2025-07-15
Biden graziò migliaia di galeotti senza saperlo
L’ex presidente conferma al «New York Times» che la raffica di clemenze concesse a fine mandato furono vidimate da un macchinario. Tra i «perdonati» più in vista, il figlio Hunter, il fratello, il cognato e Anthony Fauci. Il dem: «Dovevo proteggerli, Donald Trump è vendicativo».In una intervista pubblicata domenica sera dal New York Times, l’ex presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato di aver autorizzato alla fine del mandato l’uso diffuso della sua firma non fisica per concedere clemenza e grazia preventiva a familiari e fedelissimi tramite «autopen», dispositivi che automatizzano (e replicano) la ratifica di una persona su documenti o certificati. Non ha firmato personalmente atti di enorme importanza e forse non ne sapeva nulla. Biden tentava così di rispondere alle accuse di Trump sul suo declino cognitivo, sostenendo di essere stato in grado di intendere e di volere. Avrebbe deliberatamente concesso la grazia, e l’uso del dispositivo da parte del suo staff era legittimo dato l’alto volume delle firme necessarie. «Stiamo parlando di un sacco di persone», ha provato a giustificarsi l’ex inquilino della Casa Bianca, ma l’ammissione è di enorme gravità se pensiamo che Biden ha graziato familiari e personaggi di spicco, mettendoli al riparo da future condanne, lasciando che i collaboratori agissero con repliche della sua firma. Al termine del suo mandato, Biden ha ridotto le condanne di circa 4.000 condannati federali e ha graziato preventivamente personalità politicamente importanti, da lui considerate potenziali bersagli di indagini penali da parte dell’attuale presidente Donald Trump. L’intervista è stata la prima che ha concesso da quando sono iniziate le indagini parallele avviate dal dipartimento di Giustizia e dal Congresso su una serie di decisioni di clemenza prese nelle ultime settimane di presidenza, e sul fatto che i suoi funzionari avessero insabbiato il declino mentale dell’ex leader democratico. I repubblicani sostengono che Biden fosse privo di lucidità mentale e ipotizzano che il suo staff abbia cospirato per usare l’autopen così da poter prendere decisioni in suo nome. In totale, per 25 mandati di grazia e commutazione della pena da dicembre a gennaio scorso, che se l’ex presidente fosse giudicato incapace di intendere e di volere potrebbero essere invalidate. Nel mirino ci sono la concessione di grazia preventiva a James Biden, fratello di Joe, indagato dai repubblicani della Camera nell’ambito di un’inchiesta di impeachment; alla sorella Valerie Biden Owens non con accuse pubbliche, ma graziata per proteggerla da attacchi di matrice politica; a Sara Jones Biden, cognata di Joe e moglie di James Biden, che avrebbe talvolta partecipato alle attività commerciali del marito. Nel dicembre scorso Joe Biden aveva concesso il «pardon» presidenziale, la grazia piena e incondizionata al figlio Robert Hunter che era stato condannato in Delaware per non aver dichiarato, in occasione dell’acquisto di un’arma, l’uso di sostanze stupefacenti e, che in precedenza si era dichiarato colpevole in California per il reato di evasione fiscale. Era stato l’unico mandato di grazia in quel periodo firmato di suo pugno, dopo aver giurato per mesi al popolo americano che non l’avrebbe fatto. Sempre con l’autopen, invece, basando l’approvazione del presidente (di cui ci sono comprovate le difficoltà cognitive) su mail a seguito di alcune riunioni, sarebbero state firmate la grazia ad Anthony Fauci, ex direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) e principale consulente medico di Biden dal 2021 al 2022, sotto accusa per la gestione della pandemia di Covid-19. Così pure la grazia per il generale in pensione Mark Milley, ex capo di stato maggiore congiunto, che aveva più volte criticato Trump, definendolo un «aspirante dittatore», un «fascista fino al midollo»; e la grazia ai membri del comitato della Camera che hanno indagato sull’attacco del 6 gennaio 2021 al Campidoglio, concludendo che il presidente repubblicano era coinvolto in una «cospirazione multilaterale» per ribaltare i risultati delle elezioni presidenziali del 2020 e non era intervenuto per fermare i suoi sostenitori. Grazia anche agli agenti di polizia che avevano testimoniato. Nell’intervista al New York Times, Biden ha affermato di aver protetto quelle persone, assieme ai membri della sua famiglia, in modo che non dovessero sostenere ingenti spese legali a causa delle indagini politicamente motivate del dipartimento di Giustizia di Trump. «Tutti sanno quanto sia vendicativo, quindi sapevamo che avrebbero fatto quello che stanno facendo ora», ha dichiarato. La scorsa settimana, il suo medico alla Casa Bianca, Kevin O’Connor, si è rifiutato di rispondere alle domande sulle condizioni mentali di Biden durante una deposizione presso la commissione di vigilanza, citando il segreto medico-paziente e il diritto del quinto emendamento a non autoincriminarsi. Ma il presidente della commissione, James Comer, ha criticato O’Conner per il suo rifiuto, sostenendo che c’era stata una cospirazione per nascondere il declino cognitivo di Biden. Al Newsweek, il portavoce della Casa Bianca Harrison Fields ha dichiarato: «Non ci si dovrebbe fidare dello stesso presidente che ha mentito spudoratamente al popolo per quattro anni su tutto, dalla sua salute allo stato dell’economia. Verrà a galla la verità su chi, di fatto, governava il Paese». All’inizio di giugno, Trump ha ordinato un’indagine sulle azioni intraprese dal suo predecessore durante il suo mandato, esprimendo dubbi sullo stato cognitivo nell’ultimo periodo. Ha citato la nomina da parte di Biden di oltre 200 giudici federali, l’emissione di migliaia di atti di clemenza, con pene commutate, incluse alcune condanne a morte, e l’emissione di oltre 1.000 documenti presidenziali.