2025-07-12
Troppi sbarchi: la Grecia ferma l’accoglienza
Kyriakos Mitsotakis (Ansa)
Dopo il picco di arrivi dalla Libia a Creta, stop di tre mesi all’esame delle richieste d’asilo per chi parte dal Nord Africa. Gli irregolari pizzicati sul territorio ellenico finiranno reclusi per cinque anni. Il premier Mitsotakis: «Non siamo un corridoio verso l’Europa».La Grecia ha una popolazione che non arriva ai 10 milioni di abitanti. Tuttavia, per la sua posizione geografica, è una delle nazioni europee più esposte all’immigrazione nordafricana che transita illegalmente attraverso la rotta mediterranea. Con la buona stagione, la pressione dei flussi migratori si è fatta insostenibile: l’isola di Creta è stata letteralmente presa d’assalto da presunti profughi in arrivo dalle coste libiche, creando una vera emergenza nazionale. Il governo di Atene, di fronte a una situazione che rischia di sfuggire di mano, ha quindi adottato misure drastiche per bloccare l’afflusso incontrollato di clandestini su suolo greco. Nella giornata di ieri, infatti, con 177 voti a favore, 74 contrari e 42 astenuti, il Parlamento ellenico ha approvato l’emendamento presentato dall’esecutivo di centrodestra per fronteggiare l’invasione dei richiedenti, al termine di due giorni di accesi scontri politici dentro e fuori dall’Aula. Il provvedimento, nello specifico, dispone la sospensione per tre mesi delle richieste d’asilo per chi arriva illegalmente in Grecia via mare dal Nordafrica. Tutti questi immigrati irregolari, si legge nel testo dell’emendamento, «verranno rimpatriati immediatamente senza registrazione nei Paesi di origine o di provenienza». La misura prevede inoltre la permanenza dei clandestini negli appositi centri di detenzione - uno dei quali verrà istituito a Creta - nonché la reclusione fino a cinque anni per chiunque rimanga su territorio greco nonostante la sua domanda d’asilo sia stata rifiutata.La linea dura del governo per la lotta all’immigrazione illegale era già stata anticipata in Parlamento da Kyriakos Mitsotakis, primo ministro della Grecia e leader del partito di centrodestra Nuova democrazia (Nd), e si è concretizzata con l’emendamento approdato ieri d’urgenza alla Camera. Presentando questa misura in un’intervista alla Bild, Mitsotakis ha affermato che «stiamo inviando un messaggio chiaro sia ai trafficanti di esseri umani che ai potenziali migranti: la Grecia non è un corridoio aperto verso l’Europa». Infatti, ha specificato, «il viaggio è rischioso, il risultato incerto e il denaro versato ai trafficanti alla fine va perso inutilmente. Gli ingressi illegali non portano a una risoluzione legale». Inoltre, ha proseguito il primo ministro, «siamo pronti a collaborare a stretto contatto con le autorità libiche per bloccare le partenze sul posto. Tuttavia, abbiamo anche bisogno di una risposta europea unitaria. La Grecia rimane impegnata a favore di una politica migratoria equa ed efficace, che includa rotte migratorie legali, ma la situazione attuale richiede un’azione immediata. E questa non è solo responsabilità della Grecia, ma anche dell’Europa».Toni ancora più duri sono stati utilizzati dal ministro dell’Immigrazione, il battagliero Thanos Plevris, che in Parlamento ha dichiarato senza mezzi termini: «Quello che sta accadendo in questo momento dalla Libia e dal Nordafrica è un’operazione di invasione verso l’Europa». Per questo motivo, ha spiegato Plevris, «da questo momento in poi, la strada per gli immigrati clandestini sarà la prigione o l’espulsione». Snocciolando i numeri, inoltre, il ministro ha fatto notare che, tra i richiedenti asilo che arrivano in Grecia, «il 52% sono profughi, mentre il 48% sfrutta il sistema e ricatta il Paese per rimanere». E ancora: «Sulle coste della Libia occidentale si trovano 3 milioni di migranti. Se il flusso venisse permesso, allora dovremmo parlare di sostituzione di popolo». Rispondendo in Aula alle proteste dei socialisti del Pasok, poi, Plevris ha dichiarato che «solo ieri, su 507 ingressi illegali, 495 erano uomini. Basta con la favola delle madri con bambini. Abbiamo dei confini e li difenderemo». Insomma, ha concluso il ministro, «il messaggio che trasmettiamo agli immigrati è chiaro: restate dove siete. Non siete i benvenuti qui».Ma le misure messe in campo dal governo ellenico non si esauriscono qui. Durante un’intervista con l’emittente privata Skai, infatti, lo stesso Plevris ha anche annunciato che «la Grecia adotterà una politica di drastica riduzione degli attuali sussidi» previsti per i richiedenti asilo: «Ho chiesto di rivedere anche il menu dei pasti offerti nelle strutture. Il ministero dell’Immigrazione non è un hotel», ha affermato Plevris, che ha definito l’attuale sistema dell’accoglienza eccessivamente generoso. Di fronte alla linea dura del governo, le opposizioni di sinistra hanno ovviamente perso la testa. In particolare Zoe Konstantopoulou, ex esponente di Syriza e attuale presidente del partito Rotta di Libertà, che ha qualificato l’emendamento come «incostituzionale, razzista, inquietante e incivile», sostenendo che sarebbe in atto «una transizione da incubo della Repubblica in un regime totalitario» e attaccando personalmente Plevris, accusato di «volere sangue e cadaveri ai confini» della Grecia. Già prima del voto, del resto, la Konstantopoulou si era scontrata in Aula anche con Christina Alexopoulou (Nd), affermando in tutta serietà: «È così che ha iniziato Hitler».
(Totaleu)
«Strumentalizzazione da parte dei giornali». Lo ha dichiarato l'europarlamentare del Carroccio durante un'intervista a margine della sessione plenaria al Parlamento europeo di Strasburgo.