2024-10-15
Un giudice smentisce la consulta: illegale il green pass per lavorare
Vittoria per un dipendente di Mps sospeso perché non voleva mostrare il certificato: dichiarato illegittimo il suo allontanamento. E oggi la Corte costituzionale tratterà dell’obbligo vaccinale per le forze dell’ordine.C’è una ragione per la quale è importante continuare a raccontare come sono andati a finire i tanti procedimenti giudiziari avviati contro l’imposizione del vaccino anti Covid e del green pass: se infatti negli Stati Uniti, grazie alla commissione d’inchiesta del Congresso e alle azioni nei tribunali, già nel 2021 i cittadini hanno potuto sapere che Anthony Fauci aveva omesso di dire la verità sulle origini del virus e sull’efficacia di vaccini e mascherine, i tempi rilassati della giustizia italiana hanno consentito di relegare in un cono d’ombra e di reticenza la verità storica, politica e scientifica degli anni pandemici.Le proteste dei cittadini continuano: oggi alle 18.30 un comitato si riunirà a Treviso per ricordare come «Giorno della vergogna» la data del 15 ottobre 2021, quando fu istituito l’obbligo di green pass sul posto di lavoro. Ma è attraverso le recenti sentenze dei tribunali che la giustizia italiana sta, pur lentamente, ristabilendo la verità della gestione pandemica. È il caso, ad esempio, della causa intentata e vinta in primo grado da G.P. contro il suo datore di lavoro, il Monte dei Paschi di Siena, che gli aveva impedito di lavorare in assenza di green pass, privandolo dello stipendio dal 17 dicembre 2021 al 2 maggio 2022.La banca aveva imposto, a partire dal 2 novembre 2021, l’obbligo di rientro in presenza del personale collocato in smart working. Il 17 dicembre 2021 il dipendente era tornato nella sede napoletana di Montepaschi per riprendere servizio in presenza ma gli era stato negato l’accesso per mancata esibizione della certificazione verde. Il dipendente, non volendo ottemperare all’ordine ritenuto illegittimo e non volendo sottoporsi a vaccinazione, pur mettendosi a disposizione dell’azienda, era stato considerato assente ingiustificato dal lavoro per cinque mesi.Rappresentato dall’avvocato Olga Milanese, ha fatto causa. Il giudice della sezione Lavoro del tribunale di Siena gli ha dato ragione nella pronuncia emessa venerdì scorso, la prima a favore di un dipendente privato e nei confronti di un datore di lavoro privato (le precedenti pronunce di accoglimento erano ordinanze cautelari o sentenze su dipendenti pubblici o medici che avevano fatto causa alle Asl o ai rispettivi ordini di appartenenza).Sono molto interessanti le 39 pagine di motivazione del giudice il quale, pur dichiarando di condividere il principio solidaristico che limita la libertà individuale a fronte di un valore collettivo fondamentale, ha sottolineato l’illegittimità della privazione del lavoro e dello stipendio al lavoratore sprovvisto di green pass alla luce delle evidenze scientifiche già note al momento dell’emanazione dei decreti legge impositivi della certificazione verde. Già nel 2021 - si lascia intendere tra le righe della sentenza - si sapeva che il vaccino non impediva il contagio e dunque l’imposizione del green pass per la «tutela della collettività», valore asserito in ogni comunicazione pubblica e istituzionale, era fallace.Nella sentenza, quelle evidenze vengono richiamate tutte: i dati dell’Ecdc che già a gennaio 2022 confermano come dato oggettivo che «la persona vaccinata può nuovamente essere contagiata e a sua volta contagiare»; il caso del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che aveva contratto il Covid già da vaccinato; la deposizione al Parlamento europeo di Janine Small, rappresentante della casa farmaceutica Pfizer, che aveva candidamente ammesso che il vaccino non era stato neanche testato per il blocco del contagio (una sorta di confessione, si legge nella sentenza) e il foglietto illustrativo dei vaccini in commercio, nella fattispecie il Comirnaty della Pfizer, dove è specificato con chiarezza che «potrebbe non proteggere completamente tutti coloro che lo ricevono e la durata della protezione non è nota».Ad ulteriore conferma dell’irragionevolezza dell’imposizione, la pronuncia si rifà proprio ai precedenti della Corte costituzionale che il 30 novembre 2022 avevano «salvato» l’obbligo vaccinale. Se quelle sentenze, si spiega nella sentenza, da un lato evidenziavano la «discrezionalità del legislatore» nel decidere come prevenire le malattie infettive, dall’altro hanno chiarito che «il trattamento imposto deve sia preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, sia quello degli altri». Ma, si osserva nella pronuncia, se il fattore di esclusione dal diritto al lavoro all’epoca poteva ritenersi ragionevole, col tempo è stato posto in ragionevole dubbio e successivamente si è rivelato irragionevole e, anzi, paradossalmente pericoloso: «Come se affermassimo che un casco da motociclista protegga non solo chi lo indossi ma anche gli altri».Ed è proprio alla Consulta, che oggi deve pronunciarsi in Camera di consiglio sull’inadempimento dell’obbligo vaccinale delle forze dell’ordine (polizia penitenziaria), che è riservata l’ultima bacchettata. La sentenza ricorda, infatti, che se proprio la Corte costituzionale ha statuito che le scelte del legislatore debbano «essere soggette a una continua verifica» alla luce del mutamento delle evidenze scientifiche, queste ultime già a dicembre 2020 dicevano che il vaccino anti Covid non proteggeva dal contagio.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.