2018-08-11
Vaccini, dopo le chiacchiere la legge: «Obbligo solo in caso di emergenza»
Il senatore leghista Massimiliano Romeo, firmatario del nuovo ddl con il M5s, spiega: «Verrà garantita l'immunità a scuola senza strumenti coercitivi. L'anagrafe sulle coperture porterà a interventi mirati. Più fondi per informare». Dopo giorni di polemiche e accesi scontri in Parlamento, nei social e nei programmi televisivi, sul caos vaccini, sembra aprirsi una schiarita. È stata infatti presentata in Senato, dalla maggioranza, una proposta di legge che prevede di raggiungere la copertura vaccinale con l'informazione e l'educazione, senza la coercizione e l'obbligo. Secondo il testo, solo in caso di emergenze sanitarie sarà introdotto l'obbligo di effettuare una o più vaccinazioni in definite coorti di nascita e per chi svolge una professione sanitaria, dopo un articolato iter istituzionale.A entrare nel merito della proposta di legge con La Verità, è Massimiliano Romeo (Lega) che con il senatore Stefano Patuanelli (M5s) ha firmato il ddl. «Non mi piace molto il termine di obbligo flessibile», esordisce il senatore Romeo, «preferisco dire che siamo certi che i livelli vaccinali per garantire l'immunità di gregge si possono ottenere senza strumenti coercitivi e lavorando sulla prevenzione e l'educazione. Se però c'è l'emergenza, lo Stato può arrivare a obbligarti alla vaccinazione». La dichiarazione è in sintonia con quanto ha sostenuto in questi giorni in televisione il ministro Giulia Grillo, secondo cui il testo del ddl, per mantenere il livello di sicurezza delle coperture, prevede «delle misure flessibili di obbligo sui territori, e quindi anche nelle Regioni e nei Comuni dove ci sono tassi più bassi di copertura vaccinale o emergenze epidemiche». Lo stesso concetto è stato ribadito, in un'intervista alla Stampa, anche dall'epidemiologo Vittorio Demicheli, già vicedirettore della sanità piemontese e chiamato dalla Grillo a coordinare il tavolo di esperti sulle politiche vaccinali. L'emergenza del morbillo sarebbe, per Demicheli, l'esempio attuale di una situazione per cui «si possono utilizzare strumenti come l'obbligatorietà». Come osserva Romeo, «l'obbligo dei vaccini c'era e ci sarà sempre ed è previsto dal Piano nazionale (Pnpv). Il problema posto dalla legge Lorenzin non è sull'obbligo vaccinale, ma è nel subordinare l'iscrizione a scuola alla vaccinazione, tanto che, chi non risponde all'obbligo, non va a scuola o paga la sanzione. Noi invece vogliamo mantenere la libertà di scelta informata». Per questo, continua Romeo citando l'articolo 5 del ddl, «subordiniamo l'iscrizione all'essere vaccinati solo in casi straordinari o di significativi scostamenti sulla copertura e immunità di gregge».sette articoliSolo quindi in questi casi straordinari, il mancato rispetto dell'obbligo comporterà, per i bambini da 0 a 6 anni il divieto di entrare in classe, mentre, per i più grandi, fino a 16 anni, sono previste sanzioni da 100 a 500 euro. Entrando nello specifico dei sette articoli della proposta di legge, si scopre che «ogni questione relativa al numero delle vaccinazioni obbligatorie e gli eventuali interventi locali o regionali, è demandata al ministero e ai tecnici del piano nazionale», spiega Romeo.Fra gli obiettivi indicati dal disegno di legge c'è la messa a punto di un'Anagrafe vaccinale nazionale, «strumento fondamentale», secondo il senatore, «per avere dati reali e aggiornati sul livello di copertura nelle varie regioni e definire, nel caso, interventi mirati sulle varie realtà». Proprio il mancato funzionamento di questo dispositivo, che integra i dati di scuole, Asl e genitori, ed era già previsto dal decreto Lorenzin, è all'origine del ricorso all'autocertificazione e ai continui rinvii della scadenza dei termini per la presentazione della documentazione di avvenuta vaccinazione alle scuole da parte dei genitori. L'ultima circolare ministeriale, fonte di dibattiti infuocati sull'autocertificazione, è in continuità con quanto già fatto dall'ex ministro. A tale proposito, per chi dichiara il falso scatta il procedimento penale. «Le Regioni», ricorda il senatore Romeo, «dovranno comunicare i dati al ministero perché ogni attività dipende da questi numeri. Per questo, l'Anagrafe vaccinale è una priorità all'esame del governo».cittadini consapevoli«Uno Stato moderno, fatto da cittadini consapevoli», ricorda l'epidemiologo Demicheli, «non dovrebbe contrapporre il diritto alla salute con quello all'istruzione». Il testo presentato è di «buonsenso», continua Romeo. «Da anni non si investe sull'informazione e l'educazione. La contrazione delle risorse economiche», spiega il senatore legista, «ha ridotto gli investimenti nella prevenzione e quindi è mancata la copertura di immunità di gregge». Tra le novità del ddl, c'è l'entrata della prevenzione nei Lea (livelli essenziali di assistenza). «Lo Stato, attraverso le Regioni», dice ancora Romeo, « si prende in carico i bambini e i genitori, mettendo a disposizione un servizio di consulenza (counselling) per far capire l'importanza della vaccinazione e rimuovere gli ostacoli alla scelta, che deve rimanere libera, ma consapevole e informata». Ovviamente, per fare campagne di formazione, servono delle risorse, anche economiche. «Prevediamo di destinare a questo scopo una quota del fondo sanitario nazionale, basterebbe l'1%», spiega il senatore. «I fondi saranno erogati alle Regioni solo se impiegati per il programma di prevenzione dei vaccini. Senza queste finalità, saranno bloccati».