2023-02-16
«Trovate terre rare nel Nord Italia. Serviranno a produrre batterie»
Minerale di litio. Nel riquadro, Massimo Nicolazzi (Getty Images)
L’esperto Massimo Nicolazzi: «Ditte australiane già estraggono in Val di Susa. Così si evita di finire vincolati ai cinesi».«Vogliamo la macchina elettrica, ma non vogliamo investire né scavare per averla». Severo il giudizio di Massimo Nicolazzi, docente di Economia delle risorse energetiche presso l’Università di Torino ed ex manager di Lukoil ed Eni. «Se mi chiede se sono d’accordo», spiega, «la risposta è no. C’era una serie di vie diverse da esplorare e si poteva anche aspettare qualche anno proprio esplorandole. Oggi elettrico e batteria al litio sono dominanti tra le alternative. Ciò che si vieta è il motore a scoppio, non è vietato l’idrogeno, non sono vietate altre forme. Quello che purtroppo succede è che stiamo fondamentalmente teorizzando la non sostituibilità del fossile con biocarburante. Il biofuel difficilmente sarebbe sufficiente a saturare il mercato, ma una nicchia gli si poteva lasciare». Si lascia grande spazio alla Cina, leader nella produzione di batterie. Come si compete con loro? «Investendo un sacco di soldi. Noi con l’elettrico abbiamo il problema dei minerali. Le terre rare ce le raccontiamo male, rare earhts vuole semplicemente dire: basso grado di concentrazione nella roccia che le ospita. Vuol dire che bisogna tirar giù una montagna per farne tre chili, quindi anche la produzione di litio e di cobalto non è perfetta dal punto di vista ambientale. I cinesi ad esempio stanno in Africa perché è uno dei pochi posti al mondo rimasto senza vincoli per l’ambiente». È vero che Piemonte e la Lombardia hanno dato concessioni per ricerca di zinco e cobalto a una società mineraria australiana, che sta già scavando e avrebbe trovato siti ad alta potenzialità estrattiva?«Io so per certo di un permesso esplorativo in Piemonte per cobalto e altri minerali che è stato dato ad una società australiana (Altamin) che sta anche rimettendo in pista una miniera nel bresciano. Questi signori hanno un permesso in una zona adiacente alla Val di Susa. Non si capisce se i no tav non si siano ancora accorti di loro e se siano loro a non essersi accorti dei no tav. La verità che se vogliamo l’elettrico bisogna investire e scavare. Invece noi vogliamo tante cose purché ce le scavino altrove». Ed è sostenibile?«La speranza è che si possano riciclare i minerali. Bisogna capire se è vero che a fine vita della batteria questi minerali possono davvero esser riciclati al 95%. Se no si rischia di tirar giù l’intera catena alpina. Studi scientifici non di parte dicono che si arriva all’80-90%. C’è un problema di costi, c’è un problema di sviluppo delle tecnologie, c’è un problema di investimenti». Come se ne esce?«Non facciamo investimenti né minerari né nella filiera della raffinazione. La raffinazione non è un’attività banale: negli Stati Uniti hanno riattivato una miniera per produrre materiali per batterie ma poi mandano il minerale a raffinare in Cina. Se si tratta davvero di una cosa seria, noi qui ci giochiamo il futuro e senza sostegno pubblico non andiamo da nessuna parte. Nessuno Stato europeo da solo sta a galla. Sostegno pubblico non vuol dire solo finanziamento a fondo perduto. Ci sono moltissime forme: possiamo pensare a delle partnership pubblico-privato diverse dalle partecipazioni statali, in cui il pubblico non ha pretesa di gestire, ma costruisce sulle batterie l’equivalente dei fondi sovrani costruiti sul petrolio». Quanto siamo indietro rispetto ai nostri competitor, Cina e Stati Uniti?«Dobbiamo sbrigarci a mettere in pista qualche gigafarm e qualche unità di riciclo. Maper riciclarli bisogna cominciare a estrarli, i minerali».Che ne sarà di chi lavora nel settore dell’auto?«Gli studi sono divergenti e ovviamente dipende molto da chi sono finanziati. Alcuni dicono che complessivamente i posti di lavoro andranno ad aumentare. C’è chi parla di 240.000 posti di lavoro in forse in Europa. Non so chi abbia ragione. Noto solo che ci sono delle filiere tecnologiche non esattamente coincidenti con l’elettrico».