2025-08-14
Veltroni il marziano: parla di sicurezza dopo averla sabotata quando era al potere
Walter Veltroni (Imagoeconomica)
La sinistra di Uolter ha negato per anni il nesso tra crimini e immigrazione, esaltandola. E oggi dà lezioni al governo.Uolter Veltroni ha scoperto che non esistono solo i diritti delle minoranze, per i quali si batte da sempre, ma esiste anche il diritto della maggioranza degli italiani di sentirsi sicuri in casa propria. E così, dopo averci lungamente pensato, ha vergato un editoriale per il Corriere della Sera in cui ha deciso di spiegare come risolvere il problema.Per prima cosa, l’ex direttore dell’Unità, ex vicepremier di Romano Prodi ed ex segretario del Pd, oltre che autore di romanzi e saggi regolarmente incensati dai giornaloni, tiene a farci sapere che sul tema la destra ha fallito. Pur essendo uno dei governi più longevi della storia repubblicana, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni non è infatti ancora riuscito a trovare una soluzione al problema che attanaglia il nostro Paese. Al punto che la percezione di insicurezza non è mai stata così alta e va da sé che la responsabilità è interamente di chi ha pensato di risolvere la questione facendo uso e abuso di demagogia.Chiarito che mai come ora, cioè da quando a Palazzo Chigi c’è Giorgia Meloni, gli italiani si siano sentiti insicuri, Veltroni ci spiega che è sbagliato identificare il problema della sicurezza con quello dell’immigrazione, perché il fenomeno va regolato con un mix di fermezza e integrazione, senza demonizzazione. Non importa che gran parte dei reati di grande allarme sociale siano commessi da stranieri. Per Uolter la cosa più urgente da fare è contrastare le nuove forme di delinquenza digitale. Sì, avete letto bene. È ovvio: pensionati e donne escono con prudenza la sera ed evitano di rincasare tardi e soli, sia gli uni che le altre, per poi rinchiudersi in una casa con la porta e le finestre blindate, perché temono di essere vittime di un attacco hacker.Ma la parte più interessante dell’editoriale dell’ex iscritto al Pci (prese la tessera da giovane, con l’intenzione di cambiare il partito da sovietico che era in americano, forse immaginando di sostituire Breznev con John F. Kennedy) è quella dedicata al grande tema delle periferie urbane. Testuale: «Se i miliardi di euro per il Ponte sullo Stretto fossero stati investiti in piani comunali per la luce, in spazi sociali e culturali, con le forze dell’ordine nelle periferie urbane, penso si sarebbe fatta la cosa giusta. Così come sarebbe corretto immaginare politiche attive per i bambini e i ragazzi, a cominciare dall’apertura permanente di spazi sociali, in primo luogo le scuole».Vi risparmio le considerazioni che l’ex comunista, diventato liberal con il crollo del Muro di Berlino e della sua leadership (da segretario del Pd perse tutto ciò che si poteva perdere e alla fine si dimise), scrive a proposito delle carceri, che secondo lui dovrebbero diventare centri che favoriscono il reinserimento sociale e non luoghi di detenzione. Sociologia spicciola. Sociologia da quattro soldi. Sociologia di sinistra. Che si ricorda di ciò che bisogna fare solo quando non lo può fare perché non è al governo. Se oggi esiste un problema di criminalità che allarma la popolazione è perché per anni i compagni come Veltroni hanno negato la realtà, ovvero che il fenomeno dell’immigrazione incontrollata facesse aumentare reati come stupri, furti e rapine. Già all’inizio del nuovo millennio un sociologo serio come Marzio Barbagli, per altro politicamente vicino al Pci, spiegò l’impatto che l’immigrazione aveva sulla sicurezza. Ma invece di imparare dalle lezioni del professore bolognese, i dirigenti del Pds prima, dei Ds dopo e del Pd infine hanno preferito ignorare il problema, sostenendo che si trattasse di una montatura della destra. La sinistra ha coccolato le Ong e mandato a processo Salvini per aver chiuso i porti. Il risultato sono le statistiche delle criminalità, che collocano Milano, cioè la città della sinistra radical chic di Beppe Sala, ai vertici della classifica dei capoluoghi più insicuri.Quanto alle periferie, che oggi Veltroni vuole curare con i soldi del Ponte sullo Stretto, ad averle create sono stati gli architetti progressisti suoi compagni. Dallo Zen alle Vele di Scampia, dal Corviale ai casermoni di Tor Bella Monaca, senza dimenticare il Quartaccio. Giunte di sinistra e progettisti radical chic che si ispiravano al razionalismo sovietico. Il risultato sono quartieri alienati, zone di spaccio e criminalità, luoghi che si cerca di restituire con fatica al controllo dello Stato, dopo aver consentito per anni occupazioni e degrado. Quanto poi all’immigrazione, che secondo Veltroni andrebbe governata, per poterlo fare è indispensabile un governo che abbia le mani libere e non legate da un’infinità di ostacoli creati da una giurisprudenza progressista. Respingere uno straniero che non ha diritto di restare in Italia non si può. Il rimpatrio è una via crucis e quando si decide di trattenerlo c’è sempre un giudice di sinistra che ne dispone la scarcerazione.È vero, gli italiani hanno diritto a sentirsi sicuri. Ma a impedire questo diritto è una sinistra parolaia, che negli anni ha reso praticamente impossibile la tutela di chi rispetta la legge, assicurando l’impunità a chiunque invece abbia intenzione di violarla. Se neppure quattro minorenni che uccidono una donna spingono la sinistra a comprendere che bisogna chiudere i campi rom e cambiare le leggi, significa che il problema non è la sicurezza che non c’è, ma la sinistra che impedisce di garantirla.Ps. L’articolo di Veltroni è uscito nello stesso giorno in cui Federico Rampini sul Corriere spiegava perché negli Stati Uniti Trump sta militarizzando Washington. Chi ha capito l’America, anticipandone i fenomeni, è ovviamente Rampini, non Uolter.
Sandro Mazzola (Getty Images)
Una foto di scena del fantasy «Snowpiercer» con Chris Evans e Tilda Swinton firmato dal coreano Bong Joon. Nel riquadro una tavola del fumetto