2023-05-04
Toh, tutti hanno tagliato le tasse e non ce ne eravamo accorti
Giorgia Meloni (Getty images)
Sui giornali si moltiplicano articoli per sminuire la riduzione del cuneo voluta del governo. A leggerli pare che tutti i premier, da Matteo Renzi a Giuseppe Conte e a Mario Draghi, abbiano fatto di più. Non si capisce quindi come sia possibile che la pressione fiscale continui a mangiarsi i salari.Devo essermi perso qualcosa. Perché ho scoperto all’improvviso che in Italia, in questi anni, sono state tagliate le tasse. Ma di brutto. Tantissimo. Tagli selvaggi, imposte fatte a pezzi, contributi annullati. È stata la pacchia del contribuente, il bengodi del 740, il trionfo della riduzione fiscale. Non ve n’eravate accorti? Forse siete distratti come me. Ma se in questi giorni accendete la tv o se leggete i giornali potrete averne finalmente certezza: le tasse negli ultimi quindici anni sono state drasticamente ridotte. Informatevi. E adesso scusatemi: devo avvertire il mio commercialista, probabilmente pure lui non adeguatamente informato. Infatti continua farmi versare somme spropositate all’Agenzia delle entrate. Com’è possibile? Con tutti i tagli delle tasse che ci sono stati? Non siamo ancora diventati un paradiso fiscale.Fateci caso: è bastato che Giorgia Meloni annunciasse una riduzione del cuneo fiscale, cioè delle tasse sul lavoro (misura accettabile? Insufficiente? Solo un inizio? Abbastanza robusta? Decidete voi. Ma si tratta di una riduzione delle tasse sugli stipendi più bassi, chiesta da tempo da sinistra e sindacati) e subito si è scatenata la corsa a trovare una misura più importante. L’ha fatta Renzi. No: l’ha fatta Conte. No, l’ha fatta Draghi (Draghi ha fatto di tutto si sa, ha camminato anche sull’acqua e ha moltiplicato i pani e i vaccini, figuriamoci se non avrà tagliato pure l’Irpef per svariati miliardi mentre donava la vista ai ciechi e faceva camminare gli zoppi). Ovviamente anche Berlusconi ha ridotto il peso del fisco, del resto era il suo slogan: meno tasse per tutti. E per par condicio dunque bisogna ricordare anche Prodi. Noto tagliatore di tasse pure lui. Come non ricordare infatti l’eurotassa, una delle più celebri riduzioni fiscali che il Paese ricordi?È incredibile come la memoria renda tutto più bello. Persino la politica fiscale di Prodi. Il fatto è che, pur di offuscare il taglio fiscale della Meloni, c’è la corsa a celebrare la riduzione che fu. O anche che non fu. Ma non importa: c’è stata lo stesso. C’è stata ed è bellissima, soprattutto se paragonata all’odiosa propaganda sul cuneo fiscale del governo di centrodestra. Gli 80 euro di Renzi? Fino a ieri erano una bieca mossa elettorale. Oggi diventano una manovra illuminata. Concreta. Efficace. Per nulla propagandistica, ovviamente. I bonus di Conte? Fino a ieri erano mancette distribuite a pioggia, un pilastro dell’orrenda sussidiopoli. Oggi diventano una manna dal cielo. Una fortuna. Una benedizione divina. Si arriva persino, come si è detto, a esaltare i tagli fiscali di Prodi il quale, come si ricorderà, aveva al ministero delle Finanze quel noto nemico di ogni imposta di nome Vincenzo Visco. Praticamente la versione italiana di Margaret Thatcher, come no? Infatti lo chiamavano Vampiro perché succhiava via le aliquote. Mica i soldi dalle tasche dei contribuenti.Ci manca solo la rivalutazione di Mario Monti, e poi saremmo a posto. Possibile che lo trascurino? Possibile che non si trovi il modo di dire che ha tagliato pure lui un po’ di tasse? Giusto quel che basta per battere Giorgia Meloni? Su, un piccolo sforzo e ce la possiamo fare. In fondo anche Elsa Fornero ha sempre predicato l’austerity ma era austerity per il fisco, mica per i pensionati. E non vorremo dimenticare i tagli di Enrico Letta e Paolo Gentiloni, che a Palazzo Chigi impugnarono il machete con la loro proverbiale grinta per disboscare la giungla di contributi. Sembravano Rambo all’assalto dell’ultima aliquota. Come non ricordare? In fondo possiamo dircelo: siamo proprio dei cittadini fortunati. Siamo stati governati per anni e anni da premier che hanno avuto solo un obiettivo: ridurre le tasse. E, a leggere i giornali importanti e a sentire i talk show col birignao, ci sono anche riusciti benissimo. Hanno fatto meraviglie. Tagli a destra e a sinistra, abbassamenti di aliquote e annullamenti di contributi, una vera festa delle forbici contro le imposte. Resta solo da capire una cosa: con tutti questi tagli che ci sono stati, com’è che continuiamo a lasciare circa il 60% dei nostri guadagni allo Stato? Com’è che continuiamo a pagare un botto? Com’è che l’Italia non è ancora diventata la succursale delle Cayman? O delle Isole Vergini? Avremmo un’umile richiesta per editorialisti e commentatori dell’informazione ufficiale: non è che, appena finito di informare noi dell’esistenza di tutti questi tagli, possono informare anche l’Agenzia delle entrate? Così almeno gli esattori smettono di perseguitarci chiedendo imposte che, chiaramente, sono state già tagliate da Prodi, da Renzi, da Draghi…