
Inchiesta sui messaggi «russi» subito affidata all'antiterrorismo. Intanto Wired smonta la bufala dei troll stranieri pro Matteo Salvini.I troll che se la sarebbero presa con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno le ore contate. In Procura a Roma aspettano un'informativa della polizia postale per aprire il fascicolo sulla spy story che, a giudicare dalle caratteristiche della vicenda, potrebbe diventare un tormentone dell'estate 2018. Poi magari si scoprirà, oppure no, cosa che spesso accade nelle indagini che si muovono nella palude dei social network, chi c'era dietro a quelli che vengono definiti attacchi al presidente Mattarella.Nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorso, al niet del Capo dello Stato alla candidatura di Paolo Savona a ministro dell'Economia e dopo che Luigi Di Maio aveva chiesto la messa in stato d'accusa del presidente della Repubblica, migliaia di utenti Twitter chiesero le sue dimissioni, tutti con lo stesso aggregatore telematico: #MattarellaDimettiti. L'ipotesi: alcuni di quei profili sarebbero riconducibili a un'unica origine di matrice russa. Stando alla ricostruzione del Corriere della Sera di venerdì, «almeno una ventina di profili coinvolti nella campagna digitale contro il capo dello Stato avevano una storia controversa. Probabilmente anche più di 20. Nel passato recente quei profili su Twitter, che appartengono a italiani del tutto ignari, erano stati usati una o più volte dalla Internet Research Agency (Ira) di San Pietroburgo per far filtrare nel nostro Paese la propria propaganda a favore dei partiti populisti, dei sovranisti e degli antieuropei». E ancora: «Gli stessi account che fino a poco più di un anno prima erano stati rilanciati, fatti balzare e a volte sollecitati a intervenire sulla rete da parte di agenti russi sotto copertura, adesso stavano attaccando Mattarella».E siccome la storia dei 1.500 tweet contenenti fake news diffuse dai russi per sostenere Lega e Movimento 5 stelle alle ultime elezioni è ancora al centro del dibattito politico, il Partito democratico ha chiesto al premier Giuseppe Conte di riferire in Parlamento. Il Russiagate paventato dal Pd e lanciato dal Corriere, però, potrebbe anche trasformarsi, dopo la solerte investigazione informatica della polizia postale, in una enorme fake news. Sedicimila tweet in italiano, pubblicati da 143 profili fake (dei quali cinque molto attivi) con una manciata di follower, pare siano riconducibili alla rete italiana della Internet Research Agency, agenzia di San Pietroburgo che sarebbe agli ordini degli apparati del presidente Vladimir Putin e che, stando agli analisti dell'Fbi, avrebbe il mandato di inquinare l'opinione pubblica occidentale. I dati sono stati raccolti da due professori della Clemson University (un'università statunitense pubblica con sede a Clemson, nella Carolina del Sud), Darren Linvill e Patrick Warren, e sono consultabili sulla piattaforma online GitHub.Ovviamente Democratica, organo del Pd (che chiede anche l'apertura di una commissione d'inchiesta), ha dedicato al caso un dossierone per rilanciare quelli che vengono ritenuti i punti focali del caso. Sul sito web della rivista Wired, però, in un lungo servizio vengono sottolineate non poche stranezze. Tra queste c'è di certo che gran parte dei tweet raccolti sono dei retweet, ossia il rilancio di contenuti prodotti da altri.E se si cerca di capire meglio da dove arrivino i tweet, ha scoperto Wired, si scopre che ben 12.000 sono partiti dall'Italia. Altri 4.000 dagli Stati Uniti, mentre 2.000 hanno origine sconosciuta. I tweet russi sono appena quattro. Due dei quali pubblicano foto di Claudia Cardinale e uno inneggia a Che Guevara. I cronisti di Wired hanno poi smanettato con i filtri del foglio di calcolo della piattaforma GitHub e hanno isolato i tweet che menzionano il segretario leghista Matteo Salvini. Risultato: non sono tutti favorevoli. Per esempio @1lorenafava1, il secondo account più attivo, ha ritwittato questo post: «Altro che Sud, Salvini vuole i soldi dei terroni per salvare la Lega». Un messaggio che in campagna elettorale non sembra affatto pro Salvini. Ma ce n'è anche per i Cinque stelle: ci sono tweet che rilanciano un articolo di Affaritaliani.it che definisce stantie le idee pentastellate. La conclusione di Wired, riportata nel sottotitolo dell'articolo, è questa: «Gli elementi che fanno pensare a una azione dei russi in Italia sono davvero pochi».Ora sono tutti concentrati sugli attacchi a Mattarella. Saranno comunque non più politici o giornalisti, ma i magistrati del pool antiterrorismo a cercare di veder chiaro nell'intera vicenda. Già lunedì se ne occuperà anche il Copasir, con l'audizione del direttore del Dis Alessandro Pansa.
Nessuno nel centrodestra sostiene l’imposta sugli affitti brevi, ma qualche «manina» l’ha inserita nella manovra. A benedirla sono i primi cittadini Beppe Sala, Roberto Gualtieri e Sara Funaro.
2025-10-31
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona approda a Istanbul: dialogo tra Occidente e Grande Eurasia
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Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane (Ansa)
«Non esiste al mondo un prodotto così diffuso e delle dimensioni del risparmio postale», ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, a margine dell’evento «Risparmio Postale: da 150 anni la forza che fa crescere l’Italia», a cui ha presenziato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Come l’ha definito il Presidente della Repubblica, si tratta di un risparmio circolare: sono 27 milioni i risparmiatori postali», ha spiegato ai giornalisti Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.






