storia in cucina

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Quella volta che dei meloni «uccisero» il Papa
Meloni (iStock). Nel riquadro, papa Paolo II
Il dolce frutto della pianta della famiglia delle cucurbitacee può essere retato, liscio o serpente. Veniva mangiato già nella Magna Grecia, Marco Aurelio lo accompagnava con il prosciutto. Paolo II era così ghiotto che ne divorò tre e poi morì (per la congestione).
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Con re «sciaboletta» bomboniere e confetti divennero una moda
Bomboniera e confetti (iStock). Nel riquadro in basso a sinistra, un particolare di un quadro che raffigura le nozze tra Vittorio Emanuele III e la regina Elena di Montenegro (Getty)
Il matrimonio tra Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro inaugurò il rito del «dono degli sposi». Che resiste ancora oggi.
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Da tisana d’Ippocrate agli chef stellati: la nuova vita dell’orzo
(IStock)
Fu una delle prime coltivazioni dell’uomo uscito dalle caverne. Ricco di principi attivi, utilizzato pure dalla grande ristorazione.
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Puccini andava in convento a mangiar fagioli
(IStock)
Tra tutti, li preferiva al fiasco. Come quelli che gli preparava una delle sue sorelle, suor Iginia, a Vicopelago. Sono 17 le diverse tipologie coltivate nel territorio. Il grande compositore amava i piatti contadini della Lucchesia, poveri ma genuini, senza malizia.
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Due secoli prima di Cristo, le orecchiette
(IStock)
Già l’agronomo e letterato Marco Terenzio Varrone citava la pasta identitaria della Puglia. Abbinamento classico con le cime di rapa ma tante le varianti. Altra tradizione, il pesce crudo. Lo si consuma più che in Giappone. E una golosità: il polpo alla pignata.
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