2025-05-02
Gli Usa mostrano i muscoli con le bombe più potenti. Iran avvisato
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Il presidente Trump visita la base aerea della Guardia Nazionale di Selfridge nel Michigan (Getty Images)
Mentre proseguono i negoziati sul controverso programma nucleare iraniano, ora Washington alza la pressione. L’esercito degli Stati Uniti ha schierato un robusto dispositivo sotto il Comando Centrale, pronto a reagire a ogni evenienza.
Mentre proseguono i negoziati sul controverso programma nucleare iraniano, ora Washington alza la pressione. L’esercito degli Stati Uniti ha schierato un robusto dispositivo sotto il Comando Centrale, pronto a reagire a ogni evenienza.Ma come stanno andando le discussioni? In apparenza tutto sta andando bene e le dichiarazioni pubbliche vanno tutte in questa direzione ma in realtà gli iraniani non stanno fornendo le informazioni necessarie durante i tavoli tecnici. Sabato scorso, Stati Uniti e Iran si sono avvicinati ai negoziati sul nucleare, ma restano profonde divergenze, in particolare sulla possibilità per Teheran di continuare ad arricchire l'uranio. I colloqui si sono conclusi senza un accordo, ma con l'impegno a riprendere presto le discussioni. «Alcune delle nostre divergenze sono molto serie», ha ammesso il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi alla televisione di Stato. «Possiamo raggiungere un'intesa? Sono fiducioso, ma anche molto cauto». Da parte americana, un alto funzionario dell'amministrazione Trump ha definito l'incontro «positivo e produttivo», pur senza entrare nei dettagli delle questioni ancora irrisolte. Il prossimo round di colloqui è previsto a breve in Europa.«Non vogliamo la guerra. Questo presidente non è salito al potere per scatenare conflitti», ha dichiarato il Segretario di Stato Marco Rubio il 23 aprile. «Ma l’Iran non avrà mai un’arma nucleare. Lo abbiamo detto chiaramente, e ci riserviamo ogni diritto di impedirlo». Donald Trump ha concesso due mesi per chiudere un accordo, minacciando esplicitamente il ricorso alla forza militare se Teheran si rifiutasse di negoziare. «Penso che troveremo un accordo, preferisco di gran lunga un'intesa piuttosto che l'alternativa», ha dichiarato venerdì scorso ai giornalisti.Ora se i colloqui con Teheran dovessero arenarsi, resta sul tavolo l’opzione MOP: l’impiego delle bombe non nucleari più potenti dell’arsenale americano, le Massive Ordnance Penetrator, progettate per colpire e distruggere strutture sotterranee fortificate.Negli anni, il Pentagono ha perfezionato strategie mirate, combinando incursioni di commando e cyberattacchi con ordigni capaci di penetrare profondamente nel terreno. La capacità aerea iraniana è già sotto osservazione, e il know-how sviluppato dagli Stati Uniti fin dalla Guerra del Golfo del 1991 si traduce oggi in una prontezza operativa affinata da oltre due decenni di esperienza.L’arsenale non guarda solo all’Iran: anche Corea del Nord e Cina dispongono di infrastrutture militari sotterranee. Tuttavia, se dovesse arrivare l’ordine, l’aeronautica americana sarebbe in grado di lanciare un attacco di precisione contro i principali siti iraniani in tempi rapidissimi. I GBU-57 sono ordigni da 13.600 kg dotati di una spoletta intelligente capace di riconoscere la presenza di vuoti sotterranei prima della detonazione. Frutto di un programma di sviluppo accelerato lanciato nel 2018, queste bombe hanno già superato prove operative, incluso almeno un test condotto da un bombardiere stealth B-2 nel 2020, con ulteriori collaudi effettuati l’anno successivo.L’utilizzo simultaneo di più MOP sullo stesso obiettivo è in grado di devastare anche le strutture più protette. Non a caso, l’apparizione dei B-2 sull’isola di Diego Garcia, nel cuore dell’Oceano Indiano, ha suscitato non poca attenzione. Un tempo solo ipotetica, l’ipotesi di un raid mirato sul programma nucleare iraniano è oggi una possibilità concreta. Gli attacchi missilistici e con droni lanciati da Teheran contro Israele nel 2024 hanno infatti spostato gli equilibri, esponendo vulnerabilità tattiche rilevanti. L’Iran, colpito a ottobre da una dura rappresaglia israeliana contro le sue postazioni missilistiche, ha evitato di rispondere.Fondamentale nel dispositivo americano è anche la presenza di due superportaerei, la USS Harry S. Truman e la USS Carl Vinson. Ognuna da quasi 100.000 tonnellate, operano a rotazione continua per garantire superiorità aerea, sorveglianza e capacità d’intervento immediato in caso di escalation. Le missioni non richiedono il permesso di nazioni ospitanti, un elemento chiave considerando la delicatezza diplomatica nell’area.Proteggere le forze USA nella regione resta una priorità. Sistemi avanzati come THAAD e Patriot sono schierati dalla Siria all’Iraq, fino alle basi del Golfo. Il sistema THAAD, operativo dal 2022, ha già intercettato un missile Houthi diretto verso la base di Al Dhafra, cruciale per le operazioni degli F-22 e F-35. Nel Mediterraneo, i cacciatorpediniere USS Arleigh Burke e USS Carney hanno dimostrato l’efficacia della difesa balistica navale, abbattendo missili iraniani con intercettori SM-3. Nel nuovo panorama militare, la Space Force gioca un ruolo cruciale. Durante l’attacco iraniano del gennaio 2020 alla base di Al-Asad, fu proprio un allarme satellitare a prevenire perdite. Il comando spaziale ha poi perfezionato tattiche e software, fornendo dati vitali in tempo reale anche durante l’ondata di attacchi del 2024 contro Israele.«La prima volta abbiamo fatto un buon lavoro. La seconda, è andata ancora meglio», ha dichiarato un maggiore della Space Delta 5, sottolineando l’efficacia del sistema di allerta precoce. Nonostante le pressioni internazionali, l’Iran continua ad accumulare uranio arricchito ben oltre i limiti imposti dagli accordi: a metà 2024 ne possedeva oltre 30 volte la quantità consentita. La stessa Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ammette di non conoscere la collocazione di tutte le centrifughe. Le immagini satellitari mostrano impianti danneggiati e bunker bucati: un messaggio chiaro. Più che una minaccia, un’esortazione a sedersi seriamente al tavolo dei negoziati. E Israele? Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, intervenendo alla conferenza politica del Jewish News Syndicate a Gerusalemme, ha affermato che un accordo nucleare con l'Iran deve eliminare completamente la sua capacità di arricchire l'uranio, mentre gli Stati Uniti sono impegnati in negoziati diretti con Teheran. «Un vero accordo è quello che rimuove la possibilità per l'Iran di arricchire uranio a fini militari», ha sottolineato Netanyahu. In ogni caso è chiaro a che se Israele non vedrà soddisfatte le proprie istanze allora attaccherà e alla Casa Bianca lo sanno.
(Ansa)
Il ministro Guido Crosetto in occasione dell'82°anniversario della difesa di Roma: «A me interessa che gli aiuti a Gaza possano arrivare, le medicine possano arrivare, la vita normale possa riprendere». Nonostante tutto, Crosetto ha ben chiaro come le due guerre più grandi - quella Ucraina e quella a Gaza - possano cessare rapidamente. «Io penso che la decisione di terminare i due conflitti sia nelle mani di due uomini: Putin e Netanyahu».