2023-05-31
Tendine sparite alla prima puntura di zanzara
Come d’incanto dei giovani che protestavano per il caro canone non c’è più traccia. Qualche ragione l’avevano, ma con il clima ballerino meglio tornare dalla mamma.Come d’incanto, le tende e le tendine sono scomparse, i giovani e le giovani universitari che protestavano per il caro-affitti si sono dispersi e hanno abbandonato i loro campeggi di battaglia. Così, dall’oggi al domani, senza una spiegazione – almeno che non ci sia sfuggito qualcosa – e senza nessuna dichiarazione pubblica. Tutto questo nonostante il fatto che giornali, televisioni, radio, politici, professori universitari si erano recati anche più di una volta ad ascoltare le ragioni della loro protesta. Avevano avuto un risalto mediatico generalmente difficile da raggiungere. Io stesso, per due volte, li ho ascoltati andando ad intervistarli per la mia trasmissione.Tutto questo per dire che l’attenzione dell’opinione pubblica l’avevano attratta, l’impatto sui mezzi d’informazione c’era stato, l’impatto sui politici pure, e anche sul pubblico più generalista c’era stato un impatto perché di fronte alle cifre degli affitti a Milano per una stanza in un appartamento, in media 600-800 euro, tutti avevano capito che si trattava di cifre abnormi e che questo per molte famiglie significava rinunciare all’università per i figli.Quindi c’era un oggetto della protesta e c’era stata attrazione. Nonostante tutto questo sono spariti nel nulla nell’arco di alcuni giorni e non se n’è saputo più niente. Cerchiamo di capire perché ciò è successo. Forse il cambiamento di stagione? O l’instabilità climatica: caldo-freddo freddo-caldo? Cioè della serie «siccome non si sa più come vestirsi» meglio tornare a casa almeno l’armadio è a portata di mano. Del resto, purtroppo, non esistono più le mezze stagioni o forse, visto l’arrivare del caldo, sono arrivati anche insetti e zanzare, sarà per questo? Forse si sono stancati, non hanno più il fisico dei contestatori modello Sessantotto o anni Settanta. Forse probabilmente è anche meglio perché poi qualcuno è diventato terrorista o robe del genere. Forse si aspettavano risultati immediati ma questa è una sindrome adolescenziale: o tutto e subito o si demorde, o si raggiunge in tempi brevi l’obiettivo o vi si rinuncia. Forse si andavano esaurendo le scorte alimentari e le loro famiglie, che si erano rotte le balle di finanziare il campeggio, gli avranno detto: «Se volete mangiare tornate a casa, sennò ciccia». Non è da sottovalutare questa ipotesi perché se penso a quello che sarebbe successo a me, alla fine credo che sarebbe accaduto lo stesso ma, vivendo io in Toscana, i toni sarebbero stati meno urbani e un po’ più spicci. Io ho l’impressione che qualcosa di questo tipo c’entri a meno che non abbiano stabilito una pausa tattica, tipo nelle battaglie napoleoniche, per poi riprendere con ancora maggiore forza la pugna, una piccola pugna, una pugnina. Non uso il vezzeggiativo di pugna per non essere frainteso, cioè pugnetta. Sono le generazioni di internet per le quali, spesso, il virtuale è il reale, le due dimensioni coincidono, per cui se i loro accampamenti hanno goduto oltre che di risonanza mediatica, anche di risonanza social, ebbene, gran parte del lavoro, per queste generazioni X, Z, ecc, ecc è stata fatta. Sembrerebbe quasi che l’obiettivo non fosse un calo effettivo degli affitti, ma fosse dare un po’ di risalto alla loro protesta. Altrimenti avrebbero continuato. Somigliano a quei tipi da bar che cercano sempre il litigio, la litigata, la rissa e poi sul più bello se la fanno addosso e tornano a casa. A me piacerebbe tanto, sapere da questi ragazzi e ragazze perché sono spariti. L’unica spiegazione è che si siano rotti le balle. Capisco la scomodità della canadese ma ci sono dei materassini appositi dove si dorme divinamente, capisco anche la scomodità del fornelletto, del rifornimento di acqua. Insomma, tutte le scomodità di chi nella sua vita ha fatto un campeggio, ma di campeggio non è mai morto nessuno, anzi, in campeggio qualcuno è stato anche concepito. Questa protesta aveva anche un fondamento che è evidenziato da alcuni dati forniti da un rapporto di Scenari Immobiliari e Camplus. Il numero di studenti universitari fuori sede cresce in modo costante dal 2015. Nel 2022 è aumentato di circa 2,5 punti percentuali rispetto al 2021 ed ammonta a oltre 660.000 ragazzi. Intanto per gli studenti fuori sede le punte più elevate per vivere all’interno di studentati raggiungono i 1.200 euro a camera al mese, a Bologna 1.100 euro, a Roma 1.150 euro. Quanti possono permettersi una cifra del genere? Tra 14 e 15.000 euro l’anno se non ci sono degli strumenti che li aiutano economicamente (posti gratuiti) in rispetto del diritto allo studio che, secondo la nostra Costituzione, è un diritto fondamentale, per chi non ha le risorse necessarie per poter accedere agli studi, anche universitari. Sempre la stessa ricerca ci dice che in Italia mancano 130.000 posti letto per i fuori sede e occorrerebbe realizzare circa 80.000 posti letto in studentati o collegi che erogano il servizio tramite i fondi per il diritto allo studio. Affitti inarrivabili e mancanza di posti in studentati e collegi rappresentano due problemi ultradecennali di questo Paese che ci ricordano ad esempio la scarsità delle case popolari. Ciò detto, ancora di più, non si capisce proprio questa apparizione momentanea di campeggi contro gli affitti e la loro repentina scomparsa. Deve essere una nuova forma di protesta che si chiama “l’accampamento-meteora”.