2025-05-11
I quattro di Weimar a Kiev senza Ursula
Da sinistra: Friedrich Merz, Emmanuel Macron, Volodymyr Zelensky, Keir Starmer e Donald Tusk (Ansa)
Macron, Merz, Starmer e Tusk da Zelensky, Unione europea non pervenuta. Chiesta tregua di 30 giorni, pure Trump d’accordo. Mosca: «Valuteremo». Meloni in collegamento: il timore di un coinvolgimento bellico diretto rende fredda Roma. Ma il Pd critica. Giornata molto intensa quella di ieri sul fronte della guerra in Ucraina, che fa registrare come l’Unione europea intesa come entità politica sia scomparsa dal palcoscenico di questa vicenda, con Ursula von der Leyen relegata dietro le quinte. Emmanuel Macron, Keir Starmer e Fredrich Merz arrivano a Kiev di buon mattino in treno dalla Polonia, e raggiungono Donald Tusk. I leader di Francia, Gran Bretagna, Germania e Polonia incontrano Volodymyr Zelensky; gli altri leader dei «volenterosi», compresa Giorgia Meloni, sono collegati in videoconferenza. C’è anche il segretario generale della Nato, Mark Rutte.Macron, Merz, Starmer, Tusk e Zelensky parlano al telefono, in viva voce, con Donald Trump. L’iniziativa ha anche un evidente obiettivo propagandistico, le foto del viaggio in treno, del colloquio con Trump, dell’incontro con Zelensky invadono i siti e i social. La «ciccia» è la richiesta a Vladimir Putin di un cessate il fuoco di 30 giorni da domani. La novità è la dichiarata piena intesa tra europei, Ucraina e Usa, «la più grande mai avuta», dice Starmer. «Insieme agli Stati Uniti», scrivono Macron, Starmer, Merz e Tusk in una dichiarazione congiunta, «chiediamo alla Russia di concordare un cessate il fuoco completo e incondizionato di 30 giorni per creare lo spazio per i colloqui su una pace giusta e duratura. Lo spargimento di sangue deve cessare, la Russia deve fermare la sua invasione illegale e l’Ucraina deve poter prosperare come nazione sicura, protetta e sovrana all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale». Macron, in una intervista rilasciata durante il viaggio ai canali francesi Tf1 e Lci, dice chiaramente che «servono colloqui diretti tra Ucraina e Russia». Traduzione: con Putin ci trattiamo anche noi. «In caso di violazione di questo cessate il fuoco», sottolinea Macron in conferenza stampa, «abbiamo concordato che saranno preparate e coordinate sanzioni massicce tra europei e americani. Gli Stati Uniti monitoreranno il cessate il fuoco». «Un cessate il fuoco globale (aereo, terrestre, marittimo, infrastrutturale) per 30 giorni», scrive su X Keith Kellog, l’inviato speciale Usa per l’Ucraina, «darà il via al processo per porre fine alla guerra più grande e lunga in Europa dalla seconda guerra mondiale. Come il presidente Trump ha ripetutamente affermato, fermate le uccisioni, ora». Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, sottolinea prima che «Mosca non ha paura delle sanzioni, c’è abituata» e che «la precondizione per un accordo che porti alla tregua di 30 giorni tra Russia e Ucraina è lo stop al rifornimento armi a Kiev. Abbiamo determinati canali di dialogo con Washington, che manteniamo, e su cui si discutono varie questioni», sottolinea ancora Peskov, «ma non abbiamo alcun canale di dialogo con il presidente francese Macron». Poi, però, Peskov ha aggiunto: «Dobbiamo rifletterci. Si tratta di un nuovo sviluppo. Ma cercare di farci pressione è del tutto inutile». Fa la voce grossa il neocancelliere tedesco: «Se il presidente Putin non sarà d’accordo con una tregua», dice Merz alla Bild, «ci sarà un duro inasprimento delle sanzioni e l’enorme sostegno all’Ucraina proseguirà, sia politicamente sia finanziariamente e militarmente». Il cancelliere ipotizza una telefonata a Putin. «Il presidente russo», replica Peskov, «è aperto a contatti con qualsiasi leader straniero». «Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni», fa sapere Palazzo Chigi, «ha partecipato in video collegamento, a una riunione dei leader sul sostegno all’Ucraina e sugli sforzi in corso per raggiungere una pace giusta e duratura, che ne assicuri la sovranità e la sicurezza. La riunione», recita la nota, «ha permesso di rinnovare l’urgenza di un cessate il fuoco totale e incondizionato di 30 giorni».Le opposizioni hanno criticato l’assenza della Meloni. «In questa foto manca purtroppo l’Italia, ed è il risultato della palude di compromessi in cui si è avvitato il governo», ha scritto su X la vicepresidente del Parlamento europeo, la dem Pina Picierno. Anche per Giuseppe Conte il premier «resta a guardare le scelte degli altri». L’assenza della Meloni ha tuttavia un significato politico: il premier potrebbe infatti considerare avventata un’iniziativa che finisca per portare truppe europee in Ucraina, eventualità sempre respinta da Roma.«Abbiamo discusso di sicurezza. Siamo tutti d’accordo», scrive sui social Zelensky, «sulla necessità di un cessate il fuoco totale, incondizionato e sufficientemente duraturo da consentire un vero processo diplomatico. Siamo tutti d’accordo sul fatto che la guerra debba concludersi con una pace dignitosa». Zelensky parla di pace «dignitosa», un aggettivo che fa ben comprendere che l’Ucraina sa benissimo di dover concedere qualcosa. «Al termine dell’incontro», scrive Zelensky, «abbiamo parlato tutti insieme con il presidente Trump. È stata una conversazione proficua, positiva e concreta. Sono grato al presidente Trump. Condividiamo una visione comune: è necessario un cessate il fuoco immediato, completo e incondizionato per almeno 30 giorni. Proponiamo», aggiunge Zelensky, «che inizi lunedì 12 maggio. Attendiamo la risposta della Russia».L’inviato speciale di Trump per il conflitto in Ucraina Steve Witkoff informerà la leadership russa sulle proposte in 22 punti per un accordo. «Si tratta di un documento di proposte elaborato dagli Stati Uniti insieme ai Paesi europei e all’Ucraina. Uno dei punti è un cessate il fuoco di 30 giorni. Il documento contiene anche una clausola che stabilisce che gli Stati Uniti non sosterranno l’adesione di Kiev alla Nato». Ruvido come di consueto il commento affidato ai social dal vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev . «Macron, Merz, Starmer e Tusk avrebbero dovuto discutere della pace a Kiev. Invece», scrive Medvedev, «stanno lanciando minacce contro la Russia. Ficcatevi questi piani di pace nei vostri sederi pan gender». Sul fronte dei dazi, l’agenzia di stampa cinese Xinhua scrive che i colloqui con gli Stati Uniti iniziati ieri a Ginevra sono «un passo importante verso la soluzione» del braccio di ferro.