
No, la Rai non è la Bbc. E neppure le altre reti tv. Ma forse sono peggio. I vertici della tv inglese si sono dimessi per aver diffuso notizie infondate e di parte, sia su Trump che su Hamas e pure sul gender. In un caso addirittura i cronisti hanno manipolato i discorsi del presidente americano. Ma non è che in Italia, quando c’è da accreditare una tesi che non ha corrispondenza con la realtà, ci vadano poi molto più leggeri. È sufficiente pensare al periodo del Covid: quante balle abbiamo sentito in televisione, ribadite con sicumera non soltanto da presunti esperti, ma anche da illustri colleghi? Qualcuno di loro si è dimesso?
Oppure ha chiesto scusa? Pensate a Matteo Bassetti, Massimo Galli, Roberto Burioni: per mesi hanno imperversato accreditando tesi che poi si sono rivelate sballate. Il primario genovese sostenne che la mortalità fra i bambini a causa della pandemia era dell’1%, giustificando dunque la vaccinazione anche su minori dai 5 agli 11 anni. Quando è stato chiaro che non era vero, il professore comunque ha continuato a essere invitato come prima e più di prima e nessuno lo ha cacciato dallo studio televisivo. Di Galli si può dire la stessa cosa. Prima era contrario alla tripla vaccinazione, ma poi si è convertito alla vaccinazione multipla e a chi obiettava che immunizzare i più piccoli fosse un errore sulla base di studi scientifici urlava in diretta e nel silenzio dei conduttori: stia zitto! Sì, una tv democratica, aperta al dialogo, ma da una parte sola: quella dei vari Burioni, che di fronte alle telecamere ha potuto dire tutto e il contrario di tutto, sostenendo che il Covid non sarebbe mai arrivato, che la mascherina era inutile, per poi dire che le mascherine erano indispensabili, salvo poi negare - contro ogni evidenza - gli effetti collaterali. Chi ha permesso a questi improvvisati comunicatori di comunicare balle? E perché quando, grazie alla commissione d’inchiesta sulla pandemia, sono emersi i verbali del Comitato tecnico scientifico la libera televisione non ha mandato in onda nemmeno un servizio che raccontasse i palesi errori compiuti dagli esperti e le evidenti pressioni cui si assoggettarono? Eppure, un’inchiesta sulla base di documenti, per un evento che ha riguardato per almeno due anni tutti gli italiani non può non essere considerata d’interesse pubblico. Anzi, di servizio pubblico. Eppure, nessuno pare aver voglia di raccontare tutto.
E della retromarcia di Bill Gates sul Green deal ne vogliamo parlare? Da anni siamo sommersi di provvedimenti che limitano la nostra libertà di circolazione, perché alcune vetture sono messe al bando e altre possono circolare ma a patto che l’automobilista paghi un obolo quotidiano al Comune per poter accedere a determinate zone. Tutto ciò in nome dell’ambientalismo, ideologia che ormai ha sostituito il comunismo. Beh, dopo anni di spese in piste ciclabili, di restringimenti stradali e di divieti scopriamo che lo smog aumenta a prescindere e il guru della transizione energetica ci dice che, se anche la CO2 non diminuirà passando alle auto elettriche e rinunciando alle caldaie a gas, non sarà la fine del mondo. Ma come? Ci hanno angosciato con gli allarmi, costringendoci a sobbarcarci di costi e adesso ci dicono che, se anche non si raggiungeranno gli obiettivi che ci erano stati imposti, il mondo andrà avanti lo stesso. E i giornalisti della tv non dedicano tre o quattro puntate alle fregnacce che ci hanno raccontato, magari in qualche caso chiedendo scusa? No. Si parla della manovra che favorisce i ricchi. E anche dell’allarme fascismo, perché quattro ubriachi hanno cantato di notte Me ne frego, gridando pure «Duce, duce».
Eh, sì: un altro ventennio è alle porte e in tv urge chiamare alla vigilanza democratica.
E a proposito di democrazia, capisco che parlare di quel che succede in Ucraina e in Russia sia passato di moda, tuttavia se si scopre che il capo delle forze armate di Kiev ha pianificato un attentato a un’opera strategica per l’economia europea, colpendo dunque alle spalle quegli stessi Paesi che hanno garantito aiuti contro l’invasore, perché le Bbc italiane tacciono? E di un presunto dirottamento aereo per spingere la Nato a entrare in guerra, ne vogliamo discutere, oppure dobbiamo continuare a stupirci perché la bolletta del gas e della luce è alta senza mai fare i nomi dei responsabili? Si sapeva fin dall’inizio della guerra che rinunciando alle forniture russe le famiglie l’avrebbero pagata cara, ma i belli addormentati della nostra informazione televisiva quando si è deciso di chiudere i rubinetti dormivano. E adesso? Il sonno continua. No, la Rai non è la Bbc: è peggio.





