2023-06-24
Le gravi tensioni in Senegal preoccupano Parigi e non solo
True
I manifestanti lanciano pietre contro la polizia durante una rivolta a Dakar (Ansa)
Dagli inizi di giugno sono scoppiate violente proteste nel Paese africano dopo che il popolare leader dell'opposizione Ousmane Sonko, classe 1974, è stato condannato a due anni di carcere per «corruzione di giovani».Il verdetto è stato emesso lo sorso 1° giugno e da allora Sonko si trova nella sua abitazione in attesa di essere condotto in carcere. Personaggio molto popolare si è fatto un nome grazie ad un’esposizione mediatica molto importante fatta di attacchi verbali alle élite senegalesi che hanno attirato un ampio seguito di giovani delusi dalle prospettive economiche del paese. Nel 2021, Sonko è stata accusato di stupro e minacce di morte contro una donna che lavorava in un salone di bellezza. Non appena si è diffusa la notizia si sono verificate rivolte, saccheggi e una dozzina di persone sono morte. Sonko ha sempre negato le accuse e ha invitato il pubblico a protestare in massa contro le udienze. Sebbene alla fine sia stato assolto dalle accuse di stupro e minacce di morte, la sua condanna «per corruzione di giovani» viene vista dai suoi sostenitori come un mezzo per impedirgli di presentare la sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali previste per il febbraio 2024, tanto più che ai parlamentari del paese viene concessa l'immunità dall'arresto. Ousmane Sonko non è il solo oppositore a essere finito in guai giudiziari perché altri due oppositori del presidente senegalese Macky Sall sono stati incriminati poco prima delle elezioni presidenziali del 2019. Sonko è considerato il principale avversario del presidente Macky Sall dopo essersi classificato terza nelle elezioni del 2019. Durante le rivolte i manifestanti hanno incendiato auto, saccheggiato attività commerciali, bloccato il traffico vandalizzato infrastrutture e strade e il governo afferma che questi atti violenti sono costati al paese decine di milioni di dollari. Il coinvolgimento dei giovani nei disordini – compresi alcuni di età inferiore ai dieci anni – così come il livello di violenza, rendono le proteste particolarmente pericolose anche in prospettiva.Il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef) con un duro comunicato ha condannato la partecipazione dei bambini alle proteste. Subito dopo i disordini, il governo ha sospeso l'accesso a Internet mobile e ha limitato l'accesso ai social media e alle piattaforme di messaggistica per sedare quella che ha definito: «La diffusione di messaggi odiosi e sovversivi». L'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha riferito di che fino ad oggi ci stati più di 500 arresti e 350 feriti durante i tre giorni di proteste all'inizio del mese. Le cifre citate dal governo includevano 63 minori tra gli arrestati. I rapporti sul bilancio delle vittime vanno da almeno 16 persone, secondo fonti governative, a ben 28 persone, secondo Amnesty International, compresi tre giovani di età compresa tra 16 e 17 anni. Gruppi per i diritti umani hanno accusato le forze di sicurezza senegalesi «di arresti arbitrari e uso eccessivo della forza », accuse che sono negate dal governo tuttavia, i video che stanno circolando sui social media mostrano gendarmi che usano i bambini come scudi umani circostanza non ha fatto altro che far aumentare la rabbia nei confronti del governo. Ma c’è di più perché alcuni manifestanti e gruppi per i diritti umani hanno anche affermato che «uomini in borghese hanno sparato contro i manifestanti e sembravano combattere a fianco della polizia». Si tratterebbe dei Nervis, una parola francese usata usata in Senegal per riferirsi a uomini armati a pagamento schierati per reprimere le proteste, che sono stati visti fuori dal quartier generale del partito al governo e che avrebbero collaborato con la polizia per reprimere le proteste e sarebbero stati responsabili della morte di manifestanti, compresi bambini. Le autorità senegalesi hanno negato di lavorare con civili armati ma la smentite governative sono poco credibili.Le tensioni e le manifestazioni di protesta in Senegal sono aumentate di recente a causa dell'elevata disoccupazione giovanile e dalle accuse di corruzione sistemica del governo, inclusa l'erosione delle norme democratiche da parte del presidente Sall che da a quando è entrato in carica nel 2012, ha represso la libertà di stampa, ha incarcerato i giornalisti e gli oppositori politici e ha modificato la costituzione del paese per aumentare i limiti del mandato presidenziale e il timore è che Sall utilizzerà questa situazione per candidarsi per un terzo mandato dopo che aveva promesso in campagna elettorale che avrebbe limitato a due i mandati presidenziali.Il tema è da anni oggetto di lotta politica fin dalla precedente amministrazione di Abdoulaye Wade, che ha esteso il limite costituzionale ai mandati presidenziali da cinque a sette anni e ha ottenuto il permesso dalla più alta corte del paese di candidarsi per un terzo mandato, sfidando i limiti del termine costituzionale che lo stesso Wade aveva fissato all'inizio del suo mandato. La mossa provoco’ le proteste prima delle elezioni del 2012, con alcuni timori che le tensioni potessero sfociare in una guerra civile. La promessa di Sall di limitare il suo mandato presidenziale è stata accolta con favore da molti senegalesi ed è stata vista come parte del suo eventuale successo su Wade. L'incapacità di Sall di escludere la possibilità di candidarsi per un terzo mandato e la percezione che la condanna di Sonko fosse politicamente motivata hanno alimentato le lamentele e la disillusione. Da qui i disordini in corso. Il governo ha affermato che Sonko potrebbe presentare una petizione per un nuovo processo dopo il suo imminente arresto. Spettatore non certo disinteressato è il presidente francese Emmanuel Macron che ha telefonato a Macky Sall lo scorso 4 giugno. I due presidenti hanno parlato dell’organizzazione di un vertice ma soprattutto dell'attuale crisi in Senegal. Secondo Jeune Afrique durante le loro discussioni, Macron avrebbe offerto a Macky Sall una via d'uscita se avesse rinunciato a candidarsi per un terzo mandato. «C'è bisogno che le persone incarnino il posto crescente dell'Africa nel mondo, sia all'interno delle Nazioni Unite, del G20 o per portare la riforma dell'ordine finanziario internazionale oltre il vertice programmato del 22-23 giugno e Macky Sall sa che il presidente Macron è disponibile a parlare di questi orizzonti se lo desidera». La stessa fonte indica, tuttavia, che l'Eliseo non vuole dare l'impressione di interferire negli affari interni senegalesi. «Ognuno fa la sua scelta. Qualunque sia quello di Macky Sall per le prossime elezioni presidenziali, non vogliamo che ci venga attribuito. Non vogliamo essere ritenuti responsabili di decisioni che non sono nostre», ha osservato la stessa fonte.Le proteste in Senegal sono uno sviluppo preoccupante in un paese che è stato ampiamente annunciato come «un'anomalia stabile nel Sahel», una regione che è diventata ormai l'epicentro dell'attività terroristica a livello globale. Secondo il Global Terrorism Index, la regione del Sahel ha rappresentato il 43% delle morti per terrorismo a livello globale nel 2022, rispetto a solo l'1% delle morti totali nel 2007. La violenza nei vicini Burkina Faso e Mali, che hanno ormai rotto ogni legame con Parigi, si è estesa alla regione in modo più ampio. Altri Stati costieri dell'Africa occidentale, come il Benin, la Costa d'Avorio, il Togo e il Ghana, sembravano che sembravano essere al sicuro dalla portata dei gruppi jihadisti regionali fino a poco tempo fa, ora stanno subendo la diffusione della violenza e gli attacchi continui da parte di gruppi terroristici. Togo e Benin hanno registrato alcuni dei peggiori punteggi del Global Terrorism Index nel 2022. Come scrive in un recente report il Soufan Group, le crescenti frustrazioni in Senegal, tra cui la disillusione economica, la violenza della polizia e le accuse di corruzione, sono servite come condizioni che i gruppi terroristici hanno sfruttato in tutta la regione. In particolare «Jama'at Nusrat al-Islam wal Muslimin (JNIM) affiliato ad al-Qaeda e lo Stato islamico Greater Sahara (ISGS) hanno approfittato di confini porosi, corruzione, stato di diritto debole e altre sfide regionali sfaccettate come il degrado ambientale, l'insicurezza alimentare, la migrazione e l'instabilità economica. Queste questioni complesse e sistemiche, e la capacità dei gruppi terroristici di capitalizzarle e amplificarle, ostacolano anche gli sforzi per costruire la resilienza della società e, in ultima analisi, le condizioni necessarie affinché la pace rompa i cicli di violenza». Anche se per il momento la violenza sembra essersi calmata in Senegal, è probabile che l'imminente arresto del leader dell'opposizione Sonko provocherà nuovi disordini dei quali i jihadisti potrebbero facilmente approfittare.
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello (Imagoeconomica)
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello: «Dopo il 2022 il settore si è rilanciato con più iscritti e rendimenti elevati, ma pesano precariato, scarsa educazione finanziaria e milioni di posizioni ferme o con montanti troppo bassi».