2021-04-08
Zingaretti travolto dagli scandali in Lazio. Ma ora per i grillini non ci sono problemi
Riesplode concorsopoli sulle assunzioni targate Pd in Regione. Si dimette «per trasparenza» il presidente dem del Consiglio.Il Laziogate sulle assunzioni targate Pd in Regione porta alle dimissioni del presidente del Consiglio regionale, Mauro Buschini, dei dem, e fa riesplodere la polemica politica su una vicenda che potrebbe avere sviluppi imprevedibili. «Ho sempre lavorato nel pieno rispetto della legge», dice Buschini, «delle istituzioni e nella massima trasparenza. Negli ultimi giorni il Consiglio e la mia persona sono state vittime di attacchi e speculazioni politiche. Ho deciso di rassegnare le mie dimissioni da presidente per garantire al mio successore di nominare in piena autonomia i membri della Commissione trasparenza che ho fortemente voluto e che, sono sicuro, farà luce sulla vicenda». Vicenda che, lo ricordiamo, riguarda l'assunzione a tempo indeterminato di 16 funzionari di categoria C. Una procedura, quella utilizzata per queste assunzioni, che pur essendo legale ha sollevato dubbi e perplessità. Tutto inizia lo scorso 18 dicembre quando il Consiglio regionale decide di assumere i 16 funzionari, e utilizza una normativa che permette di attingere i nominativi dall'ultima procedura concorsuale portata a conclusione da un altro ente pubblico del Lazio. In questo caso, il concorso più recente è quello che ha svolto il piccolo Comune di Allumiere, 3.800 abitanti, della città metropolitana di Roma, il cui esito è stato pubblicato il 14 dicembre, quattro giorni prima. Il 18 dicembre, la Regione approva lo schema di accordo con il Comune di Allumiere e scorre l'elenco degli idonei: dopo 5 giorni i candidati individuati danno il loro ok e il 28 dicembre, con una determina dirigenziale, vengono assunti. Tra i nomi dei neodipendenti della Regione Lazio ci sono due collaboratori del presidente del Consiglio Buschini, il segretario del Pd di Trevignano Romano, Matteo Marconi, l'assessore dem di San Cesareo, Arianna Bellia, il consigliere e assessore di Labico, Augusta Morini, il segretario del Pd di Allumiere, Paco Fracassa, alcuni militanti del Pd e un collaboratore di Giuseppe Cangemi, vicepresidente del Consiglio regionale della Lega. La Regione ha contattato 24 idonei del concorso di Allumiere per 16 posti, ma 8 di loro hanno rifiutato: a quel punto arriva il Comune di Guidonia, in provincia di Roma, che stipula un accordo con il piccolo Comune e assume 8 persone, tra le quali Marco Palumbo, consigliere del Pd a Roma. Il sindaco di Allumiere è Antonio Pasquini, che risulta far parte della segreteria di Marco Buschini, presidente del Consiglio regionale che ieri si è dimesso.Un paio di idonei ad Allumiere vengono inoltre assunti a Tivoli: in questo caso si tratta delle due sorelle di un ex consigliere comunale di Civitavecchia del M5s, Micaela e Francesca Carlini. È bene ribadire che la procedura utilizzata per le assunzioni è perfettamente legale, ma già quando la notizia è diventata pubblica si erano scatenate le proteste politiche, non solo da parte di Fratelli d'Italia, ma anche all'interno dello stesso Pd, con il deputato Matteo Orfini che ha definito la vicenda «sconcertante».Il M5s, che fa parte della maggioranza in Regione Lazio, e che in altri casi e con altri protagonisti avrebbe gridato allo scandalo, fa spallucce anche davanti alle dimissioni di Buschini: «Siamo certi», si legge sulla pagina Facebook del M5s Lazio, «che nessuna violazione ci sia stata nelle procedure di assunzioni al Consiglio regionale del Lazio e ci auguriamo che in tempi brevi la commissione Trasparenza, istituita per verificare il corretto svolgimento dei procedimenti, confermi che tutto è stato svolto nel pieno rispetto delle regole. Apprezziamo la scelta di Buschini di fare un passo indietro», prosegue il post, «per garantire l'imparzialità nella scelta dei membri della Commissione che, come da regolamento, devono essere nominati, con decreto, dal presidente del Consiglio e che da qui a fine legislatura avrà il compito di affrontare tutti i temi che meriteranno approfondimento».Fuori dal coro il consigliere regionale grillino Francesca De Vito: «Oggi (ieri, ndr) alla Pisana si sarebbe dovuto tenere il Consiglio regionale», dice la De Vito in un video pubblicato su Facebook, «ma non c'è stato perché il presidente Buschini si è dimesso. Sono amareggiata di constatare che adesso abbiamo il “Concorsopoli" e con queste persone abbiamo deciso di sedere in giunta. Decisione che ho ritenuto irrazionale da subito, perché siamo stati votati per essere altro rispetto alla giunta di Zingaretti».A proposito di Zingaretti, il governatore si limita a parole di circostanza. «Ringrazio Mauro Buschini per il suo gesto di serietà e responsabilità istituzionale», commenta l'ex segretario dem, «che rafforza la credibilità e il percorso intrapreso dal Consiglio regionale e aiuterà ora ad andare avanti nel lavoro quotidiano e legislativo. La proposta di istituire una Commissione di trasparenza in Consiglio regionale è un fatto positivo», prosegue Zingaretti, «sono sicuro aiuterà l'efficienza e la credibilità di quella Istituzione agli occhi dei cittadini e fugherà ogni eventuale dubbio sulle procedure adottate nelle ultime assunzioni». Va all'attacco Fratelli d'Italia: «Che si parli ora di istituire una commissione», commenta il vicepresidente della Camera e deputato di Fdi, Fabio Rampelli, «ci sembra una furbata di cattivo gusto, un modo per uscire dall'angolo arrampicandosi sugli specchi. Si proceda piuttosto all'annullamento immediato del concorso e delle conseguenti assunzioni e, insieme al presidente del Consiglio Buschini, si dimetta tutto l'ufficio di presidenza che ne ha condiviso le scelte».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)