
Il Tesoro ne aveva messi sul mercato 13. Nel 2024 i rendimenti delle obbligazioni italiane si sono ridotti perché considerate sicure.Italia in primo piano nel panorama europeo, con una domanda record di Btp che ha raggiunto i 200 miliardi. Una cifra enorme considerando che il Tesoro aveva messo sul mercato titoli per soli 13 miliardi. Ad incoraggiare gli investitori i segnali positivi provenienti dalla manovra economica e dal Piano strutturale di bilancio, che indicano un impegno per la riduzione del debito ormai prossimo ai 3.000 miliardi.I mercati, storicamente orientati a privilegiare le economie più «virtuose» come quella tedesca, stanno cambiando opinione. L’Italia, un tempo pecora nera dell’Unione Europea, sta dimostrando segnali di ripresa economica, mentre Francia e Germania, affrontano sfide significative. Berlino è ufficialmente in recessione, mentre Parigi cerca di attuare riforme fiscali in un contesto complesso.Il confronto tra i titoli italiani e quelli dei suoi vicini europei rende l’idea della nuova realtà. I rendimenti dei Btp sono scesi di circa 20 punti dall’inizio dell’anno, attestandosi tra 3,52% e 3,54%. Al contrario, i rendimenti francesi e tedeschi sono in salita a conferma di un calo di fiducia dei mercati.Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte, commenta questa evoluzione: «Si sta scalfendo la fama granitica di prima della classe della Germania». Questa situazione si riflette non solo sui rendimenti dei titoli di Stato, ma anche sui bond delle aziende tedesche, che mostrano segni di debolezza.La spinta decisiva arriva a favore dell’Italia dagli Usa. L’agenzia di rating Fitch, mai tenera verso il nostro Paese ha migliorato il giudizio da «stabile» a «positivo». L’ottimismo è dettato dal miglioramento nella gestione delle finanze pubbliche e da una crescita economica che, per quanto debole, supera le aspettative. Valutazioni che sono piaciute alle grandi banche come Deutsche Bank, Goldman Sachs, Imi-Intesa Sanpaolo, Jp Morgan, Morgan Stanley e Nomura incaricate di seguire l’offerta. In mattinata lo spread Btp-bund era partito stabile a circa 122 punti base, mettendosi alle spalle la forte tensione dei giorni precedenti. Al contrario, la Francia ha visto il suo voto scendere segnando un cambio drastico rispetto alle precedenti valutazioni. Il differenziale tra i titoli francesi e quelli tedeschi è aumentato, con il risultato di rendere il finanziamento del debito pubblico francese sempre più costoso.Mentre l’Italia sembra navigare verso un futuro più luminoso, la Germania affronta una crisi di fiducia. Anche se i suoi giudizi restano stabili, la percezione della qualità creditizia tedesca sta lentamente deteriorandosi. I Bund, storicamente considerati un rifugio sicuro, hanno perso terreno sia rispetto ai Btp che rispetto ai tassi swap, indicatore chiave delle dinamiche di mercato.«Questo dato evidenzia un deterioramento nella qualità creditizia della Germania percepita dal mercato», afferma Cesarano, sottolineando che le sfide economiche e politiche stanno iniziando a minare la stabilità tradizionale della Germania.In sintesi, l’Italia si trova in una posizione privilegiata per sfruttare l’attuale contesto economico europeo. Con un record di ordini per i Btp e un giudizio favorevole delle agenzie di rating, il Paese ha l’opportunità di consolidare la sua ripresa. Le prossime mosse del governo italiano saranno decisive per determinare se questo trend positivo potrà essere sostenuto nel lungo termine. Con la Germania in difficoltà e la Francia che affronta incertezze economiche, l’Italia ha la chance di riposizionarsi come un leader nella zona euro.
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Lo si trova nei semi oleosi e nelle noci, così come in salmone, tonno e acciughe. Però oggi molti tendono ad assumerne quantità eccessive.
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Il nuovo direttore del laboratorio. Restauro dipinti e materiali lignei del Vaticano: «Opereremo sul “Giudizio universale” e sulla Loggia del Sanzio nel cortile di San Damaso. Quest’ultimo intervento durerà cinque anni».
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Il dossier del nucleare iraniano sta tornando al centro dell’attenzione. Sabato, Teheran ha dichiarato decadute tutte le restrizioni previste dall’accordo sull’energia atomica, che era stato firmato nel 2015.





