2019-09-25
«Tassare merendine e bibite italiane non aiuterà a combattere l’obesità»
Il nutrizionista dell'azienda ospedaliera di Padova Francesco Francini: «La qualità dei nostri prodotti è molto più alta rispetto agli Stati Uniti e anche lì non ha funzionato. Per uno Stato che vende sigarette poi sarebbe un controsenso».Sul tavolo del governo Conte bis c'è la proposta della tassa sulle merendine, bibite gassate e biglietti aerei, da cui il ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, intende ricavare più salute per i bambini e 2 miliardi di euro per la scuola. «Non è deciso ancora nulla», ha detto il premier Giuseppe Conte, incalzato da un post su Facebook del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, contrario all'aumento delle tasse. L'imposta sullo zucchero, nei Paesi dove è stata introdotta, ha dato risultati contrastanti con una riduzione sulle vendite e del gettito fiscale. Per capire se ci sia almeno qualche valenza dal punto di vista della salute, abbiamo parlato con Francesco Francini, medico nutrizionista dell'azienda ospedaliera università di Padova.Merendine e bibite zuccherate, perché fanno male?«Favoriscono un'eccessiva introduzione di calorie: in volumi piccoli e pesi bassi hanno molte calorie. Inoltre sono poco sazianti per porzione, perché sono piccole e la sazietà dipende dal riempimento gastrico, così se ne mangiano di più. La bevanda zuccherata, oltre a fornire calorie rispetto all'acqua che ne ha zero, apporta un eccesso di zucchero che è dannoso a livello metabolico. Questi alimenti, inoltre, stimolano molto il gusto e abituano a essere soddisfatti solo da sapori forti, limitando il consumo di verdura e legumi che, non avendo grassi e zuccheri o sale, non gratificano il palato». Quanto ci vuole per smaltire una merendina?«Il problema è nella sproporzione tra calorie ingerite e il loro consumo con il movimento. Oggi è la scarsità di movimento, più che l'eccesso di calorie, a dare problemi. Se si vogliono mettere in atto delle politiche per migliorare la salute della popolazione e prevenire obesità e diabete, più che disincentivare gli acquisti, si devono creare città con piste ciclabili, marciapiedi e spazi verdi che rendano possibile fare movimento, attività fisica».Le merendine made in Italy, rispetto a quelle americane, pesano la metà e hanno un terzo di zucchero e calorie. L'industria alimentare italiana, negli ultimi dieci anni, ha ridotto del 30% gli zuccheri, del 20% i grassi saturi e le calorie del prodotto… «Questa è una cosa positiva. Bisogna prendere atto che una buona parte della nostra industria alimentare è sensibile a queste tematiche anche perché il consumatore premia il prodotto di qualità. Il caso dell'olio di palma, un allarme per molti versi esagerato, dato che il problema è più ambientale che alimentare perché si deforesta per piantare le palme, ha visto l'industria pronta a sostituirlo con olio di girasole. Le nostre aziende hanno una più elevata attenzione alle esigenze del consumatore».Spesso, quando compare una tassa, le aziende sostituiscono lo zucchero con un dolcificante…«Alcuni studi hanno dimostrato che la sostituzione di zucchero con dolcificanti non calorici (come l'aspartame) ha, come effetto complessivo, un aumento del peso. Pare che quando l'organismo sente un sapore dolce si aspetti anche lo zucchero e, se non lo trova, incrementi l'appetito». L'etichetta a semaforo, introdotta in Inghilterra per definire i prodotti da tassare, funziona? «No, perché non c'è ancora chiarezza su quello che fa bene o male. Anzi ci sono dei cibi che, nonostante le evidenze scientifiche positive, vengono tacciati per dannosi. Il formaggio, che ha calorie ed è ricco di grassi, sarebbe da semaforo rosso. Però, studi epidemiologici mettono in luce che, chi mangia i formaggi più grassi è più sano, ha meno eventi cardiovascolari (infarto e ictus) e addirittura un minor rischio di cancro al colon. La moda di tassare alimenti per fini salutistici rischia di penalizzare il consumo di alimenti che fanno bene». I bambini obesi però sono tanti, anche se la tendenza è un po' in calo. «La vera sfida è non permettere a un bambino di diventare obeso perché l'obesità nell'adulto è curabile, ma non guaribile. Bisogna creare un clima e un ambente che favorisca l'attività fisica già da piccoli dando, ad esempio, un contributo alle famiglie per l'attività sportiva dei ragazzi. È un investimento a lungo termine perché i bambini che fanno sport, faranno attività fisica anche da adulti, prevenendo tutta una serie di patologie collegate al sovrappeso». Cosa ne pensa di questa tassa proposta dal ministero dell'Istruzione? «È paradossale che uno Stato tassi le bevande e venda le sigarette. Inoltre, non è facile stabilire con assoluta certezza ciò che fa male perché dipende anche dalla quantità. Bisognerebbe allora tassare anche la carne rossa, dato il rischio oncologico. Le bibite sì e la carne no? Perché tassare le bevande zuccherate e non il vino e la birra? C'è poi un controsenso. Se tasso una cosa, è perché spero nei consumi, ma se tasso per disincentivarli, rischio di creare problemi occupazionali e lavorativi, senza aumentare le entrate, dato il calo delle vendite. Sulla salute poi, non è detto che ci siano risultati: tutti sappiamo che le patatine fritte fanno male, eppure le mangiamo».
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Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)