2025-10-14
Ora tocca a Kiev: Zelensky venerdì negli Usa
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Il leader ucraino andrà alla Casa Bianca da Trump, che alla Knesset ha detto di volersi concentrare sulla Russia: «Risolveremo la situazione». L’intelligence tedesca: Mosca attaccherà la Nato. E Berlino valuta un’ulteriore esenzione sul debito per il riarmo.Nelle ultime settimane, complici anche le diffuse manifestazioni pro Pal, l’attenzione dell’opinione pubblica è stata completamente assorbita dal conflitto tra Israele e Hamas. Adesso però, con il dossier mediorientale quasi archiviato, Donald Trump ha esplicitamente affermato di voler sistemare anche l’annosa questione ucraina: «Ora ci concentreremo sulla Russia, risolveremo la situazione», ha dichiarato il presidente statunitense a Gerusalemme durante il suo lungo intervento alla Knesset.Le parole del tycoon, ovviamente, sono state accolte con somma soddisfazione da Volodymyr Zelensky, che ha definito «straordinaria» la tregua raggiunta a Gaza: «Se un cessate il fuoco e la pace sono stati raggiunti in Medio Oriente», ha affermato il presidente ucraino, «la leadership e la determinazione degli attori globali può certamente operare anche per noi in Ucraina. Quando la pace viene raggiunta in una regione del mondo, infatti, porta più speranza per la pace anche in altre regioni». Lo stesso concetto è stato espresso da Friedrich Merz durante la sua visita in Egitto per il summit su Gaza: «Speriamo che il presidente americano possa ora esercitare, insieme a noi, la stessa influenza che ha dimostrato di avere in Medio Oriente anche nei confronti del governo russo. Non possiamo dimenticare che, a poche ore di volo da qui, da oltre tre anni e mezzo è in corso la guerra della Russia contro l’Ucraina», ha dichiarato il cancelliere tedesco. La priorità di Trump, insomma, è stata esplicitata senza equivoci. E, non a caso, ieri il Financial Times e l’agenzia Axios hanno citato tre persone a conoscenza dei piani del presidente statunitense, le quali hanno confermato che Trump ha intenzione di accogliere Zelensky a Washington questo venerdì, dopo che i due leader si sono sentiti per ben due volte al telefono nel corso del fine settimana per discutere di come porre fine alle ostilità con la Russia. Il compito del tycoon, tuttavia, non si preannuncia affatto agevole, visto anche il recente raffreddamento dei rapporti tra Washington e Mosca. Al centro della contesa, in particolare, c’è ancora l’eventuale invio a Kiev dei Tomahawk, i potenti missili di produzione americana con un raggio d’azione che arriva fino ai 2.500 chilometri. Lo stesso Trump ha confermato che, nei colloqui telefonici avuti con Zelensky, «l’Ucraina ci ha chiesto nuove forniture militari, in particolare missili da crociera Tomahawk, che rappresentano un salto di qualità rispetto all’arsenale attuale» in dotazione all’esercito ucraino. Il presidente statunitense ha poi aggiunto che è al vaglio l’ipotesi di accettare le richieste di Kiev: «Potrei dirlo anche a Vladimir Putin: se questa guerra non si avvia verso una soluzione, potremmo davvero decidere di inviare quei missili. Forse non lo faremo, ma potremmo farlo. E francamente non credo che ai russi farebbe piacere vedere i Tomahawk puntati nella loro direzione». Prima però, ha puntualizzato Trump, «ho intenzione di parlarne apertamente con la Russia: mi sembra giusto».Protocolli diplomatici a parte, però, questa notizia ha suscitato forte irritazione a Mosca: qualora i Tomahawk venissero effettivamente forniti all’Ucraina, «potrebbe finire male per tutti, e prima di tutto per lo stesso Trump», ha scritto sui social Dmitri Medvedev. Che poi non ha lesinato parole al vetriolo: «È stato detto 100 volte in modo comprensibile anche per il tizio a stelle e strisce che distinguere l’assetto nucleare dei Tomahawk da quello convenzionale in volo è impossibile». E comunque, ha proseguito Medvedev, i lanci dei missili sarebbero effettuati non da militari ucraini, «ma proprio dagli Stati Uniti, leggi: da Trump». In quel caso, si è chiesto l’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza, «come deve rispondere la Russia? Resta da sperare che si tratti di un’altra minaccia vuota, causata da negoziati prolungati con un pagliaccio sotto l’effetto della cocaina», ha concluso Medvedev con un chiaro riferimento a Zelensky tutt’altro che lusinghiero.Malgrado le parole nude e crude dell’ex delfino di Putin, più conciliante si è mostrato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: «In effetti, a giudicare dalle notizie, Trump ha menzionato la possibilità» di inviare i Tomahawk a Kiev. Tuttavia, ha specificato, questo non preclude una ripresa dei dialoghi tra Mosca e Washington, che potrebbe verificarsi presto tramite un contatto telefonico tra i due leader: «Non ci sono ancora accordi chiari su una telefonata», ha chiarito Peskov ai giornalisti. «Non appena saranno disponibili», ha proseguito, «la conversazione avrà luogo. Ci sono tutti i presupposti per organizzare una telefonata del genere il più rapidamente possibile».I rapporti tra le due superpotenze, in ogni caso, restano tesi. Tanto che ieri Mark Rutte, durante l’assemblea parlamentare della Nato a Lubiana, ha persino evocato la possibilità di uno scontro aperto con Mosca: «Speriamo che non accada mai», ha affermato il segretario dell’Alleanza atlantica, «ma se la Russia fosse così idiota da attaccarci, sarebbe guerra aperta tra la Russia e la Nato. Sarebbe diversa dalla guerra tra Russia e Ucraina, per molte ragioni che non posso approfondire ora, perché non vogliamo dare loro vantaggi informativi, ma sarebbe diversa».Come se non bastasse, anche la Germania sta valutando «un’ulteriore esenzione dal freno al debito» per aumentare i fondi da destinare alla difesa, e quindi al maxi piano di riarmo di Berlino: «Anche gli interessi passivi sui prestiti utilizzati per finanziare la spesa per la difesa potrebbero essere esentati dal freno all’indebitamento», ha dichiarato il ministro delle Finanze tedesco, Lars Klingbeil. «Questa idea», ha aggiunto, «è già stata discussa tra me e il ministro della Difesa, Boris Pistorius». I servizi segreti tedeschi, d’altronde, sono davvero convinti che la Russia sarebbe pronta a sfidare apertamente la Nato prima del 2029. «Mosca ritiene di avere possibilità realistiche di espandere la propria zona di influenza verso Ovest», ha dichiarato Martin Jäger, presidente del Servizio federale di intelligence (Bnd). «Per raggiungere questo obiettivo», ha spiegato, «la Russia non esiterà, se necessario, a entrare in conflitto militare diretto con la Nato». Nel frattempo, per dar man forte a Zelensky, il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di ridurre o eliminare i dazi che attualmente gravano su diversi prodotti agroalimentari ucraini. Inoltre, Kaja Kallas, in visita ieri a Kiev, ha annunciato lo stanziamento di 10 milioni di euro per il Tribunale speciale sui crimini di guerra della Russia. La stessa ha anche dichiarato che l’Ue è a favore di consegna missili Tomahawk.
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