2020-11-03
Unioni civili, la Cei puntò a sinistra
I vescovi non valutarono la proposta del centrodestra nel 2013, ma solo la «Cirinnà». Così diedero di fatto via libera a un'ambiguità che ci trasciniamo dietro ancora oggi.In un articolo pubblicato dal Giornale d'Italia Gilberto Bosco (pseudonimo di un noto giornalista di formazione cattolica che per incarichi ricoperti non usa il suo vero nome) prende in esame la frase di papa Francesco, rimbalzata sui media di tutto il mondo dopo la presentazione al Festival del Cinema di Roma del documentario Francesco del regista russo Evgeny Afineevsky, interpretata come una apertura al diritto di costituire famiglie gay.Ecco la frase: «Gli omosessuali hanno diritto ad essere parte della famiglia. Sono figli di Dio e hanno il diritto ad una famiglia. Nessuno dovrebbe essere respinto o emarginato a causa di questo. Quello che dobbiamo fare è una legge per le unioni civili. Hanno il diritto di essere coperti legalmente. Mi sono battuto per questo».Bosco, con una certosina opera di ricerca delle dichiarazioni di Bergoglio, prima cardinale a Baires poi Papa a Roma, proponendo e traducendo anche i testi dallo spagnolo, dimostra che quella frase è frutto di una manipolazione, nata dal combinato disposto di due affermazioni vere.La prima è che il Papa ha parlato soltanto del diritto dei figli di vivere e di essere amati nella loro famiglia di origine, senza subire nessuna discriminazione, la seconda è che fece una grande battaglia da cardinale di Baires per sostenere che il matrimonio può esistere soltanto tra uomo e donna e che pertanto si dichiarò a suo tempo favorevole ad unioni civili per impedire discriminazioni e non arrivare al riconoscimento del matrimonio gay.Bosco ricorda poi che nel 2013 chi scrive, assieme ai senatori Quagliariello e Sacconi, presentò al Senato un disegno di legge sui cosiddetti contratti di convivenza, che permettevano a chiunque facesse vita di coppia (parroco e perpetua, vedove che convivono, memores domini, zio e nipote, due fratelli, un uomo ed una donna, due uomini, due donne ecc. ) di risolvere questioni attinenti ai ricoveri ospedalieri, alla assistenza, a questioni successorie ecc..., senza indagare se vivono o no more uxorio.Come può testimoniare chi ha vissuto tutta la vicenda parlamentare della proposta sulle unioni civili della senatrice Cirinnà (quella che gira con il cartello Dio Patria e Famiglia = vita di merda) non avemmo mai nessun contatto e tanto meno nessun segno di incoraggiamento da parte dell'allora segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino che viceversa dialogava attivamente con i sostenitori del testo Cirinnà che passò poi con il voto di fiducia del Parlamento con l'appoggio determinante del Nuovo centrodestra di Alfano e Lupi e naturalmente il nostro voto contrario (in quella occasione abbandonammo il Ncd per costituire Idea Popolo e Libertà).Ora sappiamo che le unioni civili le voleva anche il Papa, ma quelle che volevamo anche noi o il testo Cirinnà che è passato in una versione talmente ambigua dall'aver sdoganato a livello giurisprudenziale le adozioni da parte di coppie gay addirittura quando i figli sono stati commissionati con il cosiddetto perverso e ripugnante meccanismo dell'«utero in affitto»?Si tratta della legge in vigore che d'altra parte, dopo aver affermato all'art. 1 comma 1 che si tratta di «specifiche formazioni sociali» ai sensi dell'art. 3 della Costituzione, al comma 20 sancisce che «le disposizioni che si riferiscono al matrimonio e le disposizioni contenenti le parole “coniugi" o termini equivalenti ovunque ricorrano... si applicano anche ad ognuna delle parti della unione civile tra persone dello stesso sesso».Che è esattamente il contrario dell'obiettivo che il cardinale Bergoglio voleva raggiungere a Baires.Altro che «formazioni sociali»: siamo arrivati al punto che i grandi giornali nazionali, per raccontare la recente uccisione di un partner di una unione civile da parte dell'altro partner, hanno scritto che il marito ha accoltellato... il marito.Non so se la legge Cirinnà non sia stata contrastata da monsignor Galantino per leggerezza, insipienza giuridica o malafede ma il problema si ripropone proprio in questi giorni con le interpretazioni delle parole del Papa e soprattutto dopo la diffusione nel documentario, benedetto in Vaticano, della telefonata del Papa ad una coppia italiana di uomini, che si sono procurati due gemelli uno ed una bambina l'altro con maternità surrogata da una lesbica canadese che aveva già due figli per conto suo. Spero che il Papa non fosse al corrente di questa situazione, il che spiegherebbe la mancanza di una parola di biasimo per una pratica non solo penalmente perseguibile in Italia ma segno di uno dei più ignobili sistemi di sfruttamento dei ricchi sui poveri nei casi in cui una donna è costretta dal bisogno a vendere il figlio che ha partorito.Allora se è vero che errare humanum est, perseverare diabolicum, anche alla luce della recente intervista del vescovo di Altamura che si dichiara favorevole alla adozione dei bambini da parte delle coppie gay, è troppo chiedere una parola di chiarimento a papa Francesco che è l'unico che può dare una interpretazione autentica del proprio pensiero?