2022-03-06
«Un errore armare gli ucraini, bisogna tornare a trattare»
Parla Marco Bertolini il generale già a capo del Comando operativo di vertice interforze: «Criminalizzare il nemico non porta a nulla».Generale Marco Bertolini, già a capo del Comando operativo di vertice interforze e presidente dell’Associazione nazionale paracadutisti, l’Italia ha fatto bene a mandare armi in Ucraina?«È un atto di ostilità che rischia di coinvolgerci nelle operazioni militari. Le armi non sono aratri o trattori. Servono per uccidere. Difatti è una forma di aiuti che, in passato, è sempre stata rifiutata». Anche in Somalia. «Lì parlano ancora italiano, ma abbiamo mandato solo addestratori, uniformi e vecchi camion. Mai una mitragliatrice. Eppure, hanno continuato a chiederle. Gli servivano per difendersi dall’Isis. Invece adesso, per la prima volta nella storia, si inviano armi a un belligerante».Ma l’Ucraina è in Europa…«Anche la Russia, basta leggere Dostoevskij».Cos’è cambiato, allora?«Mosca voleva interrompere il percorso che avrebbe dovuto portare l’Ucraina nella Nato. Rischiava di togliergli l’agibilità nel Mar Nero, dove ha una flotta decisiva per le sue ambizioni: tornare a essere una potenza globale. E questo, ovviamente, va contro gli interessi statunitensi». Quindi siamo in guerra?«Lo dice pure Vladimir Putin». Si riferisce però alle sanzioni.«Anche alle armi, mi creda».Spedire ordigni letali è una scelta emotiva?«Non c’è dubbio. Ha riguardato tutto il mondo, è vero. Ma l’Italia ha una politica estera particolarmente debole». Colpa dell’attuale ministro, Luigi Di Maio? Ha detto: «Putin è peggio di un animale». «Quell’intemerata ci taglia fuori da ogni trattativa. La Russia è un Paese con cui abbiamo avuti grandi rapporti commerciali, a partire dal gas, e mutui vantaggi. Se passiamo alle ingiurie personali, cacciamo gli atleti paraolimpici, gli facciamo il vuoto attorno, come possiamo far valere le nostre istanze?».Cosa avrebbe dovuto fare il governo?«Bastavano le sanzioni, anche inasprite. C’è un Paese europeo da cui prendere esempio, in questo momento: la Francia. Il suo presidente, Emmanuel Macron, è diventato un rispettato interlocutore di Putin. A differenza dell’Italia». Citando Fruttero & Lucentini, «a che punto è la notte»?«Siamo nelle mani dei negoziatori. Si parlano. Si stringono la mano. È comunque una dimostrazione di buona volontà». Il presidente ucraino Zelensky vuole le truppe Nato in battaglia. Fa finta di non saper che istituire una fly significherebbe avere i velivoli Nato sul Paese. L’incidente sarebbe inevitabile». L’avanzata bellica è stata davvero un fiasco?«Siamo a una settimana dell’inizio delle operazioni. Buona parte del territorio a Est di Kiev è occupato. Hanno quasi ottenuto il collegamento tra la Crimea e le repubbliche del Donbass. Certo, le grandi città sono risparmiate, al momento. E non è partita la caccia al presidente ucraino. Ma per precisa volontà, credo». La temibile aviazione russa resta ancora a terra.«Appunto. È una scelta tattica, legata agli obiettivi. L’operazione terrestre evita i danni estesi degli attacchi aerei. I bombardamenti dall’altro sarebbero l’extrema ratio, che potrebbe portare all’intervento della Nato». Mosca non usa nemmeno i droni, bombardieri teleguidati.«L’attacco dei tank ha effetti cruenti, ma controllabili. A differenza di uno strike aereo». Qual è dunque la strategia?«Trattare. Alla Russia non interessa governare l’Ucraina. Vuole concordare una ricomposizione». Tutto il mondo descrive Putin come un dittatore alla deriva: instabile, solo, fuori controllo… «La guerra oggi non si fa solo con le armi, ma anche con la comunicazione. Il presidente russo è in sella da vent’anni. Se fosse davvero un pazzo ce ne saremmo accorti da tempo. Invece ha trasformato un Paese in ginocchio in un’aspirante superpotenza, ha frequentato le nostre cancellerie, ha fatto le vacanze con Berlusconi…».Ormai è «Vlad mad».«La Russia non è in guerra contro il resto il mondo. È un Paese con interessi che giudica irrinunciabili». A ogni costo, però.«Vuole essere europea. E noi non facciamo altro che schiacciarla verso l’Asia e la Cina».Sarebbe in grado davvero di usare l’atomica o, come dice il ministro degli Esteri di Mosca, Sergej Lavrov, «gli occidentali sono in preda all’isteria»? «Si metterebbe in moto un meccanismo di attacchi e ritorsioni incontrollabile. Lo sanno tutti. È una minaccia. La linea rossa da non oltrepassare. Putin ne pagherebbe per primo le conseguenze».Con l’attacco alla centrale Zaporizhzhia, siamo stati davvero a un passo dal disastro nucleare?«Nelle immagini andate in onda non ho visto missili, ma bengala. Servono per illuminare gli obiettivi. Del resto, lì un incidente sarebbe pericolosissimo per loro. Il Donbass dista appena 250 chilometri». Quanto durerà la guerra?«Temo a lungo, come nel mondo arabo. Una volta vinceva la diplomazia. Adesso invece gli avversari vengono criminalizzati. Devono arrendersi senza condizioni. Lo scontro diventa sempre tra buoni e cattivi. Le guerre ora iniziano all’improvviso e non finiscono mai».
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.