Si sono celebrate in piazza Duomo a Milano, davanti a 10.000 persone, le esequie di Stato del senatore morto lo scorso lunedì all'età di 86 anni. Presenti tutte le istituzioni, da Giorgia Meloni a Sergio Mattarella. Striscioni, cori e lunghi applausi all'arrivo del feretro sul sagrato della piazza.
Si sono celebrate in piazza Duomo a Milano, davanti a 10.000 persone, le esequie di Stato del senatore morto lo scorso lunedì all'età di 86 anni. Presenti tutte le istituzioni, da Giorgia Meloni a Sergio Mattarella. Striscioni, cori e lunghi applausi all'arrivo del feretro sul sagrato della piazza.Una piazza Duomo blindata e gremita di persone giunte da tutta Italia, oltre 700 giornalisti accreditati da tutto il mondo, 1.800 personalità attese tra capi di stato e istituzioni, applausi, cori, striscioni, gente in lacrime con il fazzoletto a portata di mano o gli occhiali da sole per coprire la commozione. Poi silenzio religioso e poi ancora applausi scroscianti.I funerali di stato di Silvio Berlusconi, morto lunedì mattina all’ospedale San Raffaele all’età di 86 anni, sono stati caratterizzati dall’affetto enorme di una piazza che ha voluto rendere omaggio al politico, all’imprenditore, al presidente, ma soprattutto all’uomo. Alle 14 si contavano circa 10.000 persone assiepate alle transenne, disposte dalla prefettura per contingentare gli ingressi del pubblico in base alla capienza stabilita dal servizio di sicurezza. Sostenitori di Forza Italia, tifosi del Milan con gli ultras della Curva Sud arrivati in piazza cantando cori e sventolando i bandieroni, ma anche semplici cittadini desiderosi di esserci.«Silvio! Silvio! Silvio!», è il coro tra i più gettonati insieme a «Un presidente. C’è solo un presidente. Un presidente». E poi ancora «Ora e per sempre, Silvio presidente» e «Uno di noi, Silvio uno di noi», oltre a un «chi non salta comunista è». Qualcuno invece urla semplicemente un «grazie».Da segnalare, tuttavia, due episodi isolati di contestazione nella giornata delle esequie di Stato. Una signora con una maglietta con la scritta «Io non sono il lutto» e un libro di Giovanni Falcone in mano è finita nel mirino della folla inferocita che ha cominciato a urlare alla contestatrice «cafona», «comunista», «vergogna». C’è stato poi un uomo, invece, a cui è stato strappato un cartello con la scritta «vergogna di stato» ed è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine per scortarlo all’esterno della piazza.Sul sagrato della cattedrale intanto sono arrivate numerose corone di fiori. Da quella composta di anthurium e orchidee verdi, bianche e rosse - a simboleggiare il tricolore - del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a quella del gruppo Senato Forza Italia con la scritta «La nostra forza, la nostra guida». Anche la Corte Costituzionale, il consolato generale del Kuwait, l’ambasciata di Israele hanno voluto rendere onore a Berlusconi con un omaggio floreale.Alle 13:45 si sono aperte le porte delle navate laterali del Duomo per accogliere le 2.300 persone che hanno potuto assistere alla cerimonia dall’interno. I capi di stato giunti a Milano per rendere l’ultimo saluto al Cavaliere, dal presidente ungherese Viktor Orbán all’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani, fino al presidente iracheno Abdul Latif Rashid, sono entrati in chiesa dall’ingresso laterale di piazza Fontana, così come tutte le istituzioni italiane, dalla Meloni a Sergio Mattarella, entrambi applauditi dal pubblico quando sono comparsi sui quattro maxischermi disposti agli angoli della piazza. Presenti oltre ai presidente del Senato Ignazio La Russa e quello della Camera Lorenzo Fontana, anche il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e il sindaco di Milano Beppe Sala. Tutte le altre personalità hanno formato un lungo corteo sul sagrato della chiesa. Molti personaggi del mondo del calcio, dal presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis a quello della Lazio, nonché senatore di Forza Italia, Claudio Lotito. La squadra del Monza di cui Berlusconi ne è stato il proprietario, gli allenatori Arrigo Sacchi, Fabio Capello e Massimiliano Allegri. Personaggi dello spettacolo come Gerry Scotti, Massimo Boldi, Lorella Cuccarini, Alba Parietti, Ilary Blasi, Belen Rodriguez e Nicola Savino.Il feretro di Berlusconi, che ha lasciato Villa San Martino ad Arcore alle 14:21, è arrivato sul sagrato della cattedrale di Milano alle 14:55, seguito dai cinque figli, Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi e la compagna Marta Fascina. Tutti visibilmente commossi. Un lungo applauso e il coro della Curva Sud «Un presidente. C’è solo un presidente. Un presidente» quasi a coprire lo squillo delle trombe durante il picchetto d’onore. Poi l’ingresso in chiesa dal portone centrale e la messa celebrata da Monsignor Mario Delpini cominciata alle 15:10 e terminata alle 16:09 con il feretro che è stato riposto sul carro funebre. La famiglia, che tutta unita ha voluto ringraziare il pubblico con chiari gesti delle mani, ha fatto sapere che il feretro di Berlusconi verrà trasferito a Valenza Po, in provincia di Alessandria, dove sarà cremato. Prima di tornare, una volta per sempre nella sua villa San Martino ad Arcore
Giuseppe Valditara (Imagoeconomica)
Il ministro dell’Istruzione sui nuovi programmi scolastici: «Non bisogna generare confusione nei bambini. I temi della sessualità saranno tenuti da esperti, non da gruppi di interesse, e con il consenso dei genitori. L’educazione spetta innanzitutto alla famiglia».
Ministro Giuseppe Valditara, lei con questo disegno di legge sta impedendo che si faccia educazione sessuale e affettiva nelle scuole?
«No, questo è falso. Come ho detto più volte, chi lo sostiene o non conosce o fa finta di non conoscere l’articolo 1 comma 4 che afferma “Fermo restando quanto previsto nelle indicazioni nazionali”, cioè i programmi scolastici, e nell’educazione civica, ovviamente».
E che significa?
«Che nei programmi scolastici c’è tutta l’educazione sessuale nel senso biologico, quindi la conoscenza delle differenze sessuali, degli apparati riproduttivi, delle funzioni riproduttive, dello sviluppo puberale, dei rischi relativi alle malattie trasmesse sessualmente, quindi c’è tutto quello che riguarda l’insegnamento dell’educazione sessuale in senso biologico».
Imagoeconomica
La Corte respinge il ricorso per la mancata rivalutazione degli assegni 4 volte sopra il minimo: non è un aggravio fiscale.
Anche la Consulta considera «ricco» chi percepisce una pensione di poco superiore a 2.000 euro lordi. Chi si aspetta a che la Corte Costituzionale ponesse fine a un meccanismo introdotto per risparmiare ma che penalizza quanti hanno versato contribuiti elevati per tutta la vostra lavorativa, è stato deluso. Con la sentenza numero 167, l’organo dello Stato ha confermato la legittimità della misura di «raffreddamento» della perequazione, introdotta con la Legge di Bilancio 2023 per i trattamenti pensionistici superiori a quattro volte il minimo Inps (2.400 euro lordi al mese, circa 1.800 euro netti circa). In risposta al pronunciamento della Corte dei conti, (sezione giurisdizionale per la Regione Emilia-Romagna) ha chiarito che il mancato adeguamento automatico all’inflazione dei trattamenti previdenziali di tale importo, ovvero il raffreddamento, come si dice in gergo, «non introduce un prelievo di natura tributaria», cioè non è una tassa. La magistratura contabile aveva sollevato il dubbio che tale meccanismo potesse violare i principi di «eguaglianza tributaria, di ragionevolezza e temporaneità, complessivamente presidiati dagli articoli 3 e 53 della Costituzione», trattandolo come una sorta di tassa nascosta.
Ansa
La saldatura tra Ppe, Ecr e Patrioti consente di rivedere le regole sulla due diligence che avrebbero affossato la nostra industria. Socialisti e Verdi, in fibrillazione per la nuova «maggioranza», attaccano il voto segreto.
La maggioranza Ursula si spacca sulla due diligence e per la prima volta si rompe il «cordone sanitario» a Bruxelles. Il Parlamento europeo ha approvato con 382 voti a favore, 249 contrari e 13 astenuti il compromesso promosso dal Ppe sulla semplificazione delle direttive sugli obblighi di due diligence e reportistica ambientale per le aziende. Il testo è stato approvato con una maggioranza composta dal Ppe insieme con l’Ecr e i gruppi delle destre Patrioti per l’Europa e Europa delle Nazioni sovrane. La maggioranza Ursula composta da Ppe, Socialisti, Liberali e Verdi si sgretola sul muro delle follie green. Quella rivista è considerata una delle leggi più controverse del von der Leyen I. Il testo nella versione originale impone alle imprese di verificare l’intera catena di fornitura per prevenire violazioni dei diritti umani e ambientali.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 14 novembre con Carlo Cambi







