2018-04-20
Guerriglia urbana e scontri etnici: per una donna velata Tolosa è in fiamme
Notti di incendi e assalti ai poliziotti, sotto accusa per l'arresto di una manifestante che ha rifiutato di scoprirsi il volto.Si chiama Grand Mirail, dove il secondo termine è la versione occitana di miroir, specchio. Ed è proprio un grande specchio della realtà francese odierna il quartiere di Tolosa che conta circa 40.000 abitanti, e in cui in questi giorni si contano decine di vetture e di cassonetti dati alle fiamme, nonché un'aria di guerriglia urbana permanente. Nella città del Sud Ovest della Francia si sono registrati anche diversi attacchi alle forze dell'ordine, da parte di gruppi di 150 ragazzi del luogo. Un commissariato è stato assaltato a colpi di pietre. Gli incidenti più gravi sono avvenuti nella notte di lunedì, mentre martedì e mercoledì i tafferugli sono stati di entità più lieve, anche se è ancora troppo presto per considerare rientrata l'emergenza. Stavolta la miccia che ha fatto scattare gli scontri etnici non è del tutto chiara. Si citano almeno due episodi. Si parla innanzitutto della misteriosa morte in cella di un detenuto della zona, trovato impiccato in prigione. Un suicidio, molto probabilmente, anche se nel quartiere del ragazzo deceduto si è sparsa la voce che c'entrassero qualcosa i secondini. Il giorno dopo, a Seysses, il carcere in cui è avvenuto il decesso, 200 detenuti si sono rifiutati di rientrare nelle loro celle come forma di protesta. Malgrado gli appelli alla calma della famiglia del ragazzo, sui social network sono circolati degli appelli a «colpire gli sbirri». Negli stessi giorni, ha certamente infiammato gli animi il video, diffuso sempre sui social network, del controllo e del fermo di una donna velata, attualmente detenuta per ribellione e oltraggio all'autorità pubblica. Fasciata in un niqab, la donna si è rifiutata di mostrare il suo volto ai poliziotti, ai quali ha presentato la fotocopia della sua carta d'identità. Sono volati degli insulti e la signora è stata messa al suolo e ammanettata. La pattuglia in questione è stata rapidamente accerchiata da una trentina di soggetti malintenzionati, allontanati dagli agenti con i lacrimogeni. Il tutto in una zona in cui recenti retate hanno smantellato importanti reti legate al narcotraffico, causando un bel po' di malumore nelle gang di strada che vivono di spaccio, ora ansiose di riaffermare il proprio dominio sul territorio. In tre giorni, la polizia ha sentito 23 persone, per metà esterne al quartiere. Sei di loro erano minorenni. Mercoledì, un diciottenne che ha lanciato delle pietre sulla polizia è stato condannato per direttissima a sei mesi di prigione. Venerdì dieci altre persone compariranno davanti al giudice. Costruito negli anni Settanta, Grand Mirail (il grande quartiere che accorpava originariamente solo le zone di Mirail-Université, La Reynerie et Bellefontaine, ma attualmente include anche Bagatelle, Faourette, Papus, Tabar, Bordelongue, etc.) fu al centro delle cronache già nel 1998, dopo la morte controversa di un diciassettenne, ucciso da un brigadiere di polizia che cercava di interrogarlo. Anche allora scoppiarono scontri e tafferugli. Quarto Comune della Francia per popolazione, Tolosa ha più di 470.000 abitanti. Nel 2008 contava 57.743 immigrati, ovvero il 13,1% della popolazione, tenendo però presente che questo tipo di statistiche non prendono in considerazione le seconde generazioni o, comunque, gli extra europei con passaporto francese. I dati di qualche anno prima, quindi molto probabilmente da rivedere al rialzo, vedevano in città circa 26.000 nordafricani, tra immigrati e naturalizzati, ma anche 6.300 persone venute dall'Africa nera. Il livello di «convivenza» di un tale miscuglio etnico sono esemplificato dal caso di qualche giorno fa, quando una coppia è stata bloccata da un giudice perché voleva chiamare il proprio figlio Jihad. Il magistrato ha fermato la cosa, perché «il nome potrebbe avere delle conseguenze negative sulla vita del bambino». Secondo la legge francese i genitori possono scegliere per i loro figli il nome che preferiscono con la condizione però che «non arrechi danno al bambino». Non che avere un nome ispirato alla guerra santa sia necessariamente un handicap, in un contesto simile. Basti pensare che, in un documento dell'Unité de coordination de la lutte antiterroriste (Uclat) sui foreign fighters con passaporto francese di stanza in in Siria e Iraq per combattere nei ranghi dello Stato islamico, i combattenti dell'Isis più giovani fra quelli partiti per la jihad (per l'appunto…) erano proprio due fratelli di Tolosa di 12 e 14 anni. Ricordiamo che, nel marzo del 2012, proprio a Tolosa ci furono una serie di attentati jihadisti: l'11 marzo un militare venne ucciso in un agguato, il 15 dello stesso mese due suoi colleghi furono freddati a un bancomat, mentre il 19 un islamista aprì il fuoco davanti a una scuola ebraica, ammazzando quattro persone, tra cui tre bambini. Il colpevole delle tre azioni è stato identificato in Mohammed Merah, 23 anni, franco-algerino, dichiaratosi mujaheddin e vicino ad Al Qaeda.