2024-10-04
Takeda inaugura un nuovo polo industriale a Rieti
True
Francesca Micheli, di Takeda Italia, inaugura una nuova sezione dello stabilimento di Rieti. Alle sue spalle, l'ambasciatore del Giappone in Italia, Satoshi Suzuki (sinistra), e il ministro del Mimit, Adolfo Urso (destra)
Con un piano di investimenti da 350 milioni congiunto con il Mimit, il colosso farmaceutico giapponese raddoppia la capacità produttiva di plasmaderivati.
Con un piano di investimenti da 350 milioni congiunto con il Mimit, il colosso farmaceutico giapponese raddoppia la capacità produttiva di plasmaderivati.«In Italia non ci sono investitori». Questa e altre le litanie che si sentono. Eppure l’Italia è un polo di grande attrattiva, soprattutto per industrie legate a specifici settori. Dati alla mano, lo dimostrano gli investimenti fatti nel nostro Paese. Non più tardi di ieri mattina, infatti, si è inaugurato nello stabilimento di Rieti il nuovo polo farmaceutico di Takeda, grazie a un piano quinquennale di investimenti di 350 milioni di euro annunciato nel 2021.Oltre a essere la più grande industria farmaceutica giapponese, Takeda è anche una delle maggiori a livello mondiale, specializzata in diversi settori scientifici, tra cui oncologia e malattie rare curate con farmaci plasmaderivati. È proprio nel trattamento e trasformazione del plasma che la società opera negli stabilimenti di Rieti e Pisa. In particolare, nella sede laziale l’innovazione si è focalizzata su tecnologie avanzate per creare un flusso diretto tra un magazzino freezer automatizzato per il ricevimento e lo stoccaggio del plasma e un analogo processo robotico per la rimozione del plasma congelato da sacche e bottiglie usate per la raccolta. La catena, interamente meccanizzata, garantisce un alto soddisfacimento delle esigenze sanitarie per il trattamento del materiale biologico e assicura la sicurezza dei dipendenti le cui mansioni sono ora sostituite dalle macchine. «La qual cosa non deve far pensare a un licenziamento massivo di personale, sostituito dagli automi: i dipendenti vengono costantemente formati per imparare a interagire con le nuove tecnologie. Anzi, i fondi destinati hanno creato 150 nuovi posti di lavoro», assicurano dall’azienda. Gli investimenti accordati all’Italia sono parte del programma globale voluto da Takeda per rispondere alla costante crescita della domanda mondiale di plasma e farmaci plasmaderivati (nel solo 2023, in Italia, la richiesta di immunoglobuline è aumentata del 3,8%). «In 50 anni, il sito di Rieti è cresciuto da una piccola realtà provinciale a un’eccellenza biotecnologica di livello mondiale», ha commentato Francesca Micheli direttore generale di Takeda manufacturing. «Siamo molto orgogliosi del nostro lavoro, che ha reso possibile questa trasformazione verso il sito produttivo del futuro», ha concluso.Adolfo Urso, titolare del Mimit, presente all’inaugurazione, ha dichiarato: «In due anni di governo abbiamo lavorato per rendere l’Italia un terreno ancora più fertile per gli investimenti stranieri. Attraverso la creazione di un’unità ministeriale, forniamo a ogni impresa estera assistenza in ogni fase del processo amministrativo, facilitando l’accesso a incentivi e orientando gli investimenti». Aggiungendo: «Grazie a opportune manovre possiamo intervenire direttamente accelerando l’approvazione di progetti di investimento a partire da 25 milioni di euro in settori strategici. Per cifre superiori al miliardo abbiamo avviato una procedura d’urgenza, con un commissario nominato dal governo. Ciò dimostra come non solo siamo aperti agli investimenti, ma stiamo anche costruendo le condizioni per accoglierli sempre più prontamente».Secondo il ministro la farmaceutica sarebbe diventata la punta di diamante delle esportazioni italiane, grazie a un ecosistema che attirerebbe sempre più aziende globali. La conferma risiede nelle parole di Carlo Riccini, vicedirettore di Farmindustria: «L’industria farmaceutica in Italia è un esempio di qualità totale che cresce a livello internazionale grazie alle sue molte imprese, ai loro investimenti, a risorse umane altamente qualificate e anche alle tante eccellenze del sistema sanitario nazionale». Riccini ha anche aggiunto: «È il secondo settore manifatturiero in Italia per saldo estero e il primo per crescita della produzione, che ha raggiunto 52 miliardi nel 2023, 49 dei quali per le esportazioni. Nel 2023 ha investito 3,6 miliardi in ricerca e impianti ad alta tecnologia». Un ultimo dato va osservato, parallelo alla lavorazione virtuosa del plasma, ed è la sensibilizzazione riguardo al tema delle donazioni. Il plasma è un prodotto troppo difficile da ricreare sinteticamente e l’unico modo per ottenerlo è quello di separarlo dal sangue di un donatore, o tramite filtraggio del sangue da una sacca già donata, o nel momento stesso della donazione: il donatore si sottopone a un semplice prelievo effettuato tramite un separatore cellulare, una macchina che immediatamente separa la parte corpuscolata, ovvero globuli rossi, bianchi e piastrine, dalla componente liquida che viene raccolta in una sacca di circa 600 o 700 millilitri. La parte corpuscolata viene reinfusa nel donatore, mentre il volume di liquido che si sottrae viene ricostituito grazie a meccanismi naturali di recupero, all’infusione di soluzione fisiologica e all’assunzione di liquidi.Secondo dati della fondazione Umberto Veronesi, «per soddisfare il fabbisogno di medicinali plasmaderivati come l’albumina e le immunoglobuline il nostro Paese è costretto a rivolgersi sempre di più al mercato estero. Per quanto riguarda i farmaci plasmaderivati, l’autosufficienza della nostra nazione sarebbe raggiunta se raccogliessimo almeno 18 chili di plasma ogni mille abitanti per la lavorazione industriale. La media italiana è 14 chili».
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.