Spesso si associa la parola «archeologia» a colonne doriche, capitelli corinzi e templi pagani, ignorando che anche gazometri o fabbriche ne fanno parte. Peccato, perché queste strutture del passato industriale ci parlano di noi, del nostro Paese, dell’organizzazione del lavoro e il loro fascino è spesso ricercato dagli amanti dell’urbex, ossia dell’esplorazione di strutture abbandonate e fatiscenti delle città. Ecco un viaggio da Nord a Sud alla scoperta dei posti più caratteristici.
Organizzare un viaggio sulla scia dei monumenti di archeologia industriale: un’idea che può apparire un po’ balzana se non si è degli appassionati. Eppure l’archeologia industriale riguarda la nostra storia più attuale.
Abituati come siamo ad associare la parola «archeologia» a colonne doriche, capitelli corinzi e templi pagani, spesso rifiutiamo l’idea che gazometri o fabbriche dismesse possano assurgere a tale onore. Peccato, perché questi monumenti del passato industriale ci parlano di noi, del nostro Paese, dell’organizzazione del lavoro e il loro fascino è spesso ricercato dagli amanti dell’urbex, ossia dell’esplorazione di strutture abbandonate e fatiscenti delle città.
L’archeologia industriale può fungere da spunto per un viaggio che sia sì culturale, ma anche di piacere: non dimentichiamo che si può partire con delle domande e tornare con tutt’altre risposte.
Vediamo dove, in Italia, è possibile fare incursioni nella storia più recente, cercando di capire cosa c’è dietro ad ammassi di mattoni o ferri vecchi, che spesso parlano in maniera eloquente di fatiche, innovazioni, esperimenti e umanità.
Rho: ex Cotonificio Muggiani
Impossibile non partire da questo comune del Milanese. Rho, infatti, è una delle cittadine più industriose della Lombardia e di certo non ci si stupisce di fronte ai frammenti di storia industriale che vi si ritrovano, primo fra tutti l’ex Cotonificio Muggiani. L’edificio principale di questo opificio è stato conservato proprio per il suo interesse archeologico-industriale, mentre altre parti sono state modellate su altre esigenze.
A inizio Novecento vi si filava il cotone, attività-perno dell’economia italiana di un tempo. Nel vicino quartiere Muggiani, inoltre, sorgeva il quartiere operaio, ma dagli anni ’70 la fabbrica perse gradualmente importanza fino alla sua scomparsa.
Se pensate che Rho, con il suo ex cotonificio, non meriti una visita, vi sbagliate: oltre alla famosa fiera, il comune può infatti vantare alcune dimore nobiliari, tra cui la cinquecentesca Villa Scheibler, nata originariamente come casino di caccia.
Infine, Rho è famosa per la sua Street Art, grazie a Lasciamo il Segno, evento artistico al quale si devono circa 80 dipinti sparsi per tutto il centro storico.
Dove dormire a Rho
Anjoy&Bleev Rooms, via Pace 85: camere arredate con stile in questo bed and breakfast apprezzato anche per la posizione.
Mangiare a Rho
- Osteria di Largo Kennedy, Largo John Fitzgerald Kennedy, 3: imperdibile il risotto con l’ossobuco;
- Ristorante Pizzeria Il Vicolo, via Livello 1/3: da provare i piatti a base di pesce.
Paderno d’Adda: il ponte di ferro
Sempre nel Nord Italia si trova un altro monumento di archeologia industriale: il ponte di ferro di Paderno d’Adda (LE). Costruito a fine ‘800, è un capolavoro di ingegneria, che oggi diamo per scontato, ma che per l’epoca rappresentava un’innovazione sul suolo italico. Il ponte San Michele (è conosciuto anche così) è infatti a due piani: quello inferiore era ed è attraversato dai treni e quello superiore dalle automobili.
Forma e posizione sono spettacolari: non per niente questo ponte - che collega Paderno a Calusco d’Adda e domina la gola attraversata dal fiume – era in lizza per entrare a fare parte dei patrimoni dell’umanità UNESCO.
Ma cosa fare e vedere a Paderno d’Adda, oltre al ponte in ferro? Interessanti sia il monumento degli alpini, costruito con tralicci rossi in ferro e situato proprio di fianco al ponte, che i diversi monumenti di “archeologia rurale”, come ad esempio Cascina Maria. Ma, soprattutto, a Paderno d’Adda si possono fare lunghe passeggiate grazie ai tanti itinerari naturalistici del Parco Adda Nord.
Dormire vicino Paderno d’Adda
Agriturismo Fondo Brugarolo, via Alessandro Manzoni 15 – Busnago: immerso nel verde, si trova vicino a Leolandia, parco divertimenti per bambini.
Mangiare a Paderno d’Adda
- Locanda Bel Sit, via T. Edison 28: sapori ricercati in un ambiente moderno;
- Vineria la stazione, via L. Gasparotto 3: notevole la selezione di vini proposta.

Roma: il quartiere Ostiense
Anche la capitale non scherza quanto a monumenti di archeologia industriale. Basta andare sull’Ostiense o anche solo ricordare i film (come Le Fate Ignoranti, di Ferzan Ozpetek) che immortalano il Gazometro principale, uno dei simboli di Roma.
Un tempo utile a misurare il volume del gas di città, a serbarlo e depurarlo, oggi il Gazometro fa semplicemente scena. È affiancato da altri 3 gazometri più piccoli, ma è l’intero quartiere ad attirare orde di visitatori, sia per la street art che per i ponti dell’Industria (salito agli onori delle cronache un anno fa per via dell’incendio che ne distrusse una parte) e della Scienza. A proposito di archeologia industriale: è assolutamente da visitare la Centrale Montemartini, museo che ha collocato in maniera mirabile alcune statue romane all’interno di un contesto industriale, appunto, che è quello di un impianto di produzione elettrica di inizio ‘900.
Dove dormire sull’Ostiense
La Donna Garbata, via Nicolò da Pistoia 21: bed and breakfast accogliente e a due passi dalla metro.
Mangiare sull’Ostiense
- Hostaria da Enzo Roma, via Ostiense 36: tipica trattoria romana, dove fare man bassa di fiori di zucca e cacio e pepe;
- Bacetto Bistrot, via Ostiense 177 a-b: molto famoso per i dolci.

Sardegna: le miniere di Ingurtosu
L’archeologia industriale sarda fa rima con archeologia mineraria. Si pensi alle miniere ormai abbandonate di Ingurtosu (VS).
L’impatto è impressionante: sembra di trovarsi di fronte a un villaggio abbandonato in mezzo al deserto. La rilevanza storica di questa miniera ha fatto sì che, nel 1997, venisse inserita nella rete Geo-parks dell’UNESCO.
In un ambiente estremamente suggestivo, si possono osservare con stupore i pozzi Casargiu, 92, Turbina, Lambert e Gal, ma anche le laverie Pireddu e Brassey – Naracauli. Infine i magazzini della blenda e della galena.
A poca distanza si trovano le fantasmagoriche dune di Piscinas, località di mare della Costa Verde.
Dormire a Ingurtosu
Agriturismo Arroccas de is Istellas, Strada Provinciale 66 snc: ottime sia la posizione che la colazione.
Mangiare ad Arbus
- Piscinas Beach Club, spiaggia di Piscinas – Arbus: vale la pena anche solo per la location;
- Ristorante La Trattoria, via Fratellanza Operaia – Arbus: ottimi gli antipasti di mare.

Sicilia: Fornace Penna
Sampieri è una tranquilla località di mare, nonché frazione della più famosa Scicli, in provincia di Ragusa. La sua lunga spiaggia è delimitata, a Punta Pisciotto, dalla Fornace Penna, realizzata a inizio Novecento.
Si tratta di uno stabilimento dalla storia importante: dopo la guerra italo-turca, gran parte di Tripoli venne infatti ricostruita con i laterizi che si producevano proprio al Pisciotto. Le condizioni di lavoro erano molto dure, motivo per cui l’incendio del 1924 venne attribuito ai socialisti.
Definito da Sgarbi “una basilica laica in riva al mare”, il Pisciotto è indubbiamente un’affascinante testimonianza del passato industriale isolano, esaltato dalla bellezza selvaggia della spiaggia su cui sorge.
Dormire a Sampieri
Appartamenti Al Ficodindia, via Agira 20: bellissima la vista sul mare.
Mangiare a Scicli
- La Grotta Scicli, via Dolomiti 62: pasta alla Norma al top;
- Prosit Sicilian Bistrot, via Dolomiti 6: piatti particolari, come il polpo alla cenere su fonduta di Ragusano stagionato.







