2021-04-21
Un pass per viaggiare, resta il coprifuoco
Alessio Coser/Getty Images
Il lasciapassare per l'estate sarà rilasciato dalla struttura sanitaria o dal medico. La bozza del decreto aperture, valida fino al 31 luglio, insiste con il coprifuoco alle 22. Ma Matteo Salvini promette battaglia in Cdm.È contenuta nell'articolo 10 la novità più importante del decreto che disciplina l'avvio delle riaperture, esaminato ieri dal pre consiglio dei ministri e prossimo all'approvazione in Cdm tra domani e dopodomani. Si tratta del «certificato» verde che consentirà, nei prossimi mesi, agli italiani di spostarsi da una Regione all'altra, per motivi che non siano quelli di «comprovata necessità» cui il lessico dei dpcm dell'ultimo anno ci hanno tristemente abituato.Nella bozza del provvedimento (sempre suscettibile di modifiche dell'ultima ora), annunciato con una conferenza stampa la settimana scorsa dal premier Mario Draghi e che è costituito da 14 articoli, viene declinato lo strumento che, verosimilmente, costituirà il lasciapassare per la stagione turistica in procinto di iniziare. Il «certificato verde», si spiega nel decreto «comproverà l'avvenuta vaccinazione o la guarigione dall'infezione da Sars-CoV-2, oppure l'effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo» nelle ore precedenti lo spostamento. Nei primi due casi, avrà validità di sei mesi: per le vaccinazioni sarà rilasciato in formato cartaceo o digitale, su richiesta dell'interessato, dalla struttura sanitaria che effettua la vaccinazione e contestualmente alla stessa, «al termine del prescritto ciclo, e reca indicazione del numero di dosi somministrate rispetto al numero di dosi previste per l'interessato». Per l'avvenuta guarigione, il certificato va ottenuto, sempre in formato cartaceo o digitale, dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero oppure, per chi non è stato ricoverato, dai medici di medicina generale. Per quanto riguarda invece i certificati verdi che attestano la negatività al tampone rapido o molecolare, questi hanno una validità di 48 ore, come peraltro accade già ora. Va ricordato che resta ferma la possibilità di spostarsi tra tutte le regioni, indipendentemente dal colore, se esistono motivazioni urgente o di comprovata necessità mentre dal 26 aprile, come anticipato dai membri del governo nei giorni scorsi, ci si potrà muovere liberamente tra le regioni collocate in fascia gialla e bianca. Attenzione, però: per le visite a parenti e amici resta la regola del massimo di una visita al giorno, ma questa volta con un massimo di quattro adulti, eventualmente accompagnati da minorenni.Confermata anche l'annunciata riapertura dal 26, in tutta Italia, dei ristoranti sia a pranzo che a cena, apertura che però riguarda solamente i locali che dispongono di spazi all'aperto, mentre quelli al chiuso dovranno attendere fino al primo giugno (solo per il pranzo), cosa che, come è noto, non ha sopito le proteste dei diretti interessati, i quali hanno denunciato questa come una norma discriminatoria per migliaia di esercizi. E torneranno a lavorare, sempre dal 26 e in zona gialla, i cinema, i teatri e le sale da concerto ma solo «con posti a sedere preassegnati e a condizione che sia assicurato il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, sia per il personale. La capienza consentita - è scritto sempre nella bozza del dl - non può essere superiore al 50% di quella massima autorizzata e il numero massimo di spettatori non può comunque essere superiore a 1.000 per gli spettacoli all'aperto e a 500 per gli spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala. Sul fronte dello sport, da lunedì in zona gialla si potrà tornare a praticare senza limitazioni gli sport di squadra e di contatto, tra cui calcio e calcetto, senza però l'utilizzo degli spogliatoi, mentre per le piscine (all'aperto e sempre in zona gialla) occorrerà attendere il 15 maggio, per le palestre il primo giugno. Dal primo luglio, inoltre, sempre e solo in zona gialla riaprono i centri termali e le attività dei parchi tematici e di divertimento. Niente da fare, almeno per ora, sul fronte del coprifuoco, che a dispetto delle pressioni delle Regioni e di una parte della maggioranza facente capo al leader leghista Matteo Salvini, nonché dell'opposizione guidata da Giorgia Meloni e delle richieste dei lavoratori interessati, resta alle ore 22 e non sarà spostato alle 23. Ma si prefigura uno scontro in Consiglio dei ministri. Salvini ha infatti affermato che «la Lega proporrà la riapertura dai primi di maggio anche delle attività al chiuso e l'estensione almeno fino alle 23 della possibilità di uscire».Tutte le misure in questione, sempre secondo quanto contenuto nella bozza, saranno in vigore fino al 31 luglio, in attesa di eventuali aggiornamenti o correzioni. Che potranno esserci, nella misura in cui la parte della maggioranza più sensibile alle istanze dei lavoratori e alla loro protesta, riuscirà a neutralizzare eventuali colpi di coda del Cts, attestato su posizioni estremamente rigide e quindi pronto ad armare la mano dei «rigoristi» per una nuova stretta. Intanto, da baristi e ristoratori è arrivato un commento decisamente negativo al dl: il presidente di Mio Italia (Movimento imprese ospitalità), Paolo Bianchini, ha parlato di «accanimento ideologico contro i piccoli imprenditori», mentre gli aderenti a #IoApro sfidano apertamente il governo, annunciando di voler procedere alle riaperture senza distinzioni di categorie e senza coprifuoco.
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Francesco Paolo Sisto (Imagoeconomica)