2022-03-07
«Le nostre aziende avranno perdite astronomiche»
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Il presidente di Confindustria Ucraina, Marco Toson
Il presidente di Confindustria Ucraina, Marco Toson, lancia l’allarme: «Ci aspettiamo un impatto devastante, soprattutto per le piccole imprese. Chiediamo interventi rapidi al governo».L’evolversi del conflitto in Ucraina, oltre a destare grande preoccupazione a livello umano e geopolitico, rappresenta un enorme danno economico per le imprese italiane che hanno investimenti e rapporti di import/export con Kiev. Per rendere l’idea, i dati raccolti dall’Ice, l’Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, parlano di 1,9 miliardi di euro di esportazioni dall’Italia verso l’Ucraina e 2,9 miliardi di importazioni dall’Ucraina verso l’Italia, soltanto nei primi 11 mesi del 2021. I settori più interessati, per quanto riguarda l’export, sono quello dei macchinari e delle apparecchiature, per cui l’Italia ha esportato nel 2020 materiale del valore di 399 milioni di euro, tabacco (152 milioni), prodotti chimici (147 milioni), abbigliamento (129 milioni) e prodotti alimentari (125 milioni). Nell’import, invece, prodotti metallurgici (964 milioni), prodotti alimentari (292 milioni) e agricoli (250 milioni).Una situazione che sta mettendo in ginocchio le nostre aziende dopo due anni segnati dalla pandemia e che vede molti imprenditori italiani ripiombati nell’incertezza. Per questo motivo le associazioni territoriali legate a Confindustria si sono messe al lavoro, come ci ha spiegato Giorgia Iasoni, vicepresidente di Unindustria Reggio Emilia, che ha immediatamente avviato una task force: «Abbiamo iniziato dal 24 febbraio a offrire questo servizio di supporto agli imprenditori che lavorano in Ucraina. Un aiuto concreto, soprattutto alle piccole e medie imprese, sia per affrontare problemi di rischi fattuali, come lo spostamento delle persone e delle merci, ma anche giuridici». Una preoccupazione crescente che in questi giorni scorre su un doppio binario: da una parte la necessità di mettere in sicurezza imprenditori, lavoratori e famiglie, dall’altra lo spettro di un tracollo economico che coinvolge circa 300 aziende per un valore di 4 miliardi di euro. Per fare un quadro generale della situazione, abbiamo raggiunto al telefono Marco Toson, presidente di Confindustria Ucraina.Presidente Toson, come state vivendo questi giorni drammatici?«È un periodo difficile. Non dormiamo, non mangiamo, non ce la facciamo a rispondere a tutte le chiamate, a tutte le richieste di emergenza da tutti i fronti. Sia dalle imprese, sia da tutta quanta la situazione che sta esplodendo in maniera incredibile, non soltanto come bombe, ma proprio a livello di emergenza».Lei è riuscito a rientrare in Italia?«Sono rientrato il giorno prima dell’attacco che si presumeva avvenisse il 25 o il 26. E invece è avvenuto prima. Fortunatamente avevamo messo in atto una task force già dal sabato precedente perché le previsioni avevano evidenziato la possibile invasione».Quanti imprenditori italiani si trovano ancora in Ucraina? Siete in contatto con loro?«Alcuni dei nostri collaboratori sono ancora lì, in diversi rifugi nelle città di Kiev e Leopoli. Non ci è ancora chiaro quanti, perché l’unità di crisi la sta gestendo l’ambasciata italiana che ora si è spostata a Leopoli per motivi di sicurezza e ha fatto un tracciamento di tutti. Altri sono riusciti a raggiungere Polonia, Ungheria e Romania. Ma più passa il tempo e i corridoi di spostamento, soprattutto da Kiev, sono sempre più difficili».Come vi state muovendo dall’Italia?«Abbiamo creato due centri di emergenza. Uno per le imprese e uno per l’assistenza umanitaria, per raccogliere tutte le attività, dalla raccolta di cibo e materiale di prima necessità, all’accoglienza di profughi, prevalentemente donne e bambini, che stanno arrivando in Italia. Come Confindustria abbiamo messo a disposizione alberghi, ospedali e assistenza sociale. Stiamo facendo delle riunioni con le prefetture e gli organi istituzionali per capire come alleggerire il peso burocratico e dare un’assistenza immediata a queste persone. Abbiamo creato un hub operativo per le imprese per la mole di interscambi che prima avvenivano con l'Ucraina e oggi ovviamente sono bloccati».Siete già riusciti a fare una stima dei danni?«Stiamo cercando di capire il danno che le imprese stanno subendo e dove poter mettere in sicurezza alcune situazioni che vanno a compromettere non soltanto lo stabilimento che l'impresa aveva creato in Ucraina, ma anche lo stabilimento che hanno creato in Italia e che si approvvigionava di materie prime e merci che oggi non possono più transitare in Ucraina. È un sistema che sta saltando. Non abbiamo ancora quantificato il totale, ma si parla di cifre astronomiche».Di quante aziende si parla?«Quelle che hanno uno stabilimento lì sono circa un centinaio, quelle che hanno, avevano (precisa, ndr), interscambi sono un migliaio di aziende di grande, media e piccola taglia».In Ucraina oltre a delle grandi imprese come Eni, Ferrero o Intesa, lavorano tante piccole e medie imprese. Che impatto subiranno queste?«Ci aspettiamo un impatto devastante. Si parla di chiusura totale di aziende o messa a rischio, altre avranno una perdita consistente con blocchi notevoli che si rifletteranno poi sull’indotto».Teme che la situazione possa addirittura peggiorare?«Sicuramente sì. Oggi le imprese si stanno riorganizzando per capire come far fronte a un periodo prolungato, perché anche con la fine del conflitto la situazione non verrà stabilizzata in breve tempo, quindi oggi si sta lavorando sull’emergenza per cercare di tamponare le perdite e capire dove posizionare una situazione di semi sicurezza per poi arrivare a capire come proseguire».Tema sanzioni: per voi cosa significa?«Crediamo che le sanzioni siano molto importanti, ma comunque il mercato generale è crollato. Anche verso la Russia. Negli ultimi giorni abbiamo avuto una conferenza tra Confindustria Ucraina e Confindustria Russia per avere una prima panoramica generale e capire dove avremo questa concentrazione generale di emergenza».Cosa chiedete al governo?«Chiediamo interventi rapidi. C’è bisogno di dare un sostegno alle imprese. Noi in queste ore stiamo tracciando una mappa completa delle perdite per fornire un documento condiviso a Roma».Ha fiducia che i colloqui avviati tra le delegazioni russe e ucraine possano portare a qualcosa di buono?«Noi speriamo che questo possa portare a una conclusione immediata della situazione perché portare avanti la situazione come sta andando adesso, vuol dire un tracollo aziendale incredibile. Abbiamo bisogno che questa situazione venga tamponata al più presto».