2021-09-10
Con la terza dose l’Aifa ci rifila il mix
Roberto Speranza promette una «circolare», il grillino al ministero blatera di «superanziani», ma non sa quando il richiamo sarà proposto agli altri. L'agenzia: «Non servirà a tutti».Come verrà fatta la terza dose per le categorie non prioritarie? E con quale dosaggio? Quanto tempo deve passare dalla seconda dose per poter fare la terza? Sarà lo stesso per tutti oppure cambierà in base agli anticorpi prodotti dopo i due shot? Verranno prima valutate le reazioni immunitarie con i test sierologici? E se spuntano nuove varianti i vaccinati nei primi mesi del 2020 che però non rientrano nelle categorie previste nel nuovo cronoprogramma dovranno comunque aspettare marzo? Domande che La Verità pone da giorni. Ovvero, da quando il governo ha annunciato il via al terzo shot senza, però, dare altri dettagli. Ma tranquilli, la risposta è arrivata dal sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: «Ce lo dirà la scienza». Nel suo messaggio alla nazione di ieri, il loquace pentastellato ha prima sollecitato il tema dei «superanziani». «Se dopo 9 mesi calano gli anticorpi» contro il virus Sars-Cov-2 «sulla popolazione generale» e «scorporo i dati, vedo che calano più frequentemente e prima in coloro che sono superanziani rispetto ai più giovani o a chi ha determinate malattie. Ecco perché serve una terza dose che dovrà essere fatta a coloro nei quali è dimostrato un calo dell'immunità come i superanziani, i dializzati e quanti altri. Poi, al resto della popolazione». Quando tutti gli altri potranno fare la terza dose? «Sicuramente la faremo ma non adesso, probabilmente più avanti», risponde Sileri. «Il quando non lo sa nessuno, potrebbe essere anche più di un anno. Ce lo dirà la scienza. È verosimile che entro un anno tutti dovremmo passare attraverso una terza dose ma probabilmente qualcuno la farà prima e qualcuno più tardi. La scienza ci dirà chi e con quale vaccino». A posto così, secondo Sileri, mentre Roberto Speranza annuncia una «circolare» per stabilire le categorie cui rifilare il booster: «Dopo la prima fascia partiremo dai primi che sono stati vaccinati: mettere in sicurezza le Rsa è una priorità e poi dobbiamo salvaguardare gli over 80 e il personale sanitario».Intanto, il responsabile della strategia sui vaccini dell'Ema, Marco Cavaleri, ha detto che l'esito della valutazione sull'uso del richiamo del vaccino Comirnaty (Pfizer-Biontech) da somministrare sei mesi dopo la seconda dose agli over 16 è atteso nelle prossime settimane. L'italiana Aifa però si è portata avanti. La Commissione tecnico-scientifica dell'agenzia ha approvato il parere con cui si dà il via libera nel nostro Paese alla somministrazione di una «dose addizionale» per immunodepressi e trapiantati, dopo almeno 28 giorni dall'ultima somministrazione. Mentre è previsto il booster per gli over 80 e gli ospiti delle Rsa, dopo almeno 6 mesi dall'ultima dose ricevuta. Saranno utilizzati solo vaccini a mRna, ossia al momento Pfizer e Moderna. I tecnici hanno dato l'ok all'eterologa anche sulla terza dose «qualora fosse stata eseguita una prima vaccinazione con un vaccino adenovirale o nel caso in cui non fosse disponibile il medesimo vaccino a mRna utilizzato per le prime due dosi». Quanto al dosaggio, quello raccomandato per ora resta uguale a quello autorizzato per il primo ciclo. L'agenzia ha però precisato che, ad ora, non vi sono «sufficienti evidenze» che la terza dose serva a tutti. Il commissario Francesco Paolo Figliuolo ha assicurato che «le dosi ci sono. [...] Gli scienziati parlano di un richiamo con vaccini mRna, quindi Pfizer e Moderna, a livello tecnico ci stiamo già muovendo, stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli sui sistemi informatici, poi daremo le indicazioni alle Regioni e alle province autonome e poi partiremo». Sul Financial Times, invece, il direttore scientifico di Pfizer, Philip Dormitzer, ha respinto le critiche secondo cui la società starebbe facendo pressing sui governi per la distribuzione delle terze dosi del vaccino sviluppato con la tedesca Biontech, sottolineando di aver optato per un'iniezione a basso dosaggio per evitare effetti collaterali (va ricordato che è uscita di recente una ricerca secondo la quale il vaccino Moderna crea il doppio di anticorpi rispetto allo Pfizer con le stesse, se non meno, reazioni avverse). Quanto ad Astrazeneca, l'ad Pascal Soriot ha avvertito che i booster potrebbero non essere necessari per tutti e ha esortato il governo del Regno Unito ad attendere fino a quando i dati non mostreranno un quadro più chiaro. A The Telegraph, Soriot ha detto che è importante capire quanto durano le prime due dosi e proteggere il Servizio sanitario nazionale da un potenziale «onere non necessario». Sileri gli risponderebbe di stare sereno perché «ce lo dirà la scienza».
Jose Mourinho (Getty Images)