2024-09-12
Tagliava i fondi ai film senza pubblico. Perciò i cineasti odiavano Sangiuliano
Negli anni, sono state sovvenzionate pellicole viste da 29 spettatori o addirittura mai finite in sala. Al Giffoni di Gubitosi è andato quasi 1 milione nel 2023. Si spiega così l’astio di un certo mondo che campa di sprechi.La grande abbuffata: per parlare delle proteste contro l’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, da parte dei pezzi da novanta del cinema italiano «de sinistra», dal vate Nanni Moretti a Gabriele Muccino, utilizziamo come metafora quella del capolavoro del 1973 di Marco Ferreri, i cui protagonisti mangiano, mangiano e mangiano fino a morire. Così accade per i finanziamenti pubblici al cinema italiano: spesso, molto spesso, questi fondi sono stati concessi a produzioni che poi, al momento dell’approdo in sala, hanno riscontrato uno scarsissimo successo di pubblico. Ovviamente, la qualità delle opere da finanziare con soldi pubblici non deve necessariamente essere giudicata dal numero degli spettatori, ma i numeri che siamo in grado di rivelare sono impietosi. Così come molto interessanti sono le cifre che lo Stato italiano ha erogato a protagonisti di primo piano del mondo del cinema italiano.«Ai colleghi produttori e registi vorrei dire che dovremmo essere più reattivi nei confronti della nuova pessima legge sul cinema», ha tuonato Nanni Moretti dal palco della Mostra del Cinema di Venezia; «Sangiuliano ha messo in ginocchio il cinema», si è accodato Gabriele Muccino, che ha criticato la diminuzione dell’aliquota del tax credit dal 40% al 30% per i costi «sopra la linea» di attori e registi (per costi sopra la linea si intendono, per farla breve, quelli artistici, ovvero regia, cast e sceneggiatura). «Fondamentalmente sopra una certa cifra», ha detto Muccino alla Stampa, «troppo incongruente, visto quello che prendono attori e autori affermati, limita fortemente l’accesso al tax credit per tutto ciò che nel budget è indicato come sopra la linea. In pratica con quel tetto lì, se dovessi fare un film in Italia con attori americani, i produttori potrebbero scaricare in Italia ben poco del loro compenso, il che comporterebbe andare a girare il film altrove in Europa, con tutti i vantaggi che c’erano in Italia».Intanto però La Verità può dare qualche notizia gustosa e appresa da fonti autorevoli su diversi aspetti della situazione dei finanziamenti pubblici al cinema italiano. Tanto per cominciare, il numero di opere cinematografiche prodotte ogni anno è superiore a quello degli altri grandi Paesi europei: nel 2022 in Italia ne sono state sfornate 355 opere, il 24% in più della Francia, il 79% in più della Germania, e il 173% in più del Regno Unito, secondo il rapporto Valutazione di impatto Legge cinema e audiovisivo - anno 2022 promosso dalla direzione generale Cinema e audiovisivo del Mic e a cura di Università Cattolica del Sacro Cuore e Pts Spa.Come è ovvio, una tale mole di film non trova facilmente uno sbocco di mercato: su 1.354 opere di lungometraggio che hanno presentato domanda di tax credit per la produzione dal 2019 al 2023, poco meno del 45%, vale a dire 598, non risulta ancora uscito in sala, secondo i dati Cinetel aggiornati al 26 giugno 2024. Se ci limitiamo ai soli lungometraggi, con 885 richieste di tax credit negli stessi quattro anni, ben 353 non risultano uscite in sala.Passiamo ai denari: il finanziamento pubblico a valere sulle risorse del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo è passato dai 423,5 milioni di euro del 2017 agli 849,9 del 2022 e ai 746 nel 2023. Le richieste di tax credit sono cresciute a dismisura: 464 per altrettante opere nel 2021 e 409 nel 2022, a fronte di sole 122 nel 2019. Qualche esempio della distribuzione dei fondi: Luca Guadagnino ed Edoardo Gabbriellini hanno percepito 2,4 milioni come compenso da regista per We are who we are, finanziato per complessivi 13,2 milioni dal fondo con lo strumento del credito d’imposta. Gabriele Muccino ha indicato 2,2 milioni come compenso da regista di A casa tutti bene 2 - La serie, finanziato per complessivi 2,1 milioni dal fondo con lo strumento del credito d’imposta; Paolo Genovese ha indicato 1,4 milioni di euro come compenso da regista per I leoni di Sicilia finanziato per complessivi 8,7 milioni dal Fondo con lo strumento del credito d’imposta per 8,6 milioni e per 100.000 euro con lo strumento dei contributi selettivi; Saverio Costanzo ha indicato 1,7 milioni come compenso da regista per Finalmente l’alba finanziato per complessivi 9,5 milioni dal Fondo con lo strumento del credito d’imposta per 9 milioni e per 450.000 euro con lo strumento dei contributi selettivi. Ci sono poi casi di film che hanno ricevuto fondi pubblici con un riscontro di pubblico estremamente ridotto: dal 2019 al 2022, per esempio, due film che hanno richiesto il tax credit per 4 milioni hanno incassato insieme 13.000 euro; altre due opere sono state finanziate per quasi 1,2 milioni e ne hanno incassati meno di 7.000; c’è anche un film che ha ricevuto 700.000 euro di contributo pubblico ed è stato visto da 29 (ventinove) spettatori. Per non parlare del Giffoni Film Festival, kermesse ideata e diretta da Claudio Gubitosi, che più volte ha aspramente e pubblicamente criticato l’ex ministro Sangiuliano per un presunto taglio dei fondi. Il Mic ha fatto sapere che «al Festival di Giffoni sono state erogate somme che sono arrivate fino a 950.000 euro per l’edizione del 2023: più di ogni altra iniziativa di questo tipo, fatta eccezione per la Mostra del Cinema di Venezia. Nel 2023 il contributo al Giffoni Film Festival è stato di 950.000 euro su uno stanziamento complessivo di 7 milioni di euro. Questo stanziamento generale è rimasto invariato nel 2024». Intanto, il giornalista di Libero, Francesco Specchia, ha declinato l’invito di Sangiuliano a far parte della Commissione per il finanziamento dei film di interesse culturale.