2025-09-28
Urne aperte in Valle d’Aosta e nelle Marche: occhi puntati sulla sfida Acquaroli-Ricci
In caso di sconfitta, Schlein rischia la fronda interna e il tramonto del campo largo. Il centrodestra vuole replicare l’impresa di cinque anni fa. Gara anche tra Lega e Fi.Ci siamo: stamane dalle 7 seggi aperti nelle Marche fino alle 23 (anche in Valle d’Aosta, dove si vota però solo oggi) per poi riprendere domani sempre dalle 7 alle 15 quando, solo per le Marche, ci saranno gli exit poll. La platea dei votanti marchigiani è di 1,33 milioni e spiccioli, ma la posta in gioco è altissima. In Valle d’Aosta a votare sono un decimo dei marchigiani, eppure anche questa piccola regione è un test, soprattutto per il sistema elettorale, che sotto l’ombra del Monte Bianco non prevede l’elezione diretta del presidente della Regione e, dunque, rende possibile misurare la capacità attrattiva dei partiti maggiori nel costruire coalizioni, con l’Union Valdôtaine (il partito identitario, peraltro spaccato) a fare da ago della bilancia. Per la consultazione in riva all’Adriatico il riflesso nazionale è invece evidente. Si è partiti con l’idea che fosse decisiva per Giorgia Meloni, si è arrivati ora a pensare che chi rischia di più sia Elly Schlein. La segretaria del Pd si è fatta vedere moltissimo in campagna elettorale tra Ancona ed Ascoli. Anche Matteo Salvini, sull’altro fronte, è stato assai attivo: deve impattare la sfida con Forza Italia. Se perde nelle Marche, la Schlein deve fronteggiare una doppia offensiva: quella dei riformisti all’interno del Pd e il «fallimento» del campo largo. Si è detto, per interpretare il voto delle Marche, che questa regione è l’Ohio d’Italia: la ragione sta nella contendibilità. Il centrosinistra spera infatti di rifarsi. Cinque anni fa, dopo un trentennio di dominio, era stato sfrattato da Palazzo Raffaello da Francesco Acquaroli, uno dei fondatori di Fratelli d’Italia e amico di adolescenza di Giorgia Meloni, alla testa di una coalizione di centrodestra che aveva prevalso col 49,13% (con la Lega primo motore al 22,4%). Dunque se Elly Schlein in alleanza - elettorale, ci tiene a precisare Giuseppe Conte - con i 5 Stelle e Avs si riprende la Regione può aprire una nuova stagione di opposizione al governo, altrimenti dovrà fronteggiare la fronda interna al Pd. Un risultato di eccezionalità, però, queste elezioni marchigiane lo hanno già raggiunto: è la prima volta che il garantismo ha tenuto davvero. A contendere la presidenza delle Marche a Francesco Acquaroli è Matteo Ricci, per dieci anni sindaco di Pesaro, dirigente di peso nazionale del Pd e da un anno eurodeputato. Ricci è sotto inchiesta da parte della procura della Repubblica di Pesaro con l’accusa di concorso in corruzione. Ebbene Acquaroli si è tenuto lontanissimo da ogni polemica su questo aspetto. Pure il Movimento 5 stelle si è convertito al garantismo. Giuseppe Conte prima di dire sì a Matteo Ricci ha voluto vedere le carte. Esaminata l’inchiesta ha detto: un avviso di garanzia non può fermare la candidatura. E ha varato il campo largo. Forse anche perché la Procura di Pesaro ha deciso di non pigliare alcun ulteriore provvedimento fin quando non si fossero chiuse le urne. Così, per quanto sia stato polemico il tono del confronto elettorale, non è mai trasceso nonostante la tensione. Cinque anni fa il candidato del centrosinistra Maurizio Mangialardi prese il 37% di coalizione e il suo Pd si confermò primo partito con il 25,1% dei voti. Anche per Giuseppe Conte questa elezione è esiziale. Nel settembre 2020 i pentastellati andarono da soli con Gian Mario Mercorelli, che raccolse l’8,5% dei consensi (il 7,1 fu il risultato della lista). Se non è l’Ohio, dunque, di certo il voto ad Ancona e dintorni ha importanti risvolti per il campo largo che oltre a Pd, 5 Stelle e Avs schiera «Progetto Marche» con parte di Italia Viva, «Avanti con Ricci» sostenuta da Più Europa, «Pace Salute Lavoro» con Rifondazione Comunista e la civica «Matteo Ricci Presidente». Anche sul fronte del centrodestra si gioca una partita non secondaria tra Forza Italia (data in ascesa e che parte dal 5,9% di cinque anni fa) e la Lega, che deve capire quanto le è rimasto di quel 22,4%. Poi c’è un elemento di forte novità: la lista civica messa in piedi da Guido Castelli, senatore di Fratelli d’Italia ex sindaco di Ascoli Piceno e Commissario alla ricostruzione dal terremoto del 2016, di assoluto sostegno a Francesco Acquaroli, ma che può riprofilare tutto il centrodestra (dove va segnalata anche la presenza in coalizione della lista dell’ex presidente regionale Mario Spacca). Con Acquaroli stanno l’Unione di centro (Udc) e le civiche «I marchigiani per Acquaroli» e «Civici Marche-Acquaroli presidente». Sull’altro fronte Giuseppe Conte ha un problema con una parte dei pentastellati che contestano l’appoggio a Matteo Ricci. Potrebbero determinare una diaspora di consensi verso un candidato che può essere la (relativa) sorpresa: Claudio Bolletta per Democrazia sovrana popolare, molto sostenuto da Marco Rizzo (anche lui assiduo nelle Marche). In lizza ci sono anche altri tre candidati presidenti: Francesco Gerardi con Forza del Popolo, Lidia Magnani per il Partito comunista italiano e Beatrice Marinelli per Evoluzione della rivoluzione. La legge elettorale non prevede ballottaggi né il voto disgiunto. In Valle d’Aosta invece non c’è l’elezione diretta del presidente. Si vota col proporzionale con sbarramento al 5%. In caso di vittoria del centrodestra, favorito è Alberto Zucchi, coordinatore di Fratelli d’Italia. Il Pd appoggia una possibile maggioranza autonomista - molto dipende dalle logiche interne dell’Union Valdôtaine - con chance di vittoria per Renzo Testolin (presidente uscente), anche se emerge il veterano (della politica regionale) Aurelio Marguerettaz.
Ingredienti – 4 melanzane lunghe di media grandezza, 100 gr di farina doppio zero, 100 grammi di pangrattato e volendo due cucchiai di Parmigiano Reggiano o Grana Padano, 6 cucchiai di latte 3 uova, olio extravergine di oliva e sale qb. Se avete degli amici vegetariani e non volete usare le uova escludetele pure, come anche il formaggio, ma tra gli ingredienti mettete un bicchiere di birra ben freddo che vi servirò per preparare una pastella con la farina dove ripassare i ventagli per poi impanarli.
Preparazione – Sbucciate le melanzane poi incidetele con un coltello per il lungo ricavando delle fette alte circa 3 millimetri. Fate attenzione a che le fette restino attaccate al picciolo della melanzana. Salate le melanzane anche in mezzo alle fette e fatele riposare per una ventina di minuti in un colino in modo che perdano parte dell’acqua di vegetazione. Nel frattempo sbattete le uova con il latte, salate. Ora prendete le melanzane e infarinatele con cura da una parte all’altra di ogni fetta (oppure passatele nella pastella che avrete preparato stemperando la farina con la birra) passatele nello stesso modo nell’uovo e poi nel pangrattato che, se volete, potete arricchire con il formaggio grattugiato. Irrorate con olio extravergine di oliva la padella (deve essere grande altrimenti agite con due padelle su due fuochi) adagiatevi i ventagli di melanzane ben aperti e fate dorare da entrambe i lati facendo diventare ben croccante la panatura. Aggiustate di sale e servite avendo cura di allargare bene nei piatti di portata i ventagli. Volendo potete accompagnare con una salsa di pomodoro piccante o con della senape.
Come far divertire i bambini – Fate sbattere a loro le uova, si divertiranno.
Abbinamento – Noi abbiamo optato per uno spumante rosato da Marzemino, vanno bene dei rosati fermi come a esempio quelli salentini, oppure dei rossi giovani come una Lacrima di Morro d’Alba o un Marzemino.
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