2023-05-09
Tridico, le promozioni d’oro prima dell’addio
Raffica di avanzamenti decisi dal presidente (commissariato) dell’Inps. Che mette a gara i servizi informatici dell’istituto con un super appalto da un miliardo. Retromarcia del governo sulla scelta del futuro dg. Gdf, l’interim va ad Andrea De Gennaro.All’Inps la fabbrica delle promozioni non si ferma mai. Nonostante il presidente uscente Pasquale Tridico sia stato commissariato, così come il direttore generale Vincenzo Caridi, va avanti senza sosta il lavoro iniziato l’anno scorso di fidelizzazione di dirigenti e funzionari a colpi di nomine e aumenti di stipendio. Il 21 luglio 2022 cade il governo Draghi; una direttiva della Presidenza del Consiglio sul disbrigo degli affari correnti invita a limitare le nomine, solo quelle di urgenza o derivanti da esigenze funzionali non procrastinabili.Tridico e Caridi affrontano il semestre bianco come se non fosse accaduto nulla: a fine mese il presidente nomina l’avvocato generale che pochi giorni dopo firma il parere favorevole al prolungamento del mandato di Tridico.Il 3 novembre si provvede alle nomine di tutti i dirigenti di prima fascia e poco dopo anche quelli di seconda fascia; poi seguono un’ottantina di incarichi retribuiti di coordinamento per gli avvocati e una ventina per altri professionisti, tutti assegnati a febbraio e della durata di circa 4 anni. Adesso tocca alle posizioni apicali degli amministrativi, in scadenza il 31 dicembre: non proprio domani. Stanno per essere bandite le selezioni per 400 nuovi capi team, per i quali sarà previsto un aumento di stipendio di 400 euro netti in busta paga, e per 80 nuove elevate professionalità, incarichi che faranno guadagnare ai fortunati ben 1.200 euro netti in più al mese. In tutto, un tesoretto da 3 milioni di «benefit» che gli attuali vertici vogliono indirizzare prima di cedere il posto. Per qualcuno è il tentativo di usare gli ultimi giorni per finire di premiare chi in questi anni è stato fedele alla causa di un istituto finito sull’orlo della crisi per la distribuzione a pioggia e senza controlli di un sussidio come il reddito di cittadinanza.Nessuna di queste promozioni era ineludibile, e si poteva attendere l’insediamento dei nuovi vertici dell’Istituto.Ma le ultime mosse dell’era Tridico-Caridi non riguardano solo il personale, ma anche il patrimonio. A febbraio, nonostante la creazione della società in house 3I per i servizi digitali, costituita in comune con Inail e Istat, l’Inps ha avviato una gara d’appalto monstre da 1 miliardo di euro, diviso in quattro lotti, per la modernizzazione del settore informatico che tanti problemi in occasione del click day e con la dispersione di dati sensibili ancora all’esame del Garante della privacy. Suscita perplessità, però, che la ristrutturazione sia affidata a chi non ha saputo affrontare quelle emergenze.Intanto prosegue il toto-nomi per il ruolo di presidente dell’Inps. Il nome più gettonato sembrerebbe quello di Gabriele Festa, giuslavorista ed ex commissario Alitalia, molto stimato dal ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ma anche da quello del Lavoro Elvira Calderone. Quest’ultima sembra essere pronta a prendersi una piccola rivincita. Infatti la settimana scorsa non aveva partecipato al Consiglio dei ministri in cui, in un decreto omnibus, era stata inserita a sua insaputa la modifica della governance dell’ente previdenziale. Contro il suo parere nella nuova norma si leggeva: «Il direttore generale è nominato dal Consiglio di amministrazione, su proposta del Presidente». Mentre prima la scelta toccava al ministro del Lavoro. La quale, si dice, apprezzi molto l’attuale dg Vincenzo Caridi. Ebbene, sembra che lo slittamento delle nomine di una decina di giorni sia dovuto anche alla necessità di questa modifica, magari in sede di conversione del decreto.Qual è il problema? È tecnico, ma non trascurabile.Sino a oggi il presidente, il consiglio di amministrazione, il consiglio di indirizzo e vigilanza, il collegio dei sindaci e il direttore generale erano stati considerati «organi» e nominati con decreti: il presidente con decreto del Quirinale, il cda con decreto del Consiglio dei ministri e il dg con decreto, come detto, del ministro del Lavoro, su proposta del cda. Potrebbe risultare un’anomalia quella che un organo, come il presidente, proponga ad un altro organo, qual è il consiglio di amministrazione, la nomina del dg che a sua volta è organo.Un possibile errore tecnico-legislativo a cui si starebbe ponendo rimedio, di fatto, dando ragione alla Calderone e riportando la lancetta dell’orologio a prima del Cdm di giovedì. Al ripristino della norma originaria sarebbero favorevoli anche le organizzazioni sindacali e in particolare la Cisl. Per i rappresentanti dei lavoratori una nomina non ministeriale del dg rischierebbe di indebolire la cosiddetta tecnostruttura dell’Inps.Sulla questione delle nomine, compresa quella del comandante della Guardia di finanza, il vicepremier Antonio Tajani che a decidere sarà il prossimo Consiglio dei ministri, «forse già in settimana». Fonti di governo hanno escluso che si possa tenere oggi un Cdm anticipato. Per le Fiamme gialle si procederà quindi oggi pomeriggio, a partire dalle 17, al passaggio di consegne tra l’attuale comandante e il comandante in seconda, Andrea De Gennaro, che sia il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che il sottosegretario Alfredo Mantovano vorrebbero a capo del Corpo. Alla cerimonia prenderà parte il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che, invece, punterebbe a scegliere il nuovo comandante, d’intesa con il ministro della Difesa Guido Crosetto, tra una rosa di nomi in cui spiccherebbe quello del generale Umberto Sirico.Certo promuovere comandante generale, seppur a interim, un alto ufficiale dell’esperienza di De Gennaro e poi, di fatto, degradarlo non sarebbe una grande prova di garbo istituzionale. Dunque è possibile che, se non venisse confermato al vertice della Gdf, De Gennaro possa essere dirottato sulla poltrona di una partecipata di peso o in un posto chiave dentro ai servizi segreti, magari come vice di Mario Parente all’Aisi, in attesa di prenderne il posto l’anno prossimo. L’ipotesi più accreditata è che il prossimo Cdm si tenga giovedì e che in esso venga formalizzata anche la scelta di Roberto Sergio come amministratore delegato della Rai. Da definire anche le nomine per i vertici in scadenza di Trenitalia e Rfi, società per le quali il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini ha auspicato «un cambio di passo». Per poi concludere così: «Per quello che riguarda le ferrovie noi entro la settimana chiudiamo d’amore e d’accordo con tutti».