Merito dei programmi di screening e dei progressi medici. Chi ce la fa, però, sviluppa spesso altre patologie o effetti collaterali. Alcuni tumori sono assimilabili alle malattie croniche, con conseguenze psicosociali e difficoltà a continuare l'attività lavorativa.La settima conferenza sui pazienti lungosopravviventi dopo un tumore maligno si è tenuta a Siracusa dal 29 al 30 giugno, organizzata da Paolo Tralongo, primario di oncologia medica dell'ospedale di Siracusa e ha offerto l'opportunità di conoscere i progressi clinici e lo sviluppo internazionale delle conoscenze sull'assistenza ai pazienti con cancro lungosopravviventi e guariti dopo la diagnosi. Come presentato da Tralongo sulla rivista Cured and chronic newsletter (www.promuovereonlus.org), in Italia, nel 2015, vi erano più di 3 milioni di pazienti con diagnosi di cancro, 1 su 19 nella popolazione, con quasi 1 milione di persone che si possono considerare guarite, con un incremento del 17% rispetto al 2010, come risultato di migliorati programmi di screening, progressi terapeutici e di una società che invecchia.Si stima che nei prossimi anni il tasso annuo di incidenza di questi pazienti tenderà ad aumentare ulteriormente del 3%. I dati mostrano chiaramente che, rispetto alle persone che non hanno avuto il cancro, i sopravvissuti al cancro sono a maggior rischio di sviluppare tumori secondari e altre malattie come malattie cardiovascolari, diabete, osteoporosi e declino funzionale. Gli effetti collaterali come tossicità oculare, neurotossicità, disfunzione tiroidea, che sono correlati a trattamenti come chemioterapia, terapia target cronica o radioterapia, sono spesso trascurati, difficili da gestire e potenzialmente disabilitanti, spesso sottostimati e difficili da valutare. Queste condizioni a volte portano a una ridotta capacità di lavorare; i pazienti oncologici hanno più probabilità di essere disoccupati rispetto alle persone sane (33,8% i primi, 15,2% gli altri).Negli ultimi 10 anni di ricerca e pratica nella cura dei sopravvissuti al cancro abbiamo appreso, come spiega Tralongo, che ha una clinica per questi pazienti nella sua divisione di oncologia di Siracusa, che i tumori potenzialmente curabili sono molto eterogenei per natura e comportamento e hanno differenti decorsi clinici; pochi sono curabili, ad esempio tiroide, colon, testicolo, certi linfomi; altri permettono una certa sopravvivenza a lungo termine con conseguenze mediche, riabilitazione e psicosociali sempre più note; alcuni tumori possono essere assimilati a malattie croniche per la durata della malattia e l'alternanza di remissione e fasi acute; altri tumori lentamente progrediscono con una qualità della vita spesso accettabile in uno stato di cronicità fluida.È quindi giunto il momento di differenziare le diverse categorie cliniche, che continuano ad abbracciare (laddove culturalmente appropriato) il senso positivo della sopravvivenza del cancro dalla diagnosi alla fine della vita. Recentemente, da parte del dottor Tralongo e alcuni colleghi, è stata proposta una categorizzazione dei pazienti in: pazienti acuti, alla prima diagnosi o recidiva, che richiedono un intervento acuto; pazienti cronici, con cancro che progredisce lentamente o alterna fasi di remissione e recidiva; pazienti a lungo termine, quelli in remissione clinica per lungo periodo, ma che rimangono a rischio di recidiva a distanza e potenzialmente possono subire sequele mediche e psicosociali ritardate dal trattamento; guariti, la cui mortalità specifica per il cancro e aspettativa di vita anni dopo la diagnosi è uguale a quella delle persone di genere uguale della popolazione generale.Trovare un termine che possa interpretare e comprendere tutti gli aspetti medici e psicosociali della sopravvivenza del cancro, e definirlo in una prospettiva culturalmente accettabile, non è semplicemente una questione di semantica. Parleremo di probabile prognosi favorevole, tassi di guarigione, sequele a lungo termine e problemi di sopravvivenza con pazienti che hanno tumori precoci o altamente curabili, mentre discuteremo di probabili ricadute o progressione, cure palliative e fine della vita con pazienti che presentano un cancro avanzato alla diagnosi.Innanzitutto, in tutti i casi la nozione di condizione cronica diventerà integrata alle nostre conversazioni con i pazienti e le loro famiglie, in modo che siano pronti ad affrontare le varie fasi di ciascun paziente: i periodi di cura acuta saranno seguiti da periodi di controllo. Rallentamento, potenziali ricadute che richiedono misure intensive, assunzione frequente di trattamenti cronici per tenere sotto controllo la malattia, necessità di misure preventive e modifiche di stile di vita.In secondo luogo, i pazienti oncologici clinicamente guariti saranno consapevoli dei rischi a lungo termine di recidiva, di tumori secondari, di affaticamento, di problemi cognitivi, di depressione, nonché della necessità di essere attivi nel migliorare e mantenere il loro benessere, attraverso cambiamenti di stile di vita, screening regolari e follow up.Oltre all'ospedale di Siracusa, anche all'Istituto dei tumori di Aviano è stata attivata una clinica dedicata ai lungo sopravviventi e ai guariti di cancro (Ora) con la valutazione degli aspetti clinici e psicologici di questi pazienti, diretta da Michele Spina, primario dell'oncologia medica e dei tumori immunocorrelati dell'Istituto con l'attiva collaborazione di Maria Antonietta Annunziata, responsabile della Sosd di psicologia oncologica, e dell'oncologo medico Massimiliano Berretta, esperto di alimentazione che seguirà in particolare questo aspetto cosi importante nei pazienti oncologici anche lungoviventi.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».
Antonio Scoppetta (Ansa)
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).





