2024-04-09
Le «primarie della ’ndrangheta»: così il sindaco di Torino ha vinto
Il sindaco di Torino Stefano Lorusso (Getty Images)
Sasà Gallo, il dem indagato per estorsione e corruzione elettorale, si è speso molto in favore di Lo Russo nella competizione finita con meno di 300 voti di scarto. E a chi sgarrava diceva: «Avrai la vita difficile...» A cacicco, cacicco e mezzo. L’ex premier Giuseppe Conte ha chiesto al Pd di Elly Schlein di liberarsi dei capibastone. Ma forse è un po’ come chiedere a Rocco Siffredi di prendere i voti e non quelli che finiscono nelle urne elettorali. Consigliamo, infatti, al leader dei 5 stelle di concentrarsi non solo sulla sua amata Puglia, ma di buttare un occhio anche al Nord e più precisamente a Torino, dove forse la macchina elettorale dei dem opera in modo ancora più spregiudicato che non a Bari. Chi ha scelto il sindaco della città della Mole? Di fronte alle carte dell’inchiesta sui rapporti del Pd con uomini considerati dai magistrati vicini alle ’ndrine, la domanda è doverosa. In particolare se si considera che le primarie del centro-sinistra del giugno 2021, che hanno registrato la vittoria dell’attuale sindaco dem Stefano Lo Russo, sembra siano state decise dall’impegno sul campo dell’ottantaduenne calabrese Salvatore Gallo, il piddino indagato per estorsione, peculato e corruzione elettorale per cui la Procura ha chiesto, senza ottenerlo, l’arresto. Le indagini continuano, ma quello che è emerso è che lui e suo figlio Raffaele, campione delle preferenze del Pd in Regione, hanno proposto come membro dell’organismo di controllo sulla legalità degli appalti il manager Roberto Fantini, finito in manette della medesima indagine sulle ’ndrine per concorso esterno in associazione mafiosa. Quelle primarie sono state decise per meno di 300 voti e a cercare firme per la presentazione della candidatura e preferenze per Lo Russo è stato Sasà Gallo in persona, un uomo capace di mandare in Comune tre suoi candidati, oltre che di farne eleggere altri cinque nelle circoscrizioni.I 297 voti di differenza che hanno permesso a Lo Russo di prevalere sul sessantunenne ingegnere Francesco Tresso potrebbero essere stati pescati tra le migliaia di preferenze gestite dall’associazione IdeaTo, fondata da Gallo nel 2008, quasi in concomitanza con la nascita del Pd (14 ottobre 2007), un parto annunciato da Walter Veltroni nel suo discorso al Lingotto di Torino.Alle primarie del 12-13 giugno 2021 Lo Russo, all’epoca capogruppo dem in Sala Rossa e docente del Politecnico, ha ricevuto 4.229 voti (il 37,48% delle circa 12.000 preferenze) nei 39 gazebo allestiti in città e nell’urna online, appena 297 suffragi in più di Tresso (3.932, 34,85%), consigliere comunale eletto con una lista civica e appoggiato da Sinistra italiana.Tresso alle elezioni comunali è stato il candidato più votato con 2.432 preferenze. Con la sua «Torino domani», un «progetto di cittadinanza attiva», ha cercato, come si disse allora, di «allargare il campo del centrosinistra a una fetta di città delusa dal Pd». Alla fine è entrato a Palazzo civico con la sua lista grazie alla vittoria al ballottaggio di Lo Russo ed è stato nominato assessore nella giunta del suo vecchio antagonista con deleghe che vanno dalla viabilità al verde pubblico, alla Protezione civile. Incarico che forse non avrebbe accettato se avesse saputo come era stato sconfitto alle primarie. Nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita la scorsa settimana e firmata dal Gip Luca Fidelio si legge che «le intercettazioni eseguite nel maggio 2021 sull’utenza in uso a Salvatore Gallo evidenziavano il suo impegno attivo, attraverso i circoli della sua associazione IdeaTo, nella raccolta di firme a sostegno del candidato sindaco Stefano Lo Russo alle elezioni primarie del centro-sinistra, in programma il 12 e 13 giugno». Il 10 maggio di tre anni fa, Sonia Gagliano, che gli inquirenti identificano come una «dipendente della Città metropolitana di Torino», nonché, «membro dei direttivo del circolo 4 del Partito democratico» e «consigliere della circoscrizione 4 "San Donato-Campidoglio-Parella” di Torino», è al telefono con Sasà. La donna, si legge nell’ ordinanza, «informava Gallo sull’andamento della raccolta firme in Val di Susa»: «Mi mancano ancora i due Bellavia, Mazzotta... perché erano via per il week end... quindi non ho potuto prenderle... per adesso… in settimana passo... e poi c’ho ancora un paio di miei iscritti, quindi, ancora 5 o 6 firme ci sono... secondo te a Muzzi (Carlo, responsabile dei servizi informatici della Sitaf, la società del traforo autostradale del Frejus, ndr) la chiedo o lascio perdere?”». Gli inquirenti annotano come, effettivamente, «Gian Carlo Bellavia trascorreva il week end in questione nei pressi di Prato Nevoso», località montana in Provincia di Cuneo. Il regolamento delle primarie prevedeva che le firme potessero essere raccolte solo tra persone residenti a Torino, dove effettivamente risiede Bellavia. La Verità ha svelato ieri i trascorsi giudiziari di quest’ultimo, arrestato nel 1996 in Svizzera «a seguito della rapina di 937.000 franchi svizzeri, 855 milioni di lire italiane e 28.000 dollari, perpetrata il 28 maggio 1996 in danno della Vierofin Sa sita in Coldrerio, Palazzo Pindo (Cantone del Ticino)». Ma, soprattutto, abbiamo sottolineato il suo presunto ruolo di schermo per consentire a ditte legate al locale di ’ndrangheta di Volpiano, riconducibile a famiglie del calibro degli Agresta di Platì e dei Greco, di lavorare in subappalto per importanti società come quelle riconducibili a Roberto Fantini e ai suoi congiunti. «Bellavia», è precisato nell’ordinanza, «dopo avere acquisito commesse per l’esecuzione di lavori di manutenzione stradale e realizzazione di opere edili da società sotto la sfera d’influenza della famiglia Fantini, quali Sitalfa Spa (del gruppo Sitaf, di cui Roberto Fantini è stato ad, ndr), Cogefa Spa e Società immobiliare mattioda costruzioni Srl, curava l’inserimento negli stessi lavori di società d’interesse per il locale di Volpiano quali Eredi Greco di Roberto Greco, Vis a vis Srl e Vis a vis Italia Srl, riconducibili a Gianfranco Violi», a sua volta, considerato «terminale economico della famiglia Agresta». Il giudice ci informa che Greco «è stato condannato con sentenza irrevocabile per avere fatto parte della ’ndrina distaccata di San Mauro Marchesato (Crotone) operante a Torino», mentre a Violi, imputato per associazione di stampo mafioso, è stata inflitta, nel 2022, una pena a cinque anni di reclusione con giudizio abbreviato. Ma torniamo alla contesa per individuare il candidato sindaco del capoluogo piemontese. Il 13 giugno 2021, «data del voto», Gallo contatta Enrico De Luca «per avere un riscontro circa l’effettiva presenza al seggio delle persone coinvolte da De Luca»: «Mi raccomando […] intanto che ci siano tutti i famigliari eh...». Lo stesso giorno, una certa Teodora Spagnoli informa Gallo di «essersi recata insieme al marito Paolo Catalano a votare per le elezioni primarie 2021 per la scelta del candidato sindaco del centro-sinistra secondo le indicazioni» dello stesso Gallo. «Beh, io ho provveduto insieme a Paolo... […] a fare il nostro dovere […] eh...» specifica al cellulare. A questo punto sembra passare all’incasso per tanta buona volontà. Il tema sono le preziose tessere autostradali omaggio della Torino-Bardonecchia, un tratto controllato dalla Sitaf, di cui Gallo era stato manager e da cui otteneva proprio da Fantini & c. scorte di schede per premiare gli elettori fedeli alla linea. Nell’ordinanza si legge che la donna «informava il suo interlocutore che presso il casello autostradale di Bruere gli era stata ritirata la tessera per il passaggio gratuito»: «Salvatore ti volevo dire che è successo questo, che stavo in macchina con Gaetano, siamo passati al casello di Bruere…». Gallo risponde di essere «già a conoscenza dell’accaduto» e spiega «che l’inconveniente era da addebitarsi a seguito del cambio di amministrazione della società». Queste le esatte parole dell’indagato: «Ti hanno ritirato la tessera […] lo so, ti avrei chiamato, ma non pensavo che fosse capitato, e che ehm... sai che […] è cambiata la proprietà e hanno messo tutti in lista nera». Lo stesso giorno Lo Russo viene proclamato vincitore delle primarie, con lo scarto di cui abbiamo già detto, meno di 300 voti. Il peso che può avere avuto il gruppo riconducibile a Gallo nella vittoria dell’attuale primo cittadino torinese si può misurare grazie ai suffragi raccolti alle successive elezioni comunali dai candidati su cui, secondo gli inquirenti, l’esponente del Pd aveva dato indicazione di far «convergere le preferenze»: Antonio Ledda ha racimolato 988 voti, Caterina Greco 857 e Annamaria Borasi 798. Gli elettori potevano indicare sulla scheda al massimo due candidati consiglieri, purché di sesso diverso, il che ci fa concludere che i favoriti di Gallo sono stati scelti da almeno 1.655 elettori diversi (la somma dei suffragi conquistati dalle due signore). Inoltre la premiata scuderia del ras calabrese, nei vari consigli circoscrizionali, ha raggranellato 244 preferenze con la già citata Sonia Gagliano, 220 con Rocco Zaccuri, 170 con Cosimo Agnino e 154 con Carmela Mancini.Francesca Troise, sempre sponsorizzata da Gallo, è diventata presidente della terza circoscrizione con 22.595 voti, ma questo risultato va ascritto a tutto il centro-sinistra. In conclusione la scelta del candidato sindaco di Torino, poi eletto primo cittadino, potrebbe essere avvenuta grazie al sostegno di mondi che considerare borderline è davvero un eufemismo. Il campo larghissimo prediletto dai cacicchi dem.
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Nel libro postumo Nobody’s Girl, Virginia Giuffre descrive la rete di abusi orchestrata da Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell e ripercorre gli incontri sessuali con il principe Andrea, confermando accuse già oggetto di cause e accordi extragiudiziali.