2025-12-03
Rifugiati nelle case dei romani (gratis)
Gualtieri avvia l’«accoglienza diffusa», ma i soldi andranno solo alla Ong.Aiutiamoli a casa loro. Il problema è che loro, in questo caso, sono i cittadini romani. Ai quali toccherà di pagare vitto e alloggio ai migranti in duplice forma: volontariamente, cioè letteralmente ospitandoli e mantenendoli nella propria abitazione oppure involontariamente per decisione del Comune che ha stanziato 400.000 euro di soldi pubblici per l’accoglienza. Tempo fa La Verità aveva dato notizia del bando comunale con cui è stato istituito un servizio di accoglienza che sarà attivo dal 1° gennaio 2026 fino al 31 dicembre 2028. E ora sono arrivati i risultati. «A conclusione della procedura negoziata di affidamento del servizio di accoglienza in famiglia in favore di persone migranti singole e/o nuclei familiari o monogenitoriali, in possesso di regolare permesso di soggiorno, nonché neomaggiorenni in carico ai servizi sociali», si legge sul sito del Comune, «il dipartimento Politiche sociali e Salute comunica l’aggiudicazione del servizio. L’affidamento, relativo alla procedura è stato aggiudicato all’operatore economico Refugees Welcome Italia Ets». L’idea è quella della accoglienza diffusa. Ai migranti con permesso di soggiorno e agli stranieri neo maggiorenni saranno offerti percorsi di formazione, inserimento lavorativo e sostegno sociale. Ma soprattutto sarà offerta ospitalità. Dove? Non in centri di accoglienza, case famiglia o simili, ma direttamente nelle abitazioni dei cittadini che vorranno partecipare all’ambizioso progetto. I romani accoglienti dovranno provvedere a fornire un tetto e il cibo agli stranieri, e dovranno contribuire al tentativo di renderli autonomi. Direte: che cosa cambia rispetto al passato? Beh, cambia un particolare fondamentale: chi ospita non verrà rimborsato. Ci ha tenuto a specificarlo il dipartimento delle Politiche sociali del Comune mesi fa: «Le spese per l’inclusione sociale riguardano esclusivamente interventi e misure rivolte ai beneficiari del servizio. Ne consegue che i rimborsi alle famiglie non possono essere ricondotti né a tale voce né ad altre tipologie di spesa e non risultano, pertanto, ammissibili». Tradotto: i soldi pubblici serviranno a pagare i vari progetti inclusivi, ma non andranno alle famiglie che si terranno i migranti in casa: dovranno essere loro a pagare tutto. Poco male, si dirà. Anzi, benissimo: finalmente chi tifa per le frontiere aperte potrà impegnarsi in prima persona sborsando di tasca sua. Già, peccato che tutti gli altri abitanti della Capitale dovranno contribuire alla spesa, tramite i 400.000 euro che andranno a Refugees Welcome, organizzazione che si occupa proprio di accoglienza nelle case e per cui in effetti il bando calzava a pennello. Li aiutano in casa loro, ma a pagare sono sempre i contribuenti.
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