L'Ocse diffonde le stime della domanda e dell'offerta futura di energia dal sottosuolo. La produzione crescerà del 40% nei prossimi 30 anni: sarà la soluzione alle lacune delle fonti rinnovabili. Italia favorita: è già il terzo produttore di biogas dopo Cina e Germania.In un mondo in cui le energie rinnovabili non bastano a soddisfare il fabbisogno di energia mondiale, e petrolio e carbone sono considerati troppo inquinanti, il gas naturale potrebbe rappresentare la soluzione a molti mali. A dirlo è l'Ocse, secondo cui nel sottosuolo ci sarebbe ancora gas per soddisfare il bisogno della popolazione mondiale almeno per altri 240 anni. Le stime dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico prendono in considerazione anche la crescita della domanda mondiale cui assisteremo nei prossimi anni. I numeri non lasciano spazio a dubbi: con circa 800 milioni di miliardi di metri cubi che ancora devono essere estratti, il mondo ha un'autonomia di quasi due secoli e mezzo, anche considerando l'aumento della produzione che, entro il 2040, sempre secondo l'Ocse, passerà dai 3.748,78 (valore al 2017) a circa 5.200 miliardi di metri cubi.Nei prossimi 22 anni, dunque, il gas naturale è destinato ad avere un ruolo da protagonista quando si parla di fabbisogno energetico (anche perché questa fonte emette fino al 60% in meno di anidride carbonica rispetto al carbone, fino al 20% in meno rispetto al petrolio). In più, al gas naturale si deve aggiungere anche la produzione di biogas estratto dallo stoccaggio di scarti come quelli che possono arrivare dai rifiuti. Qui l'Italia ha la possibilità di giocare un ruolo fondamentale sin da subito: già oggi lo Stivale è il terzo produttore al mondo di biogas dopo Germania e Cina. In termini di gas naturale, invece, l'Europa e l'Italia si dimostrano grandi importatori. Il Vecchio Continente produce infatti solo il 7% della produzione mondiale di gas. Solo l'Africa e l'America Centrale e del Sud fanno peggio con il 6%. Ad oggi, i grandi produttori di gas naturale, che insieme fanno quasi la metà della richiesta mondiale, sono il Nord America (25% della produzione totale) e Russia e Asia Centrale (23%). Secondo l'Ocse, entro il 2040 la domanda mondiale di gas salirà del 43%, e a beneficiarne saranno soprattutto Stati Uniti e Canada (la richiesta secondo le stime crescerà di 136 miliardi di metri cubi, seguiti da Medioriente (la domanda salirà di 289 miliardi) e Cina, dove la crescita crescerà di 406 miliardi. Si tratta in tutti i casi di Paesi che fino ad ora hanno fatto ampio uso di combustibili fossili e che per questo, passeranno a fare ampio uso di gas per alimentarsi. Lo stesso vale per l'Africa (+158 miliardi di metri cubi entro il 2040), il Sud Est asiatico (+118), l'America centrale e del Sud (+95) e l'India (+115). L'unica fuoriclasse, tra 22 anni, sarà l'Europa che, secondo le stime, abbasserà la domanda di gas di 77 miliardi di metri cubi. L'Italia, all'interno del Vecchio Continente, può fare eccezione. Rispetto ai 72,5 miliardi di metri cubi di consumo richiesto oggi dallo Stivale, le stime dell'Ocse ritengono che, al massimo, la produzione entro il 2030 possa arrivare a una richiesta di 79,5 miliardi.Tutto questo rappresenta inoltre un mercato in piena espansione per i Paesi esportatori di gas naturale. Sempre secondo le stime dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico oggi i mercati dove trovare gas naturale sono tre: Asia Pacifico, Unione europea e Stati Uniti.Lo Zio Sam è quello che vende il gas al prezzo più basso, oggi intorno ai 3 dollari al metro cubo, dopo un picco intorno al 2008 a quasi 10 dollari. Le stime ritengono che il gas americano nel 2040 arriverà a circa 5 dollari al metro cubo. Decisamente più allineati i prezzi della regione asiatica e di quella europea: le stime indicano prezzi al metro cubo tra 22 anni intorno ai 9 dollari. È chiaro dunque che la maggiore richiesta di gas nei prossimi anni arriverà da quei Paesi che oggi si basano ancora molto sui combustibili fossili come Cina e Medioriente. Forse, così facendo, si riuscirà a limitare il riscaldamento globale.
Sergio Mattarella (Imagoeconomica)
Per impedire al centrodestra di rivincere nel 2027 ed eleggere il presidente della Repubblica, al Colle lavorerebbero a un’ammucchiata ulivista. Ma non basta: «Ci vorrebbe un provvidenziale scossone...».
Le manovre del Quirinale contro le maggioranze di centrodestra sono ormai un classico della Seconda Repubblica. Dunque, ciò che raccontiamo in queste pagine, che ci giunge da una fonte più che autorevole, non ci stupisce. Non è la prima volta che lassù sul Colle provano a sabotare la volontà popolare. Lo scorso anno, in un’intervista al Corriere della Sera, il cardinale Camillo Ruini raccontò di un pranzo avuto nel 1994 con l’allora capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro. Tra una portata e l’altra servita da camerieri in guanti bianchi, il presidente della Repubblica chiese a quello della Cei di aiutarlo a far cadere Silvio Berlusconi.
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Oggi Roberto Calderoli in Veneto e Lombardia, domani in Piemonte e Liguria per firmare le pre-intese su protezione civile, professioni, previdenza e coordinamento sanitario.
La Commissione certifica: quest’anno deficit sotto il 3%. Meglio di Francia e Germania. Eppure ancora solo pochi mesi fa i dem prevedevano lo sfascio del bilancio. E abbiamo anche evitato la trappola del Mes.
2025-11-17
Magri, nutrienti, proteici. Bresaola e carpaccio sono sempre più apprezzati anche da chi fa sport
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Quelli prodotti in Valtellina sono un’eccellenza italiana riconosciuta in tutto il mondo. Rispetto agli altri salumi sono più leggeri e digeribili. E aumentano pure la serotonina.
In questi giorni il produttore Rigamonti ha presentato alla stampa e al pubblico la Carta delle bresaole e carpacci, naturale prosecuzione della Carta delle bresaole presentata nel 2021: «Proseguiamo il percorso di trasparenza ed educazione al gusto avviato cinque anni fa con la prima Carta delle bresaole», ha spiegato l’amministratore delegato di Rigamonti, Claudio Palladi, «per accompagnare il pubblico con questo nuovo vademecum in un viaggio fra le diverse qualità e peculiarità di bresaole e ora anche dei carpacci. Un prodotto fresco, leggero e versatile quest’ultimo, che sta incontrando un consenso crescente, con incrementi a doppia cifra nei primi 9 mesi del 2025, sia al banco taglio che nel libero servizio. Il nostro intento è valorizzare le filiere e allo stesso tempo guidare il consumatore nella conoscenza delle diverse peculiarità delle carni, in base alla loro provenienza e alle razze. Un impegno apprezzato dal pubblico: oggi il segmento bresaole - Igp e specialità - registra un +25% a valore negli ultimi 4 anni e un +6% nel 2024. Positivi anche i primi nove mesi del 2025, con una crescita del 10%; in particolare sulle specialità trainano la crescita referenze come Gran Fesa e Angus, ormai punti di riferimento per i nuovi gusti dei consumatori».





