2023-01-27
In Uk stop al booster per gli under 50. Da noi resta per tutti
Da febbraio, Londra limiterà le terze dosi ai fragili. Pure Tokyo svolta e declassa il virus. Qui, invece, è ancora corsa al vaccino.Dal prossimo 12 febbraio, le persone sane di età compresa tra 16 e 49 anni non saranno più sollecitate a fare la terza dose di richiamo di vaccino anti Covid. Una saggia decisione, purtroppo non presa in Italia ma nel Regno Unito, dove il Comitato congiunto per la vaccinazione e l’immunizzazione (Jcvi) ha messo a punto importanti raccomandazioni per il governo di Rishi Sunak. Come lo stop all’offerta di booster per coloro che non ne hanno bisogno e attenzione concentrata su anziani, ospiti di Rsa, pazienti fragili per i quali sarà consigliato un richiamo autunnale. Forse anche in primavera, per le persone più a rischio di ammalarsi gravemente di Covid-19, come immunodepressi e ultraottantenni, ma la popolazione al di sotto dei 50 anni non dovrà preoccuparsi di fare il richiamo. Coloro che vogliono il booster, sono consigliati di affrettarsi prima della scadenza dell’offerta, ovvero il 12 febbraio quando terminerà anche la campagna autunnale 2022. «Abbiamo consigliato di pianificare ulteriori dosi per le persone a più alto rischio di malattie gravi, attraverso un programma di richiamo autunnale entro la fine dell’anno», ha fatto sapere il professor Wei Shen Lim, presidente dell’Jcvi, precisando che a breve sarà articolato anche un intervento primaverile «per le persone a maggior rischio». Il comitato, che fornisce consulenza ai dipartimenti sanitari, è arrivato a queste conclusioni in considerazione degli «alti livelli di immunità della popolazione», acquisiti attraverso la vaccinazione e/o l’infezione naturale, e della «minore gravità della malattia con Omicron», rispetto all’infezione dovuta a precedenti varianti. L’offerta di richiami quest’anno deve essere più mirata, ritengono gli esperti inglesi, e consentirà «un uso più efficiente delle risorse del sistema sanitario nazionale». Sulla base dei dati attuali in Uk, proporre la terza dose in fascia 16- 49 anni è considerato «di limitato valore continuativo e l’impatto complessivo sulla copertura vaccinale è trascurabile». Molto interessanti sono le osservazioni dell’Jcvi riguardo mortalità e ospedalizzazione per Covid. «Non tutti i ricoveri e i decessi attribuiti all’infezione da Sars-CoV-2 sono eventi prevenibili con il vaccino», dichiarano. A causa dell’elevata trasmissibilità della variante Omicron, e dal momento che l’infezione può essere asintomatica o solo lievemente sintomatica, le persone che richiedono cure ospedaliere per motivi diversi dal Covid-19 possono essere anche positive, ma «questi ricoveri non sono prevenibili attraverso la vaccinazione». Anzi, accade l’esatto «contrario», spiega il comitato, perché «alcuni individui altamente vulnerabili possono sviluppare Covid-19 grave, nonostante siano stati vaccinati». E nel Regno Unito, durante l’era Omicron (fino alla settimana 43 del 2022, ovvero dal 24 al 30 ottobre), i tassi più alti di ricoveri sono stati costantemente osservati nelle persone di età pari o superiore a 75 anni, ricordavano due giorni fa sul sito del dipartimento di sanità inglese. Niente più booster agli under 50 oltre Manica, dunque, che potranno sempre accedere al richiamo o alla vaccinazione di base (se privi di prima e seconda dose), in caso di problemi di salute che li facciano passare in una categoria a rischio. Tutt’altra situazione perdura nel nostro Paese, dove dopo la conversione in legge del decreto «rave», con le nuove misure relative agli obblighi di vaccinazione anti Covid-19 e in materia sanitaria, la campagna prosegue per tutti. Le norme, sulla istituzione e il funzionamento dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure di contrasto della pandemia, sono state prorogate dal 31 dicembre 2022 al prossimo 30 giugno.Non solo, per il ministero della Salute sono state previste nuove risorse relativamente al Piano strategico operativo nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (PanFlu). Si tratta di 35,8 milioni di euro per il 2023, di cui 3,9 milioni di euro da trasferire all’Istituto superiore di sanità. Quindi, diciamo che l’emergenza non è del tutto conclusa, fino alla prossima estate siamo preallertati.In Giappone, invece, c’è volontà di chiudere al più presto con la pandemia. Il primo ministro, Fumio Kishida, ha chiesto al ministro della Salute, Katsunobu Kato, un cambio sostanziale nei confronti del Covid, ovvero di riclassificare la malattia che provoca, «all’interno del “gruppo 5”», riferito a malattie stagionali quali l’influenza. Sarebbe un declassamento dall’attuale categoria 2, che consente alle autorità nipponiche di adottare ancora restrizioni. Gli esperti sono stati coinvolti già dallo scorso novembre, per arrivare a un’equiparazione sinonimo di normalità. Ovvero virus SarsCoV2 endemico, al pari di altre malattie infettive costantemente presenti nella popolazione in modo stabile e prevedibile.In Italia, molto si è allentato, ma l’insistenza vaccinale perdura anche nei soggetti non a rischio. Basti pensare che i bivalenti sono raccomandati anche per gli over 12 in perfetta salute.