- La chiusura dell'intero settore, oltre ad aver fatto perdere 6 miliardi di gettito erariale, ha danneggiato 150.000 lavoratori. Obiettivo della doppia manifestazione organizzata a Milano e Roma è ottenere dal nuovo governo la riapertura in zona gialla. L'imprenditore Luca Ariano: «Gli unici durante il lockdown a subire pure un aumento delle tasse».
- Lettera a Mario Draghi per avere un confronto urgente e immediato.
La chiusura dell'intero settore, oltre ad aver fatto perdere 6 miliardi di gettito erariale, ha danneggiato 150.000 lavoratori. Obiettivo della doppia manifestazione organizzata a Milano e Roma è ottenere dal nuovo governo la riapertura in zona gialla. L'imprenditore Luca Ariano: «Gli unici durante il lockdown a subire pure un aumento delle tasse».Lettera a Mario Draghi per avere un confronto urgente e immediato. La lettera a Mario Draghi degli imprenditori del gioco legale from La Verità Si è svolta in Piazza Duomo a Milano e in Piazza del Popolo a Roma una doppia manifestazione organizzata dagli imprenditori e dai lavoratori del gioco legale, settore messo in ginocchio da quando i vari dpcm hanno imposto la chiusura delle sale per limitare la diffusione dei contagi da coronavirus. L'obiettivo è chiaro e preciso: chiedere al governo appena formato da Mario Draghi la riapertura immediata e in sicurezza di tutte le sale giochi sparse sul territorio italiano in zona gialla. Così come avvenuto per altri esercizi del settore terziario, dai bar e ristoranti ai negozi di abbigliamento. A tal proposito è stato predisposto un protocollo di sicurezza sanitaria ad hoc per garantire la massima tutela all'interno dei punti vendita, motivo per cui gli esercenti hanno investito ingenti quantità di tempo e importanti risorse economiche per adeguarsi alle normative contenute nei vari dpcm, riuscendo così a gestire in sicurezza l'attività all'interno delle proprie sale, scongiurando l'emergere di focolai di contagio ed evitando casi di assembramento da parte dei clienti.«I primi a chiudere e gli ultimi a riaprire. Non chiediamo regali, ma vogliamo solo poter ritornare a svolgere il nostro lavoro» protestano gli esercenti del settore del gioco legale. «Siamo stati l'unico settore che in piena emergenza, pur lavorando in virtù di concessioni e autorizzazioni dello Stato» - afferma l'imprenditore Luca Ariano - «ha dovuto subire un ulteriore stress finanziario per il diniego da parte di molti istituti bancari di concedere credito per presunte ragioni etiche e non per merito creditizio. Siamo stati l'unico settore che durante il lockdown ha subito aumenti di tassazione che fiaccheranno ulteriormente la ripresa delle nostre aziende. È per questo che siamo scesi in piazza per chiedere tutti insieme e a gran voce la riapertura in sicurezza, e in tempi più rapidi possibile. Non chiediamo un trattamento di favore, ma solo che vengano riconosciute le stesse garanzie previste per gli altri settori economici». Protesta a cui fa eco quella del collega Andrea Quaglia: «Chiediamo semplicemente di lavorare in sicurezza. I protocolli li abbiamo adottati e abbiamo sempre rispettato tutte le regole che ci sono state dette».Oltre al tema delle imprese di settore in crisi e i conseguenti danni per i lavoratori, si apre anche il delicato e controverso capitolo del rischio, sempre più vicino a certezza, che la gente, per soddisfare il bisogno del gioco, si rivolga a organizzazioni clandestine e illegali. È lo stesso Ariano a lanciare l'allarme direttamente dal palco allestito in Piazza Duomo a Milano: «È indispensabile, tuttavia, agire con urgenza per garantire la tenuta delle imprese del gioco legale che occupano 150.000 lavoratori e che rappresentano una primaria fonte di gettito erariale fondamentale per consentire la ripartenza del sistema economico e produttivo del nostro Paese. Se non si interviene subito un settore che oggi rappresenta un presidio della legalità e un controllo dello Stato sul territorio verrebbe spazzato via per lasciare inesorabilmente campo libero alla criminalità».
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».






