2023-08-03
L’incriminazione di Trump è scarica. E scompare l’accusa di insurrezione
Il procuratore Jack Smith non ha dimostrato che l’assalto al Campidoglio del 2021 fu organizzato dall’ex presidente. E l’altro addebito di aver fatto disinformazione consapevole rischia di infrangersi contro il Primo emendamento.Che la corsa elettorale di Donald Trump sia disseminata di ostacoli giudiziari, non è un mistero. È, tuttavia, da dimostrare che tali tegole stiano indebolendo l’ex presidente dal punto di vista politico. Anche perché non è che il dipartimento di Giustizia sia sempre granché convincente nelle sue accuse. È, per esempio, il caso della nuova incriminazione che il procuratore speciale, Jack Smith, ha formulato contro Trump in relazione al tentativo di ribaltamento dei risultati elettorali del 2020. Negli ultimi due anni, una certa vulgata ha dipinto Trump come un golpista, tacciandolo di aver orchestrato l’irruzione in Campidoglio del 6 gennaio 2021. La commissione parlamentare sul 6 gennaio, i cui membri erano stati tutti nominati dall’allora speaker dem della Camera Nancy Pelosi, aveva d’altronde raccomandato, a dicembre scorso, che l’ex presidente fosse incriminato per insurrezione. E proprio di «incitamento all’insurrezione» Trump era stato accusato nel suo secondo impeachment. Peccato, però, che nella nuova incriminazione l’accusa non compaia.È vero che il procuratore ha tacciato l’ex presidente di «conspiracy». Tuttavia, nell’ordinamento americano, questo termine non designa il golpe ma l’associazione per delinquere: reato grave, ma ben diverso dall’insurrezione.Passiamo, quindi, in rassegna i capi di imputazione. Il primo riguarda l’accusa di associazione per delinquere finalizzata a frodare gli Usa: un reato che, secondo l’accusa, Trump, che oggi si presenterà in tribunale, avrebbe commesso sostenendo falsamente che le elezioni erano state truccate. L’ex presidente è anche accusato di associazione per delinquere finalizzata a impedire la certificazione dei voti elettorali da parte del Congresso e di avere, inoltre, commesso «ostruzione» per bloccare tale certificazione. L’ultimo capo d’imputazione è quello di «associazione per delinquere contro i diritti»: secondo la National public radio, tale fattispecie di reato «fu approvata dopo la Guerra civile per impedire ai membri del Ku klux klan e di altre organizzazioni simili di intimidire, molestare e terrorizzare apertamente gli elettori neri». Il senso di questa accusa è che, con le sue azioni, Trump avrebbe cercato di inficiare il voto degli elettori.Qualche considerazione. In primis, tra i capi d’imputazione non compare né quello di «ribellione e insurrezione» né quello di «seditious conspiracy»: reati esplicitamente disciplinati dal codice americano. Evidentemente, il procuratore non è stato in grado di dimostrare che l’assalto al Campidoglio fu organizzato dall’ex presidente. Del resto, già ad agosto 2021 Reuters, sentendo fonti dell’Fbi, aveva riportato che non c’erano prove solide del fatto che l’irruzione del 6 gennaio fosse stata «centralmente coordinata».Smith, nell’incriminazione, lascia intendere che quel grave episodio sarebbe stato favorito dalle tesi di Trump sui brogli e che l’allora presidente avrebbe cercato di sfruttarlo per fare pressione sul Congresso. Tuttavia non viene dimostrato alcun disegno finalizzato a un colpo di Stato. In caso contrario, tra i capi d’imputazione ci sarebbe stato quello di «ribellione e insurrezione».In secondo luogo, l’attuale incriminazione appare più traballante di quella sui documenti classificati. In quel caso, il procuratore possiede un audio scottante, che i legali di Trump non riusciranno facilmente a ribaltare in sede processuale. In questo, invece, l’impianto accusatorio si basa sulla convinzione che l’allora presidente diffondesse della disinformazione e che ne fosse consapevole. Si tratta di una linea scivolosa: esige la dimostrazione incontrovertibile del fatto che Trump fosse conscio di mentire e rischia anche di cozzare con il Primo emendamento (che garantisce la libertà di espressione). Va ricordato, del resto, che nel 2019 Hillary Clinton definì Trump un «presidente illegittimo». «Il procuratore speciale Smith ha appena formulato la prima incriminazione per presunta disinformazione. Se usate una penna rossa su tutto il materiale presumibilmente protetto dal Primo emendamento, potete ridurre gran parte dell’accusa a una poesiola», ha detto Jonathan Turley, professore di diritto alla George Washington University. «Ritenevo che l’incriminazione sui documenti classificati fosse forte. Questa è l’inverso», ha proseguito, per poi concludere: «Smith si è scagliato contro la rivolta del 6 gennaio e ha fatto sembrare che stesse accusando Trump di istigazione. Non l’ha fatto. La disconnessione era evidente e preoccupante».Infine, il dipartimento di Giustizia è caduto in un profondo discredito. Due informatori dell’Agenzia delle entrate americana lo hanno accusato di aver interferito nell’indagine penale su Hunter Biden, mentre il procuratore speciale John Durham ha pubblicato un report sulle storture commesse dall’Fbi contro Trump ai tempi del Russiagate. Tra l’altro, la nuova incriminazione è arrivata appena 24 ore dopo la testimonianza alla Camera di un ex socio di Hunter Biden che rischia di mettere nei guai il padre. Si registrano, inoltre, dubbi sull’imparzialità di Smith. Sua moglie, Katy Chevigny, fu la produttrice di un documentario su Michelle Obama ed effettuò donazioni alla campagna elettorale di Joe Biden. Lo stesso Smith divenne capo della Public integrity section del dipartimento di Giustizia ai tempi dell’amministrazione Obama.Che Trump il 6 gennaio 2021 abbia commesso un grave errore politico, è fuori discussione. Così come è fuori discussione che l’irruzione in Campidoglio fu un evento deprecabile. Tuttavia ci sono fondati motivi per ritenere che l’incriminazione dell’altro ieri non sia alla fine troppo solida.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.