premier in Aula.È una tisana al veleno quella che Nicola Zingaretti ha offerto ai 5 stelle poco prima che salissero al Colle per le consultazioni. Una tisana con dentro almeno tre elementi altamente tossici: lo stop del disegno di legge per ridurre i parlamentari, la cancellazione dei decreti Sicurezza che il governo Conte ha appena varato e misure economiche precise prima della nascita del nuovo esecutivo, con dentro magari anche una revisione del famoso reddito di cittadinanza. È ovvio che se bevuta la pozione risulterebbe letale per Di Maio e compagni, perché rappresenterebbe una resa incondizionata da parte del Movimento, che non solo sarebbe costretto a rinunciare ad avere al governo sia l'ex premier che il suo capo politico, cioè le due figure di maggior spicco del precedente esecutivo, ma dovrebbe pure ingurgitare una retromarcia su tutto o quasi. Sorbire il beverone per i grillini equivarrebbe a mandar giù la cicuta, cioè a suicidarsi. Tornare dalla base annunciando di aver baciato il rospo, ovvero il Pd, per di più mettendo da parte il taglio dei parlamentari e sforbiciando il reddito di cittadinanza, avrebbe lo stesso effetto di una morte annunciata. Quando anche i pentastellati riuscissero a salvare la poltrona, prolungando la legislatura fino alla sua naturale conclusione, la loro sorte sarebbe segnata, perché sarebbero venuti meno i presupposti della stessa esistenza del Movimento. Uno via l'altro, i 5 stelle avrebbero perso i principi fondamentali alle origini della loro nascita. Messo da parte il blocco alle grandi opere come Tap e Tav, sepolto il taglio alla Casta e ucciso nella culla il reddito di cittadinanza, che altro rimarrebbe ai grillini se non chiudere bottega, annunciando la liquidazione del partito? La tisana offerta da Zingaretti, in pratica, ha tutta l'aria di un invito al suicidio, postdatato di qualche mese o di qualche anno, ma pur sempre di un invito al suicidio si tratta. Sarebbe un po' come chiedere alla Lega di fare retromarcia non sul decreto Sicurezza, ma anche sulla legittima difesa e su quota 100. O come invitare il Pd a smentirsi sul Jobs act, sulla riforma della scuola e sugli 80 euro: vabbè che Matteo Renzi ha abituato i suoi ad accettare che si possa dire una cosa il giorno prima e farne una completamente opposta il giorno dopo, ma alle inversioni di marcia c'è un limite perfino per i compagni.È evidente che le condizioni dettate dal segretario del Pd, per i grillini sono inaccettabili. E infatti, appena si sono visti porgere la tazzina, i pentastellati hanno piegato la bocca all'ingiù, come chi si avvii a un mesto funerale. Di Maio e i suoi avevano già pregustato la soluzione alla crisi scatenata da Matteo Salvini, sostituendo il piatto indigesto offerto dal capitano leghista, ossia le elezioni, con l'alleanza renziana. Tutto sembrava già predisposto, al punto che Giuseppe Conte, nel suo intervento al Senato, si era incaricato di sbattere la porta in faccia al ministro dell'Interno, incurante delle conseguenze. Pur di chiudere in fretta il patto con il Rottamatore, i 5 stelle erano pronti pure a mandar giù le offese, tipo quella lanciate da Maria Elena Boschi. La pretoriana del Giglio magico, dall'alto della sua esperienza di governo, ieri se n'era uscita dicendo che pur di impedire a Salvini di governare, e di nominare il prossimo presidente della Repubblica, lei era pronta anche ad allearsi con degli incapaci come i grillini. Mica male per una candidata a essere compagna di viaggio di Di Maio e compagni. Anzi, forse una candidata di governo. Ma tant'è, poi è arrivato Zingaretti, con la sua tisana al veleno. Così, quello che sembrava ormai deciso è tornato in alto mare. I grillini si sono affrettati a dire che le condizioni poste dal segretario del Pd sono irricevibili. Ma lo stesso hanno ripetuto a ruota pure i renziani, i quali si sentivano già padroni della situazione, soprattutto si erano convinti di aver scampato le elezioni, un appuntamento con gli italiani che temono al pari dei grillini, ben sapendo che il voto farebbe piazza pulita di molti di loro.Il governo dell'inciucio, anzi dell'ammucchiata, ha insomma avuto una brutta battuta d'arresto. Dato per già fatto grazie agli intrighi di Renzi, è stato messo in seria difficoltà dall'intruglio di Zingaretti. Il quale, diciamoci la verità, è per il governo con i grillini, ma forse lo è ancor di più per le elezioni. Che in un colpo solo gli consentirebbero di spazzare via Renzi e di portare in Parlamento uomini suoi, oltre che di guadagnare qualche punto percentuale grazie alla crisi dei 5 stelle. Come sempre, dunque, siamo appesi alle lotte intestine dei compagni. Vedremo nelle prossime ore chi alla fine la spunterà. Se il figlio strafottente della Ruota della fortuna o il fratello triste del commissario Montalbano. Una sfida da prima serata a cui assistere gustandosi popcorn.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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