2025-10-20
Sul nucleare Teheran è davanti a un bivio
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Il dossier del nucleare iraniano sta tornando al centro dell’attenzione. Sabato, Teheran ha dichiarato decadute tutte le restrizioni previste dall’accordo sull’energia atomica, che era stato firmato nel 2015.“Tutte le disposizioni dell'accordo, comprese le restrizioni al programma nucleare iraniano e i meccanismi correlati, sono considerate terminate”, ha affermato il ministero degli Esteri iraniano in una nota, pur sottolineando di voler portare avanti un “impegno alla diplomazia”. La presa di posizione del regime khomeinista è avvenuta nello stesso giorno in cui l’intesa, chiamata Jcpoa, è formalmente scaduta. Ricordiamo che l’accordo era stato raggiunto nel 2015 dall’amministrazione Obama. Tre anni dopo, Donald Trump si era ritirato da esso, accusando gli ayatollah di non rispettarlo. Tra aprile e maggio di quest’anno, lo stesso Trump tuttavia aveva avviato delle trattative con Teheran per arrivare a una rinegoziazione dell’intesa che portasse il regime khomeinista a rinunciare all’arricchimento dell’uranio. I negoziati erano tuttavia finiti in stallo e, a giugno, Washington aveva bombardato tre siti atomici iraniani. Da allora, Trump ha più volte auspicato di riprendere le trattative, aprendo anche alla possibilità che, un domani, l’Iran possa addirittura aderire agli Accordi di Abramo. Finora, Teheran non ha fatto troppe concessioni. È così che, il mese scorso, Francia, Germania e Regno Unito – con la benedizione di Washington – hanno avviato il meccanismo che avrebbe reimposto al regime le sanzioni dell’Onu sospese dal Jcpoa. Adesso, bisognerà quindi capire come si svilupperà la situazione.Il recente summit di Sharm el-Sheikh ha certificato l’isolamento regionale dell’Iran: un fattore che, con ogni probabilità, spaccherà ulteriormente l’establishment politico-militare di Teheran tra i fautori della linea dura e coloro che sono invece aperti alle trattative. Da questo punto di vista, è possibile che Mosca punti a giocare un ruolo di primo piano. Dopo aver perso influenza in Medio Oriente a seguito della caduta di Bashar al Assad, il Cremlino vuole rientrare in partita. È per questo che Vladimir Putin ha intenzione di ritagliarsi il ruolo di mediatore tra Washington e Teheran sulla questione del nucleare. D’altronde, secondo alcune indiscrezioni, lo zar e Trump avevano già giocato di sponda a giugno, per far cessare la guerra dei dodici giorni tra Israele e Iran. Il presidente americano ha del resto urgentemente bisogno di un’intesa che impedisca agli ayatollah di conseguire l’arma atomica: il che è funzionale a rassicurare Gerusalemme e Riad, nonché a rilanciare gli Accordi di Abramo. Il grande punto interrogativo resta quindi principalmente uno: che cosa deciderà di fare il regime khomeinista sul nucleare?
Ecco #DimmiLaVerità del 20 ottobre 2025. Ospite l'esperto di geopolitica Daniele Ruvinetti. L'argomento del giorno è: "La trattativa Trump-Putin sull'Ucraina".