2024-07-10
Grazie ai maxi rialzi della Lagarde 300.000 famiglie non comprano casa
Pesano anche la riduzione del potere d’acquisto e le politiche più severe delle banche nell’erogazione dei mutui. Salgono i prezzi delle abitazioni in buono stato (+1,5%): a Milano incrementi sopra il 2%.Risparmiatori attratti dai rendimenti più alti dell’inflazione e dalla tassazione più bassa della media. Diminuisce la quota di debito in mano a investitori esteri.Lo speciale contiene due articoli.Che la politica monetaria restrittiva voluta e difesa da Christine Lagarde stesse danneggiando cittadini e imprese soprattutto in Italia l’abbiamo detto in tutte le salse. Ora però arriva anche un numero, fornito dalla società di consulenza Nomisma, secondo il quale ci sono 300.000 famiglie intenzionate ad acquistare casa ricorrendo a un mutuo e costrette a desistere o per gli interessi salatissimi che avrebbero dovuto affrontare o perché la banca appunto non gli concede il fido. Il mix micidiale è dato dall’aumento dei tassi (la Bce li ha portati in poco più di un anno fino al 4,5% salvo poi tagliarli recentemente di un quarto di punto senza dare però sicurezze per il futuro), dalla stretta degli istituti di credito (che come sottolineato ieri dal governatore di Bankitalia Fabio Panetta è spesso e volentieri una conseguenza della politica monetaria di Francoforte) e dall’endemico basso potere di acquisto degli stipendi degli italiani. Un mix che nel 2023 ha ridotto del 10% le compravendite e che nel primo trimestre del 2024 ha fatto registrare un’altra riduzione (siamo poco sopra il 7%).Ma non è questo il dato principale sul quale riflettere. Vale la pena invece ragionare sulla differenti variazioni tra chi ha la possibilità di pagare in contanti l’immobile e chi invece è costretto a ricorrere a un mutuo. Nel primo caso il rapporto di Nomisma evidenzia una crescita delle compravendite per tutto il 2023 (in media nell’ordine del 4,8%) che poi si è ridotta nel primo trimestre di quest’anno. Nel secondo invece si registra un tracollo medio del 26%. È palese insomma che «l’acquisto di immobili residenziali presenti ancora elementi di interesse, nonostante l’ascesa dei valori degli ultimi anni», e che l’accesso al credito rappresenti una barriera che in molti casi sta diventando invalicabile.Fare un po’ di storia può aiutare a capire la dinamica che si è innescata. «L’aumento del costo del denaro deciso dalla Bce da luglio 2022 fino a settembre 2023», sottolinea il responsabile business development di MutuiSupermarket Guido Bertolino, «ha avuto un forte impatto sul mercato mutui differente però a seconda della finalità di acquisto o surroga. Nel 2022 sono stati erogati poco più di 55 miliardi di euro di mutui e i prestiti che avevano come finalità l’acquisto della casa non hanno quasi risentito dell'aumento dei tassi di interesse, grazie anche all’introduzione della garanzia Consap per i richiedenti under 36 che ha stimolato il mercato dei più giovani, mentre ha ridotto del 71% l’erogato dei mutui con altre finalità, anche perché dopo anni di tassi prossimi allo zero, con l’aumento del costo del denaro in pochissimi hanno avuto interesse a surrogare il proprio mutuo». Tutt’altra invece la storia dell’ultimo anno e mezzo. «Nel 2023, nonostante la proroga della garanzia Consap», continua l’esperto, «l’aumento dei tassi ha inflitto un durissimo colpo al mercato delle compravendite e di conseguenza all’erogato di mutui acquisto che hanno subito una contrazione del 28%. Per contro la surroga ha registrato un rimbalzo, crescendo del 49% rispetto all’anno precedente. Tuttavia l'effetto netto è stato di un forte calo dell’erogato che nell’intero 2023 è stato di poco più di 41 miliardi di euro. Nonostante il taglio dei tassi, soprattutto i fissi, registrato dall’inizio dell’anno, nel primo trimestre 2024 i mutui acquisto hanno segnato un’ulteriore contrazione del 20% rispetto al primo trimestre 2023, mentre i mutui di altre finalità sono aumentati del 21% trainati dalle erogazioni delle surroghe a tasso fisso da parte di chi aveva accesso il mutuo appena un anno prima a tassi parecchio superiori».Insomma, di certo le banche hanno stretto la cinghia e i bassi salari non aiutano, ma il circolo vizioso è stato innescato dalla Bce e adesso solo Francoforte può spezzarlo. Per capirci: l’elevato costo del denaro ha ridotto sensibilmente la copertura finanziaria delle compravendite sostenute da un mutuo. Siamo passati dal 51,9% del primo trimestre 2022 al 38,6% del primo trimestre del 2024. Anche perché nello stesso tempo i prezzi delle abitazioni in ottimo e buono stato sono cresciuti e stanno crescendo ancora al ritmo medio dell’1,5% sul semestre precedente. Si tratta, rimarca Nomisma, di incrementi leggermente superiori a quelli registrati nei primi sei mesi del 2023 e che confermano il trend di ascesa dei valori delle abitazioni iniziato nel post pandemia. Nello specifico, i prezzi delle case nuove si muovono in una forchetta compresa tra il +0,4% di Torino e il +2,4% di Milano che detiene anche il primato della variazione per le abitazioni usate: +2% a fronte della crescita minima di Genova, dove non si va oltre uno striminzito rialzo dello 0,5%.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/tassi-crisi-immobiliare-2668722090.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="fuga-dai-conti-e-la-stagione-dei-btp" data-post-id="2668722090" data-published-at="1720614970" data-use-pagination="False"> Fuga dai conti, è la stagione dei Btp Torna la passione per i titoli di Stato che stanno drenando liquidità dai fondi d’investimento e dai depositi bancari. A sostenerlo è un report della Fabi. Quarant’anni fa si chiamavano Bot People ed erano i risparmiatori che per difendersi dall’inflazione compravano titoli a tre e sei mesi con rendimenti a due cifre. Il costo della vita cresceva ancora più rapidamente ma l’illusione di ricchezza era forte. Oggi figli e nipoti dei Bot People sono i Btp People che acquistano il decennale attratti come sempre dai rendimenti anche se sono solo una frazione di quelli offerti nel anni ’80. Hanno però il vantaggio di garantire rendimenti positivi in termini reali perché i tassi sono più alti dell’inflazione. Diversa anche la tassazione: allora era zero. Oggi il 12,5% che comunque è più bassa della media (27%). Molto gettonato il Btp Valore che nelle intenzioni del ministro Giorgetti dovrebbe servire a «nazionalizzare» il debito degli italiani. In sostanza collocare le emissioni nei portafogli delle famiglie per stabilizzare l’offerta. I privati hanno in mano il 13,5% di Bot e Btp. Il debito italiano nei portafogli degli investitori esteri è passato da 685 miliardi del 2021 ai 658 miliardi del 2023, con la quota calata da 30,7% al 27,3%. Dice Lando Maria Sileoni, segretario Fabi: «La ricchezza finanziaria delle famiglie equivale a due volte e mezzo il Pil italiano e corrisponde a quasi il doppio rispetto al nostro debito pubblico. La ritrovata voglia di guadagni da parte della clientela conferma la centralità della consulenza in banca». Nel 2023 la ricchezza complessiva delle famiglie italiane ha raggiunto il picco di 5.216 miliardi rispetto a un dato di fine 2022 pari a 5.138 miliardi. In meno di un anno, sono quasi 80 i miliardi complessivamente accumulati, pari a un incremento dell’1,51%. Un cambio di tendenza nelle scelte finanziarie, frutto di minore precauzione ma anche della modesta remunerazione sui depositi bancari. Il dilemma della liquidità e l’appetito per il guadagno fanno sì che il peso del contante nei conti bancari resti però ancora elevato, seppur con un appeal accentuato verso bond e Btp che sostiene la diversificazione. Nel dettaglio, i titoli obbligazionari si sono incrementati di ben 115,2 miliardi; rappresentano oggi il 7,2% del portafoglio finanziario complessivo delle famiglie, mentre attraevano circa il 5,8% nel 2019, registrando un incremento dei volumi del 44,3% solo nel corso dei primi nove mesi del 2023. In valore assoluto, è cresciuta in maggior modo la componente degli investimenti obbligazionari a medio-lungo termine, di ben 93,6 miliardi, rispetto a fine 2022, che attesta l’appetibilità e la certezza, in termini di rendimenti, degli strumenti finanziari. Gli investimenti in obbligazioni a breve termine sono cresciuti in meno di un anno di quasi 21,6 miliardi, passando dai 6,2 miliardi ai quasi 27,8 miliardi. Le famiglie registrano una partecipazione ai fondi comuni di investimento approssimata al 12,9%, con un valore complessivo che passa dai 663,9 miliardi di fine 2022 ai 675,2 miliardi nei primi nove mesi del 2023. Cresce la quantità di debito pubblico del nostro Paese in mano ai privati, sia famiglie sia imprese. Negli ultimi due anni, infatti, la quota di Bot e Btp detenuta dai piccoli risparmiatori e dalle aziende è più che raddoppiata e nel corso del 2023 si è assistito a una vistosa accelerazione: a dicembre 2021, con il debito che aveva toccato i 2.572 miliardi, il mercato retail aveva il 6,4% delle obbligazioni emesse dal Tesoro in circolazione, vale a dire 142 miliardi su 2.234 miliardi complessivi di titoli e 2.678 miliardi di debito totale. A fine 2022, con il debito che aveva toccato i 2.757 miliardi, un primo scatto: la percentuale di titoli statali in mano alle famiglie era salita all’8,7% (199 miliardi su 2.280 miliardi di titoli).
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.