
Il conduttore di La7 «reo» di aver fatto domande sulla villa del leader di Iv: «Squadristi».#Colposucolpo, casa su casa. La vicenda dell'appartamento di un giornalista diventa un piccolo caso politico. Corrado Formigli è calmo riassume alla Verità quello che gli è capitato nel tormentato mare dei social nelle ultime ore: «Sono stato oggetto di attacchi squadristici da parte di alcuni supporter di Italia viva. Non vedo che altro termine si possa usare, rispetto a un tentativo di intimidazione a mezzo Web. Punto». Matteo Renzi interviene sul caso sulla sua pagina Facebook, ma non molla il colpo. Glissa senza una parola sulle responsabilità di persone affiliate al suo partito, e paragona la condizione del conduttore a quella in cui si sarebbe trovato lui dopo la vicenda della villa. Scrive: «Le porcherie sono sempre tali. Sia quando si fanno ai giornalisti, sia quando si fanno ai politici. Le foto della mia casa, fatte entrando in una strada privata e violando il domicilio, la pubblicazione dei miei conti correnti, la fuga di notizie su cui nessuno indaga costituiscono per me fatti altrettanto gravi». Poi aggiunge: «Anche se non ho avuto solidarietà da Formigli o da altri, penso che dobbiamo essere fieri della nostra serietà».Ma cos'è successo prima? Giovedì notte Renzi esce arrabbiato da Piazza pulita: «Abbiamo parlato di gossip!». Il leader di Iv rimprovera il conduttore, Formigli, per aver - a suo avviso - dedicato pochi minuti alle questioni politiche che lo appassionano, e troppo tempo alla vicenda della sua villa di Firenze, del prestito, delle conferenze all'estero retribuite, del suo reddito: «Si è parlato soprattutto delle mie questioni private», recrimina. Sembra finita lì. Invece, già dalla mattina dopo, diversi influencer esplicitamente legati a Italia viva, e addirittura tre diverse pagine locali con il logo del partito renziano iniziano a postare commenti sulla casa del conduttore, reo di aver fatto domande all'ex premier sulla sua vita privata. In diversi post si entra incredibilmente nel dettaglio, divulgando particolari sul terrazzo della casa romana di Formigli, sui suoi arredi, spingendosi fino a divulgare l'indirizzo privato e la foto della facciata del palazzo. Insomma, una vera e propria shitstorm. Un attivista del partito renziano, Giorgio Graffieti, posta la foto della casa di Formigli, lo definisce «moralista senza morale» e scrive: «Ai più potrebbe ricordare una “location" dove Sorrentino potrebbe aver girato il “viaggio" nella volgarità della Capitale di Jep Gambardella (che è, appunto, un giornalista). Invece, al contrario di Jep, qui si tratterebbe del “moralista" per antonomasia. Come si sa, siamo popolo di curiosi e siccome abbiam visto il giornalista così sbavante nel tentativo di mostrare “l'immoralità" di un senatore di Scandicci». Graffieti scrive quello che dopo di lui tanti ripeteranno riverberando il post: «Sarebbe davvero interessante che il giornalista chiarisse se la notizia è infondata o se non corrisponde a verità che abbia pagato la sua dimora ben più del Senatore». Quando Formigli si accorge che i messaggi sono tantissimi, risale la corrente. I post si trovano all'interno di gruppi ai quali è iscritta anche la pagina di Italia viva, e questo spiega l'ampio riverbero. Formigli scrive privatamente a Renzi mostrandogli i link. Renzi risponde su Fb rendendo noto questo carteggio, ma non sembra addolorato, anzi. «Dopo Piazza pulita di giovedì", esordisce, “sono apparse sui social notizie su Corrado Formigli e sulla sua abitazione privata. Con dettagli, commenti, critiche. Formigli stesso mi ha scritto stanotte per “sensibilizzare" su quella che lui definisce “una porcheria": la sua casa “messa in mostra con foto, indirizzo e dettagli". Ma subito dopo ne approfitta per stigmatizzare la pubblicazione di foto della sua casa, come detto.Il link alla pagina nazionale viene rimosso, anche se gli attacchi continuano. E il succitato Graffieti linka il post di Renzi con questo commento: «Torna al tuo posto, Corrado, e smettila di fare le boccacce a Matteo». Nicola Zingaretti esprime solidarietà a Formigli. Né Renzi, né i suoi supporter si fermano. Anzi, si aggiunge Luciano Scalia, renziano nonché figlio di Miriam Mafai, il quale «rivendica» la diffusione delle foto con la casa di Formigli: «Ho voluto solamente far provare a questo intellettualmente disonesto giornalista (sic, ndr) l'ebbrezza di sapere che chiunque può entrare nella sua intimità, magari aiutati da qualche pm».E nessuno di questi curiosi «moralizzatori» virtuali sembra voler considerare che il conduttore non ha divulgato dettagli sulla casa, foto private o indirizzi né di Renzi né di altri, ma solo chiesto al senatore se considerasse opportuno percepire compensi per parlare in incontri promossi dal governo dell'Arabia, o ottenere prestiti da persone che lui stesso aveva nominato in una controllata di Cassa depositi e prestiti. Ma soprattutto: Renzi è un parlamentare, e le sue dichiarazioni sono pubbliche. Lo stesso leader di Italia viva aveva dichiarato di voler presentare la documentazione sull'acquisto della casa dopo che questo giornale aveva dato la notizia dell'acquisto. Se ne sarà dimenticato.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





