2025-10-25
Bob Noto, il foto-gourmet si fa premio. E ha una fetta di crudo come pochette
Seconda e conclusiva puntata sulla vita del gastroreporter armato di Reflex. Il suo stile lo porta a lavorare con cuochi e imprenditori. Ma non perde il gusto per le piccole trattorie. Un divertente «Oscar» lo ricorda.Lo stile di Bob Noto si impone all’attenzione degli addetti ai lavori e non solo. Immancabile la domanda curiosa del giornalista teso a carpirne qualche segreto, di quel suo essere un artista fotografico diverso dagli altri. «Quindi lei, dopo ogni foto, il piatto se lo mangia…». «Si immagini se facesse la stessa cosa un fotografo di moda, dopo aver ritratto Naomi Campbell».Oramai le foto di Bob Noto facevano la differenza e il sempre più autorevole ferramenta prestato alle reflex culinarie venne coinvolto in svariate collaborazioni, a iniziare con libri quali Cracco, sapori in movimento, ma anche Grandi chef di Spagna e via via svariate riviste di settore. Di un locale, del suo cuoco ambasciatore, del personale di contorno, non perdeva di coglierne i mille aspetti, anche magari fuori dagli orari di lavoro e molte sue foto, straordinarie quelle in bianco e nero, rappresentantano un talento e una sensibilità fuori dal comune. Era una Treccani golosa in cui il nostro foto-gourmet, che si aggirava curioso con Antonella, moglie e compagna di emozioni, e il loro fedelissimo meticcio Rocky, cui non veniva mai negata la ciotolina sotto il tavolo per respirare al meglio, pure lui, le atmosfere stellari.Quello che continua a sorprendere, nell’approfondire la figura di Bob Noto, era la sua ecletticità, accompagnata al carattere di una persona di rara generosità e modestia. Con un passato da attore e cantante, seppe riposizionarsi come grafico, con opere e intuizioni che hanno lasciato traccia profonda. Apre le danze Felice Modica, siciliano di Noto, produttore del meglio della sua terra, vino e olio. Vuole cambiare passo, dare una veste grafica ai suoi prodotti che vada oltre la banalità del copia incolla tipografico. Si rivolge per un consiglio all’amico Paolo Marchi: «Ma stai bene attento, se non gli sei simpatico ti manda a quel paese». Modica illustra al «ferramenta» le caratteristiche del suo Insolia, un ancora semisconosciuto bianco orgoglio dell’isola. Bob coniuga qualità e leggenda e gli manda una bozza battezzata «Lupara», ovvero una lupa che ulula alla luna. Al primo colpo d’occhio rimane tra lo stupito e il divertito. «Era una sfida», quella lupara, «accettarla fu come correre a 100 all’ora su di una lama di rasoio» ma, come hanno sempre suggerito gli strateghi del marketing, «quando vuoi far conoscere un prodotto, devi per prima cosa colpire la curiosità di chi gli passa davanti, incuriosirlo e fermarlo ad approfondire poi tutto il resto». E la cosa funziona: dopo lo stappo e la degustazione al calice ululereste anche voi alla luna per la piacevolissima scoperta. I due non si conosceranno mai di persona, continuano con un rispettoso e cordiale «lei» nei loro rapporti di fruttuosa collaborazione. Modica è riconoscente al suo creativo, nuovo amico torinese e, quindi, si dichiara pronto a corrispondere quanto dovuto. «Mi mandi qualche bottiglia del suo olio, quello vostro siciliano è speciale». «Nell’era cibernetica», commenta divertito il nostro produttore, «avevamo rispolverato l’antica arte del baratto». E olio sia.Un altro capitolo tutto da scoprire è quello con i tristellati fratelli Massimiliano e Raffaele Alajmo de «Le Calandre», nel Padovano. Con loro, Bob Noto condivideva un rapporto molto divertente. Suo il copyright del logo tristellato, nato da un disegno che ironizzava sulla «J» del cognome e il naso di Massimiliano. Ma l’episodio collocato negli annali a futura memoria è un altro. Nel 2010 la sala calandrosa viene completamente ridisegnata quale miglior accompagnamento alla filosofia dei piatti che escono dalla creatività di chef Massimiliano: semplicità e sostanza. Spariscono cristallerie e tovaglie, si lasciano liberi i tavoli realizzati dal fusto di un albero secolare. Ebbene, come si presenta il nostro torinese cittadino del mondo? «Lo abbiamo visto entrare con un bel completo nero, ma senza camicia, a torso nudo pudicamente celato da una vivace cravatta rossa». Chissà come avrebbe commentato questo fuori onda lo scrupoloso monsignor Della Casa, meglio noto come autore dell’immortale Galateo, certamente si sarebbe fatto una risata dietro le quinte.In tema di guasconeria, Bob Noto era un abile regista. Assieme agli amici Giorgio Grigliatti e Giacolino Gillardi avevano fondato «vaLanga», una specie di «spectre gastronomica» che si avventurava a esplorare stellati come trattorie per coglierne il meglio e, se meritato, regalavano un adesivo dagli inconfondibili tratti, ovviamente frutto dell’estro grafico di Bob nostro, che si poteva affiggere all’entrata del locale assieme a loghi di ben altre e conosciute guide golose.Del Bob goliarda ci sono mille altri episodi. Come quando si riunivano gli amici di sempre e i nuovi cooptati in goliardiche spedizioni comodamente seduti in corriera. «Si muoveva con lo spirito adolescenziale di un liceale in gita. Teneva banco raccontando barzellette, cambiando spartito in men che non si dica, così come direttore d’orchestra nell’intonare vari canti», più o meno innocenti. Ma il fuori spartito era ben altro. «Con lui c’era da aver paura nel cadere nella braccia di Morfeo», specialmente dopo aver celebrato i brindisi finali. «Si fingeva in pausa nei momenti in cui tutti sonnecchiavano. Era lì che tirava fuori la sua macchina fotografica e scattava a ripetizione» come Rino Barillari, il più famoso reporter della Dolce vita romana.Nel 2009, con un palmares di tal fatta, si presenta finalmente l’occasione di una prima mostra personale delle sue foto. Non parliamo di Brera e dintorni, ma di «Antiruggine», altra pensata fuori spartito, voluta da quel geniaccio di violoncellista di Mario Brunello in quel di Castelfranco Veneto, la città del Giorgione, nel Trevigiano. Un altro modo, per raccontarsi in diretta, senza filtri, a un pubblico più addestrato a percepire le armonie dei Bach e Beethoven che il sobbollire lento di un’orchestra di pentole.Venuto a mancare poco più che sessantenne, nel 2017, il nostro Bob ha lasciato un ricordo nel cuore dei moltissimi che hanno avuto l’onore di conoscerlo e di poterne condividere anche solo pochi momenti con una persona che sprizzava amore per la vita, ma sempre con quel dovuto «non so che» che fa la vera differenza tra i giganti e i presunti tali. Una sintesi per tutte è quella di Paolo Marchi: «Non si prendeva troppo sul serio e sapeva ridere di sé, dall’alto di un’autentica competenza», abbinata «a, un saper vivere sottotraccia senza sbrodolarsi addosso continue lodi». Su queste basi la nascita del Premio Bob Noto, da un’idea di Luca Iaccarino, Stefano Cavallitto e Matteo Baronetto. La mission è quella di premiare «I cuochi impavidi della cucina d’avanguardia», di anno in anno focalizzata su una delle tante caratteristiche che hanno reso il nostro Bob personaggio fuori dagli schemi. Ha inaugurato l’albo doro, nel 2021, lo spagnolo Luis Andoni per «l’irriverenza». L’anno dopo i fratelli Alajmo per «l’ironia». Nel 2023 l’olandese René Redzepi, per «la creatività». Nel 2024 si torna in patria con Mariella Organi, moglie del bravissimo Moreno Cedroni alla Madonnina del pescatore di Senigallia, premiata per «l’empatia» perché, se il talento in cucina ha il suo peso, è l’accoglienza in sala a dare quel tocco in più che supporta qualità e sostanza di un locale. Quest’anno è andato ad Alain Passard, «cuoco che incarna perfettamente l’importanza che hanno sensibilità, perseveranza, talento e visione», recita la motivazione. Viene consegnata loro una statuetta del nostro, in un elegantissimo completo blu e una fetta di prosciutto a mo’ di pochette. A Bob Noto è stato dedicato un bel libro, nel 2023, dall’editore Maretti dove, accanto a una antologia fotografica del meglio dei suoi scatti, vi è una ricca antologia di testimonianze di chi lo ha conosciuto così come, nel 2024, un film documentario, fortemente voluto dalla famiglia Lavazza, dove il bravo regista Francesco Catarinolo ha saputo creare un originale collage di vari capitoli di vita del nostro Bob.
Eugenia Roccella (Getty Images)
Carlotta Vagnoli (Getty Images)