2023-01-24
Toscana svenata da ditte in odore di mafia
Eugenio Giani (Imagoeconomica)
La Regione stanzia altri 10 milioni per bonificare terreni inquinati da sversamenti tossici di aziende sospettate di ’ndrangheta. Confiscato il tesoro dell’amministratore: secondo le toghe era «a disposizione» delle famiglie. Tra gli indagati pure big del Pd locale.Per gli sversamenti di scarti di rifiuti tossici in vaste aree della Toscana dei quali sono accusate, come rivelato dalla cosiddetta inchiesta Keu condotta dalla Procura di Firenze, alcune aziende in odore di ‘ndrangheta riuscite, peraltro, a far entrare i loro tentacoli sin dentro alle stanze dei bottoni, come dimostrarono i contatti con Ledo Gori, all’epoca capo di gabinetto dei governatori Enrico Rossi e Eugenio Giani (non indagati), la Regione Toscana a trazione Pd ora paga pure la bonifica, stanziando 10 milioni di euro, che si vanno ad aggiungere ai cinque concessi in precedenza per i tre siti coinvolti nell’indagine: la strada regionale 429 Empolese Valdelsa e i due stabilimenti di trattamento rifiuti di Pontedera e Bucine (ora in amministrazione giudiziaria).Ma le novità relative all’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia fiorentina, chiusa nel novembre 2022 e con 26 indagati in tutto, di cui La Verità si è occupata fin dall’aprile 2021, non finiscono qui. A uno dei principali indagati del procedimento, Francesco Lerose, considerato dalle toghe toscane come legato alle cosche calabresi Gallace di Guardavalle e Grande Aracri di Cutro, sono stati confiscati pochi giorni fa beni per il valore di 5 milioni di euro. Oltre ad essere l’amministratore unico della Lerose srl, della Kyterion srl e gestore dell’impianto di riciclaggio di inerti di Pontedera (Pisa), secondo i magistrati sarebbe «un imprenditore a disposizione della ‘ndrangheta operante e insediata nel territorio crotonese, e riconosciuto come tale dai suoi affiliati, ne otteneva occasioni di lavoro anche in collaborazione con imprese riconducibili a cosche alleate a Grande Aracri, come i Gallace-Arena». Secondo chi indaga avrebbe «occultato e smaltito illecitamente i rifiuti gestiti abusivamente contenenti Keu (un residuo di produzione derivante dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia delle pelli, ndr), fornendo a un’impresa controllata dai Gallace, gratis o a prezzo meramente simbolico, il rifiuto contaminato come se fosse materiale inerte da impiegare per rilevati e sottofondi» stradali. Nell’inchiesta non è coinvolto solamente Lerose, a suo carico pure quattro anni di sorveglianza speciale, ma anche la moglie Annamaria Faragò e il figlio Manuel. Tra i beni sequestrati alla famiglia: depositi, Mercedes e Porsche, conti correnti, attività commerciali, magazzini e fabbricati. Perché l’indagine imbarazza il Pd toscano e non solo? L’inchiesta della Procura antimafia fiorentina ha ricostruito che, oltre all’ex capo di gabinetto, ci sono esponenti dem: il consigliere regionale Andrea Pieroni e il sindaco di Santa Croce sull’Arno, Comune pisano che ospita il distretto della concia, Giulia Deidda. Gori, sospeso dopo la divulgazione dei primi atti di indagine, è accusato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Per i pm avrebbe assicurato «una incondizionata disponibilità ad assecondare le richieste dei vertici del sodalizio criminoso in materia ambientale […] sia per la erogazione di finanziamenti a fondo perduto in favore di Acquarno». In poche parole «l’uomo di fiducia e gradimento» dei conciatori toscani che avrebbero, grazie ad un’intensa attività di lobbying e al contributo di Deidda, ottenuto la nomina di Gori come capo di gabinetto «il giorno successivo alla proclamazione di Giani». Invece, a carico di Deidda, pende l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti. Pieroni (accusato di corruzione), invece, vanta un’amicizia di vecchia data con il segretario uscente del Pd Enrico Letta, come confermato da quest’ultimo: «Ci conosciamo da quando avevamo i pantaloni corti». Secondo la ricostruzione accusatoria Pieroni è l’uomo dell’emendamento, scritto dal consulente legale dei conciatori Alberto Benedetti, grazie al quale sarebbe stata sottratta «Acquarno dall’obbligo di sottoporsi alla procedura di autorizzazione integrata ambientale». Atto che venne approvato con una «procedura non conforme al regolamento regionale […] impedendo all’opposizione di conoscere prima il contenuto». Un aspetto sul quale hanno battuto molto i consiglieri regionali leghisti e di Fratelli d’Italia.Mentre la Cgil si è appena svegliata. E ora annuncia di volersi costituire parte civile nel procedimento che, nel frattempo, è approdato all’udienza preliminare (che si terrà il prossimo 4 aprile). Sulla vicenda è intervenuta la deputata di Forza Italia, Erica Mazzetti: «Il dramma Keu con tutto il sistema rifiuti rivela plasticamente come la Toscana sia presumibilmente vulnerabile alle mafie. È giunto il momento di fare chiarezza: ho fornito al ministro Pichetto Fratin una relazione dettagliata e chiesto inserimento Keu in commissione bicamerale illeciti rifiuti». Pochi giorni fa l’assessore regionale all’Ambiente Monia Monni ha dichiarato: «Sulla 429 (strada regionale Empolese Valdelsa, ndr) è stata portata a conclusione la messa in sicurezza temporanea e ora siamo in attesa dell’approvazione da parte del Comune di Empoli del piano di caratterizzazione. Lunedì prossimo (ieri per chi legge, ndr) invece nell’impianto di Pontedera inizieranno le prime operazioni di rimozione dei rifiuti mentre in quello di Bucine stiamo completando uno screening per individuare le priorità su cui intervenire». L’obiettivo della giunta è quello di completare le operazioni di bonifica entro il 2025. Sempre che i 10 milioni di euro più i 5 già stanziati siano sufficienti.
Jose Mourinho (Getty Images)