2025-06-03
Varsavia verso Washington, schiaffo all’Ue
L’elezione di Karol Nawrocki è un terremoto geopolitico: l’uomo che ha trionfato alle urne è in ottimi rapporti con il presidente Usa. Inoltre supporta l’Ucraina, ma senza fanatismi e tenendo ben presenti gli interessi nazionali. Vuole un’Unione meno invadente.È un autentico scossone geopolitico quello arrivato dalle elezioni presidenziali polacche, che hanno visto prevalere Karol Nawrocki: candidato indipendente, sostenuto dal partito conservatore Diritto e Giustizia. La sua vittoria rappresenta un duro colpo per il premier liberal-progressista, Donald Tusk (che ieri ha annunciato di voler procedere a un voto di fiducia per testare la solidità della sua maggioranza) e per la sua politica estera. Politica estera che, secondo l’articolo 146 della Costituzione polacca, risulta principalmente in capo al Consiglio dei ministri, è vero. Va tuttavia anche ricordato che il presidente detiene un potere di veto capace di mettere i bastoni tra le ruote alla coalizione di governo. Ciò vuol dire che, per quanto in modo più o meno indiretto, Nawrocki cercherà di far sentire tutto il proprio peso anche sulle questioni di natura internazionale. È quindi lecito chiedersi che cosa attendersi dalla sua elezione.Innanzitutto, come il capo di Stato polacco uscente Andrzej Duda, Nawrocki è molto vicino a Donald Trump. A maggio, era addirittura stato ricevuto dal presidente statunitense alla Casa Bianca in un chiaro segno di sostegno alla sua candidatura. Se ne deduce che Nawrocki punterà a rafforzare le relazioni tra Varsavia e Washington, ostacolando al contempo la politica di Tusk tendenzialmente favorevole all’asse franco-tedesco nonché all’establishment dell’Ue. Non solo. Contrariamente all’attuale premier polacco, Nawrocki appare particolarmente scettico nei confronti di una maggiore integrazione europea. Da questo punto di vista, potrebbe giocare di sponda con la Casa Bianca nel suo rapporto dialettico con Bruxelles. Senza poi trascurare che, con la sua vittoria, Nawrocki rafforza indirettamente l’Ecr, di cui Diritto e Giustizia fa parte. Una vittoria che, di contro, indebolisce politicamente Tusk, rendendo quindi meno solida la sua posizione all’interno del Consiglio europeo: il che non rappresenta una notizia confortante né per il presidente francese, Emmanuel Macron, né per il cancelliere tedesco, Friedrich Merz. Merz, in particolare, ha di che essere preoccupato, visto che Nawrocki ha più volte sostenuto che Berlino dovrebbe pagare a Varsavia delle riparazioni per la Seconda guerra mondiale.E attenzione: la sponda tra il presidente polacco in pectore e Trump potrebbe verificarsi anche sull’ambientalismo. La classe agricola polacca è fortemente preoccupata dai regolamenti collegati al Green deal europeo. In tal senso, alcuni mesi fa, Nawrocki definì lo stesso Green deal una «minaccia» e promise che, se fosse stato eletto, avrebbe indetto un referendum nazionale su di esso. Non dimentichiamo che anche l’amministrazione Trump guarda con ostilità al Green deal europeo, considerandolo uno dei fattori che avvicina pericolosamente Bruxelles a Pechino.Un ulteriore dossier sul tavolo è quello dell’Ucraina. Nonostante il suo avversario elettorale, Rafal Trzaskowski, lo avesse accusato a maggio di usare «il linguaggio di Putin», Nawrocki non può essere considerato un fautore dell’appeasement con Mosca, da lui accusata di «imperialismo» nel 2023. D’altronde, la politica estera di Diritto e Giustizia è sempre stata graniticamente atlantista e tutt’altro che amichevole verso la Russia. A marzo, Nawrocki ha anche affermato che Kiev debba continuare a essere sostenuta nel conflitto con Mosca, sottolineando che è nell’interesse polacco che «la Russia sia il più debole possibile e che l'Ucraina sia il più forte possibile». Ciò detto, il presidente polacco in pectore ha proposto una linea di severità nei confronti di Kiev. Il mese scorso, ha accusato Volodymyr Zelensky di «trattare male la Polonia». In particolare, già a marzo tacciò l’Ucraina di concorrenza sleale ai danni di Varsavia soprattutto nel settore agricolo. «Quando sarò presidente della Polonia, non accetterò che gli agricoltori polacchi, le aziende agricole polacche o le aziende di trasporto polacche soffrano a causa della concorrenza sleale dell'Ucraina», dichiarò.Non solo. Durante la campagna elettorale, Nawrocki ha anche espresso freddezza sull’adesione di Kiev all’Ue e si è mostrato contrario a un suo eventuale ingresso nella Nato: una posizione, quest’ultima, che aveva notevolmente irritato sia l’ambasciatore ucraino in Polonia, Vasyl Bodnar, sia lo stesso Tusk, che era arrivato a tacciare l’attuale presidente in pectore di «tradimento». Nel suo programma, Nawrocki aveva anche espresso contrarietà all’invio di soldati polacchi in territorio ucraino. Senza dimenticare che, a febbraio, aveva accusato Tusk di non avere abbastanza peso internazionale «per partecipare ai negoziati» tra Ucraina e Russia. Come che sia, ieri Zelensky ha teso la mano a Nawrocki, dichiarando: «Mi aspetto di continuare una fruttuosa cooperazione con la Polonia e con il presidente Nawrocki a livello personale». Resta comunque evidente come, anche sul dossier ucraino, il presidente polacco in pectore punti ad allinearsi alla politica della Casa Bianca. Insomma, la vittoria di Nawrocki potrebbe avere delle conseguenze geopolitiche più profonde di quanto possa sembrare a prima vista. Il network internazionale che gravita attorno a Trump si sta rafforzando. E, intanto, l’establishment politico europeo scricchiola sempre di più.
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