2025-10-26
Uk, libero per sbaglio uno stupratore etiope
Il richiedente asilo, condannato nell’Essex per abusi su una minore, dopo la scarcerazione aveva persino provato a ripresentarsi in galera, invano. Ora è ricercato in tutto il Paese. Sempre a Londra, arrestati quattro islamici col volto coperto durante una protesta.Condannato a 12 mesi di carcere di per violenza sessuale su una donna e una ragazza di 14 anni, il richiedente asilo Hadush Gerberslasie Kebatu è stato rilasciato «per errore» venerdì mattina dal carcere Hmp di Chelmsford, Essex. Da quel momento si è scatenata la caccia all’uomo. Le aggressioni compiute dall’etiope, 41 anni, pochi giorni dopo essere arrivato nel Regno Unito su una piccola imbarcazione, avevano scatenato a luglio la rabbia e la protesta della popolazione di Epping Forest, nell’estrema periferia Nord della capitale britannica. Migliaia di manifestanti erano scesi in strada chiedendo la chiusura dell’albergo The Bell, trasformato in centro per migranti, dove l’uomo era ospitato, e di altri hotel destinati ai migranti in attesa della domanda di asilo. Su striscioni e cartelli campeggiavano scritte quali «Proteggiamo i nostri bambini». Oltre alla condanna a 12 mesi, il giudice distrettuale Christopher Williams gli aveva imposto un ordine di prevenzione di danni sessuali, della durata di cinque anni, che gli vieta di avvicinarsi o avere contatti con qualsiasi donna, e l’iscrizione nel registro dei condannati per reati sessuali per dieci anni. Invece di scontare la pena, il delinquente è stato liberato. La versione ufficiale è che l’etiope doveva essere trasferito in un centro di detenzione per immigrati al fine di essere espulso, ma è stato erroneamente classificato come un detenuto pronto per essere rilasciato. Un alto funzionario del personale penitenziario ha dichiarato alla Bbc: «Questo è dovuto a una serie di errori, probabilmente causati dal sovraccarico di lavoro e dalla carenza di personale». Addirittura gli è stata concessa una indennità di scarcerazione di 76 sterline, riportava ieri il Telegraph. Un fattorino di nome Sim, che stava consegnando delle attrezzature alla prigione quando Kebatu è stato rilasciato, ha raccontato che un membro del personale aveva indirizzato il detenuto alla stazione di Chelmsford per prendere un treno per Londra, dopo che quest’ultimo era più volte tornato al carcere in stato confusionale, sapendo di dover essere espulso. Dal Greater Anglia su cui era salito alle 12.41 di venerdì, l’uomo era effettivamente sceso a Stratford, come accertato dalle telecamere di sorveglianza. La ricerca dell’etiope è una «priorità assoluta», ha dichiarato James Conway, capo della polizia metropolitana di Londra a cui è stata trasferita la responsabilità della caccia all’uomo. Per Keir Starmer la liberazione accidentale di Kebatu è «totalmente inaccettabile» e ha promesso che sarà «catturato ed espulso per i suoi crimini». David Lammy, vicepremier e segretario di Stato alla Giustizia, ha detto di essere «furioso a nome dell’opinione pubblica». Durissimo il commento del leader di Reform Uk, Nigel Farage: «La Gran Bretagna è in rovina», mentre il padre della quattordicenne aggredita da Kebatu ha attaccato il sistema giudiziario dicendo: «Ci ha deluso». Pensiero condiviso da Chris Whitbread, leader del consiglio distrettuale di Epping Forest: «I cittadini hanno il diritto di aspettarsi che i condannati per reati gravi rimangano in custodia cautelare. La sicurezza pubblica non deve mai essere compromessa».Contemporaneamente, ieri un gruppo di giovani musulmani incappucciati e col volto coperto è sceso nelle strade della zona Est di Londra, sventolando bandiere del Bangladesh e della Palestina e dicendosi «pronti a difendere la propria comunità», dopo che la polizia aveva vietato per motivi di sicurezza una protesta contro l’invasione islamica pianificata dall’Ukip, l’ex partito di Farage, a Tower Hamlets, zona con un’alta percentuale di musulmani. Quattro di questi manifestanti, accorsi per contestare la protesta che gli Ukip hanno poi spostato a Marble Arch, nel centro di Londra, sono stati arrestati dalla polizia metropolitana. L’opinione pubblica inglese è indignata anche per quanto ha rivelato il Telegraph, ovvero che l’università di Oxford accetta una percentuale più alta di candidati neri che non hanno superato l’esame rispetto ai loro colleghi bianchi. Negli ultimi cinque anni, il 16% degli studenti universitari neri del Regno Unito che si sono iscritti al prestigioso ateneo non aveva raggiunto i voti richiesti al momento dell’offerta di ammissione. Una percentuale più che doppia rispetto quella dei candidati bianchi, che è del 6%. L’università richiede ai potenziali studenti di conseguire almeno tre A all’A-level, ma un candidato che non supera i voti può comunque essere accettato. Nel 2024, il 3% degli studenti cinesi e il 7% degli studenti bianchi sono stati ammessi nonostante non avessero ottenuto l’offerta condizionata, rispetto al 27% degli studenti neri. Eppure, secondo i dati dell’Oxford University Gazette, la rivista ufficiale pubblicata dal 1870, solo il 5% degli studenti universitari neri che hanno sostenuto gli esami finali nel 2024 ha conseguito una laurea di primo livello, rispetto al 36% degli studenti cinesi e al 38% degli studenti bianchi. Le facilitazioni, dunque, non portano a risultati brillanti. In base al piano di ammissione dell’università, Oxford si prefigge di far sì che il 23% degli iscritti provenga dalle aree più svantaggiate del Paese e il 61% dei candidati neri proviene già da queste aree, rispetto al 16% dei candidati bianchi. Questa operazione di ingegneria sociale, che secondo particolari convinzioni politiche può svolgere un ruolo importante nel favorire l’integrazione interculturale, non è nuova nell’ateneo inglese. Nel 2008, un articolo dell’Observer rivelò un programma avviato per gli studenti che facevano domanda ad Oxford. Veniva preso in considerazione il codice postale della loro residenza familiare e chi viveva in zone più povere aveva maggiori possibilità di essere selezionato per il colloquio.