Dal primo gennaio i mezzi Euro 2 non potranno più circolare. Le organizzazioni del Tpl alle istituzioni: «Serve una deroga».
Dal primo gennaio i mezzi Euro 2 non potranno più circolare. Le organizzazioni del Tpl alle istituzioni: «Serve una deroga».Prima Milano con l’assurda Area B, poi il Piemonte con lo stop agli Euro 4 e ora sono 1.500 gli autobus che presto non potranno circolare, quelli usati sul 4,5% delle attuali tratte coperte, ma con punte regionali fino al 10%: perché sono Euro 2 e, quindi, giudicati troppo inquinanti.Mezzi che non possono neppure essere cambiati in fretta e, talvolta, neppure pagati perché i tempi di produzione sono lunghi, il costo non è certo da utilitaria e per aggiornare le gare all’inflazione serve un lavoro lungo. Si parla di veicoli immatricolati a partire dal 1997, se a benzina, e dal 1996, se diesel, quindi già in via di sostituzione per vetustà, che emettono fino a un grammo di CO per chilometro contro gli 0,5 gr/km di un Euro 3, e 0,55 gr/km di Nox (ossidi di azoto) contro 0,50 della classe meno inquinante, gli Euro 3 appunto, che secondo i programmi di sostenibilità avrebbero comunque dovuto essere fermati entro fine dicembre di quest’anno.Mettere delle date ai passi necessari per effettuare la transizione ecologica è inevitabile, tuttavia bisognerebbe almeno avere la sensibilità per tenere sotto controllo lo scenario reale ed essere pronti per intervenire a difesa dell’economia, dei posti di lavoro e dei servizi pubblici resi ai cittadini. La situazione non è nuova, lo scorso anno era stato inserito un rinvio nel decreto Milleproroghe, ma nel frattempo la situazione economica non è migliorata e così siamo alle solite, si muovono centinaia di milioni e decine di jet per organizzare eventi come la Cop28 ma poi le ricadute di certe decisioni colpiscono chi non può difendersi e neppure smettere di lavorare. Le organizzazioni del Trasporto pubblico locale (Tpl) Anav-Asstra, che rappresentano le imprese rispettivamente in seno a Confindustria e a Confservizi, hanno diffuso un comunicato urgente: è indispensabile una deroga in tempi rapidi per garantire il servizio perché senza gli autobus colpiti dal provvedimento si prevede una diminuzione di circa 70 milioni di chilometri di corse all’anno, corrispondente a quel 4,5% dell’offerta complessiva annua di trasporto pubblico che verrebbe a mancare.Questi 1.500 autobus, alimentati a gasolio o benzina, sono distribuiti su tutto il territorio nazionale e sono fondamentali per assicurare la mobilità dei cittadini ma senza un intervento normativo immediato a partire dal 1° gennaio 2024, scatterà il divieto di circolazione e saranno lasciati nei depositi. Nicola Biscotti, presidente di Anav, ha dichiarato: «Il trasporto pubblico locale con autobus ha un’impronta ambientale sostanzialmente irrilevante mentre è in grado di ridurre dell’1,7% le emissioni complessive di CO2 perché chi li usa non utilizza l’automobile privata. Il divieto di circolazione dei bus Euro 2 non ha, quindi, senso dal punto di vista ambientale».Le associazioni evidenziano anche come sia impossibile sostituire e mettere in servizio 1.500 autobus entro la fine dell’anno in ragione delle problematiche e dei ritardi causati dalla carenza globale delle materie prime e della filiera produttiva, che comporta tempi d’attesa ancora molto lunghi. La richiesta, già portata all’attenzione del governo e delle Regioni, è quella di introdurre una deroga al divieto di circolazione, come già previsto per gli autobus di classe Euro 3, riposizionando la scadenza alla fine del prossimo anno. Spiega Biscotti di Anav: «L’impronta ambientale del trasporto pubblico locale con autobus è responsabile dello 0,5% delle emissioni totali di CO2, mentre la semplice realizzazione dell’obiettivo previsto dal Pnrr di trasferimento del 10% della mobilità privata motorizzata alla mobilità collettiva comporterebbe una riduzione del’1,7% del totale delle emissioni. Fermo restando la necessità di procedere secondo i tempi previsti nel programma di rinnovamento del parco autobus, anche per garantire un adeguamento miglioramento della qualità del servizio, non si comprendono le ragioni ambientali di tale divieto di circolazione, tenuto anche conto dell’ancora elevatissima diffusione di autovetture e veicoli commerciali di classe Euro 2 ancora circolanti, non inferiore a qualche milione di unità.» Secondo Asstra, sono in corso investimenti per rinnovare il parco circolante pari a oltre 8 miliardi di euro entro il 2033, escluse le risorse di autofinanziamento delle diverse realtà territoriali. Ma ci vuole più tempo e, probabilmente, servirebbe un intervento coraggioso e rivoluzionario: azzerare tutte le limitazioni a calendario e favorire maggiormente i rinnovi delle flotte, anche perché, secondo il ministero dei Trasporti, nel 2022 l’età media degli autobus in alcune Regioni del sud era di 17 anni (Molise) e di circa 13 anni in Basilicata e Calabria.
Enrico Bracalente (Ansa)
Il fondatore di NeroGiardini Enrico Bracalente: «I tratti vincenti di queste calzature sono lo stile italiano e la comodità. Crediamo che una scarpa debba essere così confortevole da dimenticare di averla ai piedi. La svolta? Investire in pubblicità: un grande brand deve essere noto».
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I ministri Roccella e Nordio puntano i fari sulle strutture per i minori, una rete di cooperative che fa girare quasi 1 miliardo all’anno per ricollocare i piccini sottratti alle famiglie. Il primo obiettivo è verificare quanti di questi provvedimenti siano sensati.
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Per oltre 23 mesi, Carlotta Vagnoli, Valeria Fonte e Benedetta Sabene (candidata anche con Santoro) avrebbero perseguitato un uomo colpevole di avere una relazione parallela: «Lo dobbiamo mutilare».






