2024-05-25
«Telemeloni» esiste solo sui social
Giorgia Meloni (Imagoeconomica)
Il premier ribattezza così la sua rubrica online per sbeffeggiare il Pd, che si lamenta dello spazio dato al centrodestra in Rai. Dimenticandosi di tutte le sue lottizzazioni.«Eccomi qui in una nuova puntata degli Appunti di Giorgia che però ho deciso di ribattezzare Telemeloni»: il ritorno della premier sui social, con la sua rubrica attraverso la quale illustra i provvedimenti del governo, è all’insegna dello sfottò nei confronti della sinistra. La Meloni indica il piccolo logo con la scritta «Telemeloni» che appare in alto a destra sullo schermo, e aggiunge: «L’unica Telemeloni che esiste è questa, tutto il resto sono fake news di una sinistra che essendo abituata a occupare la televisione pensa che gli altri siano come lei, ma poiché noi siamo molto e orgogliosamente diversi dalla sinistra, abbiamo già smontato questa bufala dati alla mano». Scherzi da Giorgia: la presidente del Consiglio sbeffeggia la sinistra che, dopo aver sistematicamente lottizzato tutto quello che c’era da lottizzare in Rai negli anni (tanti, troppi) in cui ha governato, ora si lamenta dello spazio concesso al centrodestra.Per quel che riguarda i temi concreti, la Meloni affronta subito la nota dolente del redditometro: «Nel nostro ordinamento», sottolinea la premier, «esiste l’accertamento sintetico, cioè la possibilità per l’amministrazione finanziaria di contestare a chiunque e in qualsiasi momento le presunte incongruenze tra gli acquisti, il tenore di vita, il reddito dichiarato. Nel 2015 il governo di Matteo Renzi ha normato questo meccanismo con un sistema di redditometro, che era estremamente vessatorio e punitivo nei confronti del contribuente: meccanismo che come dicevo abbiamo sempre contrastato». La Meloni prosegue nella sua dettagliata ricostruzione dei fatti: «Nel 2018», aggiunge, «il primo governo Conte decide di abolire quel redditometro di Renzi e stabilisce che in poco tempo avrebbe emanato un nuovo decreto ministeriale più attento al rispetto dei diritti dei contribuenti. Solo che questo decreto non è mai arrivato. Il risultato è che da sei anni a questa parte, l’amministrazione finanziaria non ha limiti nel suo potere di accertamento, perché la facoltà di accertamento sintetico continua a esistere, ma siccome non c’è un decreto che ne stabilisca i limiti, è del tutto arbitraria e discrezionale. Per questo il Mef predispone un decreto per fissare dei paletti e stabilire delle garanzie». Eppure, il decreto, dopo il clamore mediatico, viene sospeso. E adesso che succede? «Noi rimaniamo contrari», argomenta, «a uno strumento caro alla sinistra. Ci siamo presi del tempo e abbiamo due ipotesi: o superare in toto l’accertamento sintetico», aggiunge, «oppure lavorare a una norma che circoscriva questo tipo di strumento ai fenomeni oggettivamente inaccettabili quindi legati a grande evasione o chi si dichiara nullatenente e poi gira con il Suv ma senza vessare con norme invasive le persone comuni». La Meloni va poi all’attacco di Elly Schlein: «La segretaria del Pd», evidenzia la presidente del Consiglio, «ha detto di recente che in questo anno e mezzo di governo io starei cancellando le libertà delle persone, accusa singolare per chi ha votato provvedimenti per chiudere entro casa la gente durante la pandemia, provvedimenti sui quali noi votammo contro. Tra persone serie, quando si muove un’accusa, soprattutto se pesante, si deve essere in grado di argomentarla. Chiedo alla Schlein di dire con chiarezza quali sarebbero le libertà cancellate da questo governo e con quali provvedimenti. Ci dica qualcosa di concreto perchè queste non sono accuse che si fanno senza essere argomentate. La libertà in Italia è sempre stata limitata solo dalla sinistra», conclude la Meloni, «Il punto è che i cittadini lo hanno capito».
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