2024-12-29
Zelensky sta perdendo il Kursk e la corrente
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Il presidente litiga con lo slovacco Robert Fico, che minaccia tagli all’elettricità se Kiev bloccherà il transito del metano: «L’Ue rischia 120 miliardi di danni». Lo zar liquida Olaf Scholz: la lenta riconquista degli oblast occupati dagli ucraini lo spinge a temporeggiare.Telefonata Cremlino-Baku, Vladimir Putin si scusa per il volo azero: droni nemici in zona durante la fase di atterraggio.Lo speciale contiene due articoli.Motus in fine velocior: ne stanno succedendo di tutti i colori ora che - almeno questo è l’auspicio - la guerra in Ucraina sembra entrare nella sua fase conclusiva. Ad esempio, il colpo di teatro del premier slovacco, Robert Fico, banderuola dell’Unione europea, pronto a ospitare i colloqui di pace tra i belligeranti. L’ambiguità strategica, appannaggio degli Stati Uniti, è diventata l’asso nella manica di Vladimir Putin, che si prepara a un serrato negoziato con Donald Trump. Lui vuole la garanzia che Kiev non entri mai nella Nato; il tycoon offre un più generico «congelamento» della candidatura. Così, dapprima lo zar sembra aver respinto il piano del presidente eletto, aprendo la pista che porta a un bilaterale a Bratislava. Dopodiché, ieri, attraverso il portavoce Dmitry Peskov, ha di nuovo sparigliato le carte, precisando che qualunque Paese «neutrale» (Ungheria? Turchia?) può diventare teatro dei negoziati. Quella slovacca non sarebbe «l’unica proposta» e, anzi, l’elenco degli aspiranti mediatori sarebbe «abbastanza» lungo. Ancora irto di ostacoli, comunque, è il percorso per una soluzione diplomatica. E ovviamente, il Cremlino attribuisce la colpa alla «posizione del regime di Kiev». Volodymyr Zelensky non ha preso bene le manovre di Fico. Sullo sfondo dell’improvviso attivismo slovacco c’è la delicata partita energetica. Dopodomani scadono gli accordi di transito del gas attraverso l’Ucraina e il leader di Bratislava si è messo a minacciare gli ucraini: «Dopo il primo di gennaio», ha dichiarato in un video postato su Facebook l’altro ieri, «valuteremo la situazione e potenziali misure reciproche contro l’Ucraina. Se necessario, cesseremo di fornire l’elettricità di cui l’Ucraina ha urgente bisogno durante le interruzioni della rete», causate dai bombardamenti nemici. Il premier, furioso, avverte: la chiusura dei rubinetti del metano costerebbe all’Europa 120 miliardi di euro. È una gatta da pelare pure per i Paesi politicamente vicini a Bruxelles: Gazprom ha annunciato che dal primo gennaio interromperà le erogazioni alla Moldavia, giustificandosi con il rifiuto, da parte di Chisinau, di saldare il proprio debito con la compagnia.La reazione del presidente in tuta mimetica è stata caustica: «Sembra che Putin abbia dato a Fico l’ordine di aprire il secondo fronte energetico contro l’Ucraina a svantaggio degli interessi del popolo slovacco», ha scritto su X. «Le minacce di Fico di interrompere la fornitura di energia elettrica d’emergenza all’Ucraina questo inverno mentre la Russia attacca le nostre centrali elettriche possono spiegarsi solo così». «Sostenere l’aggressione russa», ha aggiunto Zelensky, «è completamente immorale» e l’ostinazione del primo ministro «ha già privato il popolo slovacco di un indennizzo per la perdita del transito del gas russo. La Slovacchia fa parte del mercato unico europeo dell’energia e Fico deve rispettare le regole europee comuni». Un colpo basso all’Ucraina reciderebbe «i legami delle attuali autorità slovacche con la comunità europea».La verità è che la resistenza è allo stremo. E non solo nel Donbass. Ieri, Bloomberg ha ospitato l’analisi di alcuni funzionari militari americani, secondo i quali, entro la primavera del 2025, il contingente che era riuscito a penetrare nel Kursk potrebbe essere ricacciato al di là del confine russo. Già oggi, gli incursori hanno ceduto quasi la metà delle aree strappate al nemico con la repentina offensiva della scorsa estate. Si confermerebbe che la strategia del nuovo capo dell’esercito, il generale Oleksandr Syrsky, è stata tanto ardita quanto improvvida. George Barros, esperto dell’insospettabile Institute for the study of war, citato dalla testata Usa, assicura che è sempre stato chiaro che la Russia avrebbe potuto facilmente riprendere il controllo del Kursk, organizzando un contrattacco adeguato, tipo quello che ha avviato con l’aiuto dei nordcoreani.Se le cose si mettessero male, Kiev perderebbe un formidabile strumento di pressione a un tavolo che già si annuncia molto complicato, vista la situazione sul campo. E considerando che Trump è più interessato a mettere fine alla guerra che a tutelare gli interessi vitali degli alleati. D’altra parte, la lenta riconquista dei suoi oblast potrebbe indurre Putin a temporeggiare, rinviando l’armistizio al momento in cui avrà massimizzato i guadagni territoriali e avrà ripreso il controllo delle regioni perdute. Ciò spiegherebbe le reticenze degli ultimi giorni, nonché il benservito che lo zar ha dato al cancelliere tedesco uscente, Olaf Scholz, il quale chiede da settimane un nuovo confronto telefonico con il presidente della Federazione: «Non ci sono piani del genere per l’1, il 2 o il gennaio», ha tagliato corto Peskov. È il 20, semmai, la data chiave: quel giorno, The Donald si insedierà alla Casa Bianca.Certo, per Mosca lo scenario non è roseo. Oltre a essere diventata bersaglio dei missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti, si è rivelata vulnerabile alle uccisioni mirate, come quella di Igor Kirillov. Ieri, le autorità russe hanno annunciato di aver sventato altri due attentati, a un funzionario della Difesa e a un blogger militare. Chiaramente, più ci si avvicina al redde rationem, più le sollecitazioni e gli azzardi, da una parte e dall’altra, si intensificano. Perciò si sta di nuovo surriscaldando il fronte del gas. La storia si ripete e Putin confida nell’antico alleato della Russia: il generale Inverno.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/zelensky-sta-perdendo-kursk-2670695244.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="putin-si-scusa-per-il-volo-azero-difese-aeree-russe-in-azione" data-post-id="2670695244" data-published-at="1735411426" data-use-pagination="False"> Putin si scusa per il volo azero: «Difese aeree russe in azione» Le indiscrezioni secondo cui l’aereo precipitato in Kazakistan nel giorno di Natale sarebbe stato colpito da un missile russo hanno trovato conferma ieri nelle parole del presidente Vladimir Putin. Il Cremlino ha reso noto che il leader russo ha infatti contattato il presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, per «scusarsi per il tragico incidente successo nello spazio aereo russo e ancora una volta esprimere le sue profonde e sincere condoglianze alle famiglie delle vittime e augurare una veloce guarigione alle persone ferite». Si tratta di un atto piuttosto insolito per Putin dato che la dichiarazione sembra un’ammissione di colpa, nonostante non sia stato apertamente detto che Mosca abbia abbattuto il velivolo. Il presidente azero avrebbe fatto presente a Putin che l’aereo aveva subito «interferenze fisiche e tecniche esterne e il reindirizzamento verso la città kazaka di Aktau». Infatti, mercoledì l’aereo Embraer dell’Azerbaijan Airlines era partito da Baku per atterrare a Grozny, Capitale della Repubblica russa della Cecenia. Tuttavia, nei pressi della Russia meridionale, il velivolo sarebbe stato danneggiato e costretto a deviare, attraversando il Mar Caspio per circa 450 chilometri fino poi allo schianto ad Aktau in Kazakistan, dove hanno perso la vita almeno 38 persone, mentre 29 sono sopravvissute. Il giorno dopo delle fonti azere avevano comunicato a Reuters e a Euronews che l’incidente era stato causato da un missile russo per errore. Uno scenario non inverosimile anche perché quell’area della Russia è stata di recente target dei droni ucraini, con la contraerea russa pronta a rispondere. E questo è stato confermato sempre ieri dal Cremlino: «In quel momento Grozny, Mozdok e Vladikavkaz erano state attaccate da droni ucraini e i sistemi di difesa aerea russi hanno respinto questi attacchi». Mosca ha anche sottolineato che sono stati interrogati «specialisti militari e civili» sull’incidente. Ad avvalorare le indiscrezioni emerse giovedì è stato anche il racconto di alcuni superstiti che, interpellati da Reuters, hanno raccontato di aver sentito dei boati e di essere stati avvisati da un assistente di volo di spostarsi in fondo all’aereo. Anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si è messo in contatto con l’omologo azero, spiegando poi su X: «La priorità chiave ora è un’indagine approfondita». Ha concluso aggiungendo: «La Russia deve fornire spiegazioni chiare e smettere di diffondere disinformazione. Foto e video mostrano chiaramente i danni alla fusoliera dell’aereo, tra cui fori e ammaccature che puntano saldamente a un attacco di un missile della difesa aerea». Sulla stessa linea l’Alto rappresentante dell’Ue, Kaja Kallas, che ha invocato un’indagine «rapida e indipendente», menzionando anche quanto accaduto nel 2014 quando un aereo della Malaysia Airlines era stato abbattuto in Ucraina orientale da un missile dei ribelli appoggiati dalla Russia. Nonostante la sentenza, in quel caso Mosca aveva negato ogni coinvolgimento.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.