2024-10-21
Un africano sfascia vetrine e aggredisce con il coltello: poliziotto spara e lo uccide
A Verona ennesimo straniero fuori controllo. Salvini: «Non ci mancherà». Il Pd protesta. Troupe di Rete 4 assalita a Pisa. Ma per le toghe il problema è la Meloni: «È pericolosa».Si agitava in stato confusionale intorno alla stazione di Verona Porta Nuova, all’alba di ieri. Visibilmente alterato, uno dei tanti nelle nostre città: allo sbando, molesto e apparentemente sotto effetto di alcol. È morto dopo due ore di deliri, minacce e devastazioni sotto il fuoco di un agente della Polfer che per difendersi da un’aggressione ravvicinata con coltello, ha sparato tre colpi in fila uno dei quali lo ha colpito al petto. L’agente ha tentato di rianimare l’uomo che lo aveva aggredito disperatamente e anche inutilmente: il ventiseienne originario del Mali è morto dopo pochi minuti. Tutto era iniziato intorno alle 5 del mattino nella zona di Porta Nuova, tra i luoghi conosciuti per essere tra i più pericolosi di Verona, già scenario di altri episodi di violenza. Il maliano, senza apparente motivo, aggredisce un gruppo di vigili urbani presenti sul posto per verbalizzare un incidente stradale. Il ragazzo con un coltellaccio da cucina si è lanciato contro di loro per poi dileguarsi. I vigili urbani a quel punto avvertono gli agenti della Polfer, per informarli della presenza dell’uomo. Passano due ore e ricomincia l’inferno. Il giovane spacca vetrine di negozi all’interno della stazione, tra cui la biglietteria e la tabaccheria situate all’ingresso, oltre che alcune auto in sosta nel parcheggio di fronte alla stazione. A quel punto gli agenti della Polfer hanno tentato di bloccarlo, poi il fatale incidente. Secondo i molti testimoni presenti in quel momento, il giovane «sembrava indemoniato, non era contenibile». Solo l’autopsia, prevista nelle prossime 48 ore, potrà chiarire le ragioni del suo stato psicofisico alterato. Al vaglio tutte le immagini registrate dalle tante telecamere presenti nella zona. Il maliano era noto alle forze dell’ordine per reati legati alla droga ed era un richiedente asilo. Lo scorso luglio la Poliziap di Verona aveva eseguito 26 ordinanze di custodia cautelare in carcere e sette divieti di soggiorno nella provincia nei confronti di altrettanti indagati, di origine marocchina, con precedenti penali, senza fissa dimora ed irregolari che da agosto 2023 a maggio 2024, avevano reiterato azioni violente sempre nella stessa zona della stazione ferroviaria. L’ennesimo episodio quindi ha scatenato le polemiche sulla sicurezza nelle aree dove è maggiormente concentrata la presenza in città di irregolari. Il primo commento è stato del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini che sui social ha commentato scrivendo: «Con tutto il rispetto, non ci mancherà. Grazie ai poliziotti per aver fatto il loro dovere». Pronta la replica di Franco Mirabelli, senatore e vicepresidente del gruppo del Pd, per il quale «vedere Salvini festeggiare per la scomparsa di un uomo è una vergogna per il nostro Paese, che lui dovrebbe rappresentare. Seminare odio fa male a tutti». Sempre ieri, un gruppo di extracomunitari ha assalito a Pisa con lanci di bottiglia una troupe di Rete4 guidata dalla giornalista Chiara Giannini. Lo ha rivelato l’europarlamentare della Lega Roberto Vannacci, che l’ha definito «un episodio di violenza gravissimo fermato solo dall’intervento dei militari della brigata paracadutisti Folgore impegnati nell’operazione Strade Sicure e dalle forze dell’ordine rapidamente intervenute in loco». Episodi che accadono proprio nei giorni in cui politica e magistratura discutono a proposito del piano del governo per trasferire i clandestini in Albania, bloccato dalla Procura di Roma. Uno stop pregiudiziale per Giorgia Meloni che intende risolvere velocemente il problema nel Cdm convocato per oggi pomeriggio alle 18. Nel frattempo Il Tempo ha pubblicato una mail choc scambiata tra gli esponenti di Magistratura democratica. A scrivere la mail, alle 18.32 di sabato, a una nutrita mailing list di giudici schierati, è il sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello. Nella mail si legge: «Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto». Poi Patarnello aggiunge: «La compattezza e omogeneità di questa maggioranza è molto maggiore che nel passato e la forza politica che può esprimere è enorme e può davvero mettere in discussione un assetto costituzionale ribaltando principi cardine che consideravamo intangibili. Come corollario di questa condizione politica, anche l’accesso a un’informazione decente è ancora più difficile dell’era di Berlusconi». Una dichiarazione di guerra che Patarnello sottolinea essere «non politica». Più politica di così.
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