2023-08-17
L’Ucraina esclusa dal G20 in India. Lo Zar pronto a sfidare l’Occidente
Il capo del Cremlino potrebbe decidere di accettare l’invito (malgrado il mandato d’arresto internazionale) e presentarsi di persona a Nuova Delhi per il summit di settembre. La diplomazia: la pace resta prioritaria.Niger: l’attentato all’esercito, rivendicato dal gruppo terroristico, potrebbe velocizzare l’arrivo di forze straniere. Gli Stati africani si spaccano sull’intervento contro i golpisti.Lo speciale contiene due articoli.L’India non ha incluso l’Ucraina nell’elenco dei partecipanti al vertice del G20, che si terrà a Nuova Delhi all’inizio di settembre. Viceversa la Russia e il suo leader Vladimir Putin svettano al centro dell’elenco degli invitati, pubblicato sul sito web del vertice. Come anche il capo di Stato cinese Xi Jinping (altro Paese membro del formato Brics come Russia e India). Tra i membri permanenti del G20, i leader di Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Indonesia, Italia, Giappone, Messico, Corea del Sud, Arabia Saudita, Sudafrica, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti sono stati invitati, secondo il sito, insieme con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e al presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Non è la prima volta che il governo del presidente Modi prende una posizione autonoma sul conflitto in Ucraina. Già all’Onu l’India si era dissociata dalla posizione dei Paesi atlantici. Sul voto di condanna per l’aggressione di Mosca si era astenuta insieme alla Cina. Una decisione che aveva fatto scalpore visto che i due Paesi insieme rappresentano circa la metà della popolazione mondiale. Inoltre è noto che le esportazioni di gas per aggirare le sanzioni, vengono triangolate proprio attraverso i porti indiani. Molti osservatori, però, sono convinti che la scelta di Nuova Delhi non sia un atto di ostilità verso lo schieramento Nato ma un modo per cercare un compromesso. «Il lavoro diplomatico per concordare una dichiarazione finale» al G20 in cui si faccia riferimento alla guerra in Ucraina «è in corso e richiede tempo e pazienza». Lo ha detto il ministro degli Esteri dell’India, Subrahmanyam Jaishankar, nel corso di un incontro con un gruppo ristretto di media internazionali tra cui l’Ansa. «A ventitré giorni dal summit i negoziati tra gli sherpa sono in corso, la diplomazia non si costruisce in un giorno. Continueremo a lavorarci», ha assicurato Jaishankar, ricordando che all’ultimo G20 a Bali, in Indonesia, i leader erano riusciti a trovare «un punto di approdo comune» sull’Ucraina anche in virtù del fatto che le conseguenze della guerra «continuano a dominare l’economia reale mondiale». Il presidente russo Putin intanto sta valutando se partecipare al suo primo incontro di persona con i leader occidentali da quando le sue forze hanno invaso l’Ucraina nel 2022, aveva detto una fonte del Cremlino a Nbc News. Putin infatti non ha ancora escluso di presentarsi di persona alla riunione. Il 17 marzo la Corte penale internazionale ha spiccato nei suoi confronti un mandato di cattura internazionale. Difficile però che le manette possano scattare proprio in India, soprattutto a seguito di un invito formale. Secondo lo sherpa indiano al G20 Amitabh Kant, la questione ucraina non è l’unica grande sfida che il mondo deve affrontare. «Lasciatemi solo dire che l’Ucraina è una sfida e una questione importante, ma ci sono molte altre questioni importanti» ha dichiarato secondo i medi orientali. Ha aggiunto che il G20 deve essere un forum che si concentri sullo sviluppo e la crescita. «Il G20 è un forum di sviluppo. È un forum per guidare la crescita e l’inclusione finanziaria, e penso che il G20 debba concentrarsi su tutte queste questioni di sviluppo e questa sia davvero la chiave per andare avanti», ha osservato. Per quanto riguarda l’elenco dei Paesi invitati, Kant ha osservato che l’India ha invitato altri nove Paesi oltre ai membri del G20. Questi nove Paesi invitati sono Bangladesh, Nigeria, Mauritius, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Spagna, Paesi Bassi, Oman e Singapore. Inoltre, Kant ha assicurato che la presidenza indiana porterà il G20 a concentrarsi maggiormente su una soluzione amichevole alle sfide e alla crescita globali e ad altre questioni che diventano preoccupazioni dei cittadini del mondo in generale invece di concentrarsi su questioni geopolitiche. Sullo sfondo si agitano altri fantasmi. A cominciare dal tentativo di togliere al dollaro il dominio sulle transazioni internazionali. Un vecchio progetto che finora non ha avuto grande sviluppo. Il ruolo centrale, in questa partita, è affidato all’Arabia Saudita. Ryad è il più importante esportatore di petrolio al mondo. Fino a quando di farà pagare in dollari nessun problema. Ecco perché i suoi avvicinamenti a Mosca sono visti con molta preoccupazione. Ecco perché un lavoro preparatorio durato due anni, la Russia ha rotto gli indugi, avviando un progetto pilota per l’introduzione del rublo digitale che ha tra i suoi obiettivi quello di garantirsi l’accesso alle transazioni internazionali contrastando gli effetti delle sanzioni occidentali contro le sue banche. Ed è significativo che tra i 20 Paesi che hanno già avviato iniziative di questo tipo figurano la Cina e l’India, che mantengono immutati i loro rapporti economici-finanziari con Mosca. Ma realizzare un sistema alternativo a quello bancario tradizionale appare ancora come un traguardo lontano. Per ora il rublo digitale - emesso dalla Banca centrale, a differenza delle criptovalute - verrà utilizzato in Russia da 600 cittadini e 30 imprese commerciali di 11 città, grazie ai servizi forniti da 13 banche.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/ucraina-esclusa-g20-india-2663993389.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="in-niger-scoppia-la-bomba-al-qaeda" data-post-id="2663993389" data-published-at="1692268672" data-use-pagination="False"> In Niger scoppia la bomba al-Qaeda Ieri c’è stato nuovo colpo di scena nella tormentata vicenda del golpe in Niger. Si è infatti appreso che durante la riunione del Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione africana (Ua) di lunedì scorso è stato deliberato «di respingere l’opzione dell’uso della forza contro la giunta militare che ha preso il potere in Niger». Nella stessa riunione è stato deciso di sospendere temporaneamente il Niger da tutte le attività dell’Ua. Si tratta di uno scontro senza precedenti aperto tra l’Unione Africana e la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) che la settimana scorsa ha ordinato l’attivazione immediata della sua forza di riserva con l’intenzione di dispiegare una «stand-by force» per ripristinare l’ordine costituzionale in Niger, pur sostenendo la priorità di una soluzione pacifica alla crisi. Secondo quanto riportato da alcune fonti locali a Le Monde, un diplomatico dell’Unione africana ha dichiarato che «pur rimarcando l’impegno per la tolleranza zero nei confronti dei cambiamenti di governo incostituzionali, è stato scelto di non sostenere un’azione militare, perché questa potrebbe portare a un’escalation di violenza e causare ulteriori danni rispetto a quelli già presenti». E adesso che succederà? Oggi i capi di Stato maggiore dell’Ecowas si incontreranno in Ghana per discutere di un possibile intervento militare in Niger e non potranno certo non prendere una decisione. Mentre ieri la giunta golpista nigerina ha richiamato l’inviato del loro Paese ad Abidjan dopo le dichiarazioni del presidente della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara, che a loro dire equivalevano a «elogiare l’azione armata contro il Niger». Cosa ha detto Ouattara? Secondo i golpisti «ha più volte espresso la volontà di vedere realizzata questa aggressione illegale e insensata contro il Niger». Sempre nella giornata di ieri il primo ministro del Niger, Ali Mahaman Lamine Zeine, si è recato nel vicino Ciad e come ha reso noto dal governo di N’Djamena «ha avuto colloqui con la sua controparte e il presidente Mahamat Idriss Deby Itno». Intanto il presidente russo Vladimir Putin ha avuto un colloquio telefonico con Assimi Goïta, il leader (a sua volta golpista) della giunta del Mali. Secondo una nota del Cremlino ha chiesto una soluzione pacifica alla crisi del Niger: «È stata sottolineata l’importanza di risolvere la situazione per quanto riguarda la Repubblica del Niger esclusivamente con mezzi politici e diplomatici pacifici» si legge nel comunicato. Come detto la situazione si sta ulteriormente complicando, complice anche lo scontro tra l’Ua e l’Ecowas senza dimenticare che la giunta golpista non sta dando segnali concreti di voler trovare una via d’uscita. Chi invece si sta preparando a sfruttare la situazione sono le bande di predoni che operano nell’area ma soprattutto le organizzazioni terroristiche fedeli ad al-Qaeda e allo Stato islamico che vedono aprirsi spazi inaspettati in Niger. Quello che appare come un vero attacco jihadista è stato quello di martedì: almeno 17 soldati nigerini sono stati uccisi e 20 sono rimasti feriti in un attacco vicino al confine tra Niger e Mali. Come ha annunciato il ministero della Difesa nigerino: «Nel primo pomeriggio di martedì, un distaccamento delle Forces armées nigériennes in movimento tra Boni e Torodi è rimasto vittima di un’imboscata terroristica alla periferia della località di Koutougou (a circa 52 km a sud-ovest di Torodi)». L’Isis che ieri ha rivendicato la nuova strage in Mozambico sul Niger tace. Mentre alcuni sostenitori di al-Qaeda hanno inneggiato all’uccisione dei soldati nigerini avvenuta in un’area dove le due organizzazioni si combattono da più di un anno. Quanto accaduto potrebbe accelerare l’intervento armato dell’Ecowas.
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